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Con l'i-pad tutti felici (?) e rinchiusi tra quattro mura

Creato il 31 gennaio 2010 da Afrodite
Scusate, ma non riesco a entusiasmarmi per l'i-Pad. E non tanto per le sue caratteristiche tecniche, non ho la competenza per farlo, quanto per la sensazione di disagio che suscita in me l'approdo sul mercato dell'ennesimo costoso (e forse inutile) gingillo elettronico.
Quello che ho capito, da profana, è che l'i-Pad è una via di mezzo tra un i-phone e un netbook e che serve a navigare, a controllare la posta, a guardare foto, ascoltare musica, leggere libri e riviste. Tutto per una modica (?) cifra che va dai 499 ai 699 dollari.
Ma non è solo il prezzo a suscitare le mie perplessità, anche se in tempi di crisi strisciante e disoccupazione galoppante anche questo aspetto stride in modo evidente.
Il tema è: davvero questo bel giocattolo ci è necessario?
Perché, vedete, oggi in Lombardia abbiamo superato i 20 giorni consecutivi di inquinamento da polveri sottili. E i nostri amministratori, che come sempre si preoccupano per la nostra salute, hanno decretato in molte località il blocco del traffico.
Tutti a casa, dunque. Ed è qui che si insinua il dubbio: sta a vedere che un po' alla volta, complici le polveri sottili, il benzene e altre schifezze similmente ammorbanti, ci ritroviamo sempre più rinchiusi nei nostri appartamenti, villette a schiere, mansarde e monolocali circondati da ogni ben di dio tecnologico ma senza nessuno con cui scambiare idee, ridere, giocare, criticare e..... ri- progettare il mondo.
Un sito internet, a cui rimando per chi volesse saperne di più sulle caratteristiche tecniche del bel giocattolino (http://www.punto-informatico.it/) sostiene che con l'i-Pad inizia l'era dell'elettronica "da divano". E così, il dubbio che qualcuno stia davvero lavorando per rinchiuderci sempre più dentro le nostre quattro mura, si rinforza ulteriormente.
Non sono contro la tecnologia. Ma ho un sogno: che tecnologia e politica si alleino per farci vivere meglio. E non solo dentro quattro mura, ma nel mondo e insieme ai nostri simili.

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