Magazine Opinioni
RAI1, ORE 20.30 FUGA DA FERRARA
“Qui Radio Londra” perde 8 punti di share rispetto al Tg1 (che già va male)
di Carlo Tecce
II programma è statico, il pubblico è mobile. Non piace ai telespettatori Giuliano Ferrara che celebra la calma giapponese e ragiona senza esiti sul nucleare: in 6,01 milioni guardano la sigla di Qui Radio Londra e segnano il 21,1 per cento di share, poi si dileguano di corsa. Ferrara chiude il suo monologo di cinque minuti con il 18,7 per cento di share, ma i 6 milioni sono scomparsi: resistono 5,38 milioni di spettatori, in 632 mila hanno cambiato canale.
La Rai brinda con la media di Qui Radio Londra – 5,91 milioni e 20,6 per cento di share – e dimentica di confrontare il debutto di Ferrara con chi l'ha preceduto: non tanto con il Fatto di Enzo Biagi che per 834 puntate in otto edizioni ha parlato a un pubblico di 6,5 milioni, almeno con gli esordi in Batti e ribatti di Riccardo Berti (24,6 per cento di share), Pierluigi Battista (28,94) e Clemente Mimun (26,71).
E pensare che Ferrara ha beccato un giorno memorabile, un momento di rara fortuna per il Tg1 di Augusto Minzolini. Il telegiornale di Rai1 cede la linea a Ferrara (alle 20:31) con 7,5 milioni di spettatori e il 26,9 per cento di share, già con la pubblicità inizia la discesa, poi appena compare la sagoma dell’ex ministro berlusconiano il crollo è completo: meno 2,12 milioni di persone, meno 8,2 punti di share.
Il minuto per minuto di Qui Radio Londra è un bollettino di guerra: ore 20:36, 6,01 milioni di italiani sono sintonizzati su Rai1; ore 20:37, scappano in centomila; ore 20:38, nessun movimento; ore 20:41, esodo di 532mila spettatori.
Rai1 ha bisogno di un po’ di pubblicità e di un pezzo di Affari tuoi per risollevarsi: Ferrara è andato via da una manciata di minuti, così tornano 1,2 milioni di spettatori. Ma l’effetto Elefantino segna una tripletta ai danni del servizio pubblico: va male l’ascolto di Rai1, vince Striscia la notizia con il 24 per cento di share e il pubblico di Ferrara trova ospitalità a Otto e mezzo di Lilli Gruber su La7, proprio la rubrica che il direttore del Foglio lasciò pensando di non avere eredi. Mentre Ferrara perde 632mila italiani e 2,4 punti di share, Otto e mezzo con Eugenio Scalfari guadagna – in tre minuti – 495mila e 1,7 punti di share. È pur sempre un record per Ferrara: veloce nel farsi firmare un contratto di tre anni a 3mila euro a puntata, velocissimo nel convincere migliaia di italiani che Qui Radio Londra non c’entra nulla con il Fatto di Enzo Biagi.
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