Chi ha detto che i mondiali quest’anno si giocano solo in Brasile? Peroni, azienda leader nella birra e marchio che mi sta particolarmente a cuore perché fondata a nella mia città natale, Vigevano, ha organizzato un’altra sfida mondiale che si gioca non sul campo da calcio ma tra i fornelli: la FoodWorld Cup.
Trentuno paesi – l’Italia non partecipa – si sfideranno sotto il controllo di Chef Rubio che ha già aperto i giochi con delle sfide semplici ma coinvolgente per sfoltire il gruppo di partenza. Tre prove, stappare le bottiglie, dividere tuorlo e albume e cucinare una frittata, hanno decretato chi fosse abile per superare il turno.
Dai trentuno paesi iniziali si è passati a sedici, quindi a dodici e ancora si è scesi a otto nazioni: sono rimaste in gara Inghilterra, Brasile, Russia, Spagna, Giappone, Francia, Grecia e Costa d’Avorio.
Chef Rubio sarà il supervisore della sfida ma non sarà lui a scegliere chi potrà avanzare. La giuria infatti è formata da tre dipendenti di Birra Peroni, Lello (impiegato al controllo qualità), Gianni (allenatore della squadra di calcio aziendale) e Luciano (responsabile della mensa Peroni).
Il compito dei partecipanti sarà quello di descrivere e preparare un piatto “street” che rappresenti il loro paese d’origine, un cibo che sia foriero di storia, umanità e creatività riassunti in un piatto.
Si tratta di una sfida che cavalca l’onda del momento, quella per la cucina, per cui tutte le televisioni sembrano impazzire e che comunque riesce a stuzzicare la fantasia non solo dei cuochi ma anche degli spettatori i quali potranno cimentarsi nella preparazione del piatto anche da casa. Il vincitore del mondiale anzi, della Foodworld cup, oltre ad una gigantesca fornitura di birra Peroni e vedrà le sue ricette pubblicate sul sito peroni.it
I fornelli sono accesi. Chi si aggiudicherà la prima edizione della FoodWorld Cup?
Articolo Sponsorizzato