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Comunicare con i bambini nell’infanzia: il linguaggio che non ha bisogno di parole

Da Jessi

Il lunedì mi piace accogliere la nuova settimana con una riflessione sugli insegnamenti che ogni giorno ci danno i bambini e le bambine. In realtà, tutto il blog parla un po’ di questo, di come parlare con i bambini, che significa innanzitutto ascoltarli e quindi apprendere da loro.

In questi giorni, al mare, abbiamo festeggiato più volte la sorpresa di una nuova parola, nuove piccole frasi, ma ancora comunichiamo prevalentemente in modo non verbale, il sorriso, l’abbraccio, l’occhiataccia, il pianto, le coccole, i baci, l’allattamento, il massaggio, la musica…

La ragione ufficiale per cui i bambini non parlano alla nascita è ovviamente quella dello sviluppo cerebrale, che prosegue per molto tempo oltre i mesi della gestazione. C’è anche una ragione di ‘convenienza’ linguistica: i bambini, in questo modo, possono imparare la lingua che sentono intorno a loro: la lingua materna è quella di chi li cresce e non dei genitori biologici, della genetica.

Da mamma, penso che ci sia anche un’altra ragione: quella di imparare appunto a parlarsi, ascoltarsi e conoscersi senza le parole, al di là delle parole. I bambini e le bambine, nell’infanzia (alla lettera, il periodo in cui non si sa parlare), ci insegnano questa lingua speciale. La mia speranza è di non dimenticarla mai, adesso che grazie alla mia bambina ho potuto apprenderla di nuovo.

 

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