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Con quella faccia un po' così...

Creato il 14 ottobre 2010 da Mapo
Prendo in prestito, un'altra volta, l'azzeccata espressione usata da un amico (peraltro genovese per forza e non per scelta), comparsa su Facebook questo pomeriggio e tratta da una famosa canzone di Paolo Conte. Si parla, ovviamente, degli sconvolgenti (ma poi così tanto?) fatti di ieri sera a Genova.E, nell'attesa che qualcuno comunichi finalmente ai telecronisti della RAI che la partita è ufficialmente terminata (girano voci che li vogliono ancora allo stadio aggirarsi tra le tribune deserte in cerca di un delegato UEFA qualsiasi a cui puntare il microfono in bocca), troviamo il modo di riderci un po' sopra.
Con quella faccia un po' così...
Con quella faccia un po' cosìquell'espressione un po' cosìche abbiamo noi prima di andare a Genova
Ridere, dicevo. Lo trovo più semplice. Dovessimo prenderci sul serio, saremmo costretti a commentare l'ennesimo limpido emblema della stupidità umana che ci circonda, scomodando la psicologia di gruppo e le teorie di Popper sulla televisione "cattiva maestra", pensando al circo mediatico che tutto racconta e tutto distorce. Potremmo trovarci nell'imbarazzo di ammettere che quel girone dantesco (come veniva descritto quello di ieri sera) poi tanto insolito non è, anche per uno che il calcio lo mastica davvero poco. Oppure dovremmo riflettere su quanto possa essere vergognoso come, giusto per il gusto di far girare una giostra già rotta ma con un biglietto d'ingresso molto alto, che dei giocatori (perlaltro non esattamente dei martiri, ma più propriamente un accozzaglia di tamarri di scolarità medio bassa ultrapagati e pettinati come chitarristi rock) debbano rischiare un trauma cranico da fumogeno. Per non parlare del vuoto stucchevole di quella retorica trasversale riversata copiosa nei microfoni della diretta che è partita dai caduti in Afghanistan, passando per i bambini che erano allo stadio rincorsi dai primi piani del cameramen, fino alla sclerosi multipla.Devo ammettere che un po' mi piacerebbe, in fondo, far della polemica pensando alle schiere di xenofobi (o semplicemente ignoranti) che ieri, fingendo di lamentarsi, godevano di uno spettacolo diverso dalla solita partita della nazionale, liberi di sfogarsi a parolacce condite di insulti razzisti, dopo una giornata noiosa trascorsa nella grigia monotonia di qualche fabbrica del nordest. Come quel ragazzo con gli occhiali e i capelli ricci, che mentre lo stadio veniva sgomberato, prendeva tra le mani una videocamera accesa e ci urlava dentro, avendo l'accortezza di far leggere bene il labiale all'Italia unita (com'è sempre quella che si trova davanti alla partita della nazionale), il più classico (e ignorante) degli "Zingari di merda". Il bello della diretta! E' stata una delle ultime immagini che mi sono venute alla mente, prima di addormentarmi.
Bah, forse è davvero meglio prenderla sul ridere.

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