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Con Ujiri i Raptors hanno cambiato pelle

Creato il 24 luglio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

A Toronto è rispuntato il sole, dopo tante nuvole e maltempo. Il sole ha un nome e cognome: Masai Ujiri. L’arrivo, o meglio il ritorno, del General Manager (a giugno 2013 con un quinquiennale da 15 milioni di dollari) che aveva demolito e ricostruito in breve tempo i Nuggets ha cambiato totalmente le sorti dei Toronto Raptors, una franchigia che dopo la partenza di Chris Bosh era caduta definitivamente nell’oblio e nei bassifondi della Eastern Conference. 5 anni senza playoff, peggiori record della non impossibile Atlantic Division, scelte al Draft e di mercato non sempre condivise da tutti, problemi interni, allenatori non in grado di gestire il gruppo.

Per risolvere tutti questi problemi allora è stato scelto Ujiri e per il momento la situazione sembra dar ragione a chi l’ha fortemente voluto ai Raptors. Come prima cosa ha deciso di cedere i contratti pesanti presenti nel salary per creare margine di manovra con i free agent (via prima Bargnani e poi Gay), poi ha confermato coach Dwayne Casey che tutto sommato aveva fatto il possibile con il materiale a disposizione. I frutti si stanno vedendo proprio adesso, dopo una stagione da 48 vittorie e 34 sconfitte e l’uscita al primo turno di playoff per 4-3 contro i Nets, i Raptors si candidano ad essere una delle sorprese della prossima stagione grazie ad un roster giovane ma molto compatto e con un paio di giocatori pronti ad esplodere.

DeMar DeRozan, Terrence Ross e Jonas Valanciunas sono la base che ha scelto Ujiri per far ripartire la franchigia canadese: DeRozan a 24 anni ha giocato il suo primo All-Star Game e con 22.7 punti di media si è preso la squadra sulle spalle ergendosi a leader; i suoi margini di miglioramento sono ancora ampi: tiro da fuori, scelte di tiro, difesa sono tutte cose da mettere a posto, ma il futuro per lui sembra essere davvero luminoso. Al suo fianco preso dal Draft 2011 con la #5 c’è il centro lituano Valanciunas che ad appena 21 anni sfiora già la doppia-doppia di media ed è cresciuto tantissimo; un giocatore molto fisico ma altrettanto tecnico che se continuerà a migliorare (i centri solitamente maturano un po’ più tardi delle guardie) arriverà senza problemi ad essere un All-Star. Il terzo è Ross, altra scelta al Draft, la #8 nel 2012, un atleta incredibile che però abbina un ottimo tiro da tre punti, a 22 anni anche per lui i margini di miglioramento sono incredibili e come terza/quarta opzione offensiva rimane un bel lusso.

Il lavoro più importante però Ujiri l’ha fatto qualche giorno fa riuscendo a convincere Kyle Lowry a rifirmare con i canadesi dopo una grandissima stagione (tantissime le polemiche per la sua mancata convocazione per l’All-Star Game): 4 anni a 12 milioni a stagione e soprattutto le chiavi della squadra da condividere con DeRozan hanno convinto il playmaker 27enne a sposare questo progetto tecnico. Sarà lui a gestire i ritmi e i compagni e se lo saprà fare come lo scorso anno per Toronto si prospetta una grande crescita (non per nulla sul free agent c’erano tantissime contender interessate).

It's official. Kyle Lowry is back with the #Raptors! Full details: http://t.co/LPRVmhqMy3 #RTZ #WeTheNorth pic.twitter.com/jyJkElazcF

— Toronto Raptors (@Raptors) 10 Luglio 2014

Per puntellare la panchina, che lo scorso anno è un po’ mancata ai Raptors in alcune fasi della stagione, il GM ha scelto di ri-firmare altri due giocatori importanti come Patrick Patterson (24 anni, ala, ha firmato un triennale da 18 milioni totali) e Greivis Vasquez (27 anni, playmaker, ha firmato un biennale da 13 milioni complessivi), due giocatori che in molte altre squadre probabilmente partirebbero in quintetto, ma che a Toronto serviranno per spaccare in due la partita entrando nella second unit.

Here's full details on @pdpatt re-signing with the #Raptors: http://t.co/LsKHXjaDQ2 #RTZ #WeTheNorth #PatmanReturns pic.twitter.com/cDNfonXONa

— Toronto Raptors (@Raptors) 12 Luglio 2014

Per concludere Ujiri ha lavorato anche sul mercato: come free agent ha ripreso James Johnson, già visto in maglia Raptors e reduce da una buona stagione ai Grizzlies dopo tanti problemi personali. Porterà atletismo e difesa tra gli esterni, quello che non ha portato Landry Fields lo scorso anno. In una trade con gli Atlanta Hawks invece si è portato a casa una guardia con tanti punti nelle mani come Louis Williams che potrebbe candidarsi tranquillamente per il premio di Sesto Uomo dell’Anno e il centro brasiliano Lucas Nogueira, un giocatore tutto da costruire, super verticale, ottimo stoppatore e con dei margini di miglioramento enormi che potrebbe anche stupire come riserva di Valanciunas.

L’unico dubbio sull’operato del GM? La scelta al Draft di quest’anno. Con la #20 ha scelto personalmente Bruno Caboclo, ala di 204 cm classe ’95 che arriva dal Pinheiros, una squadra brasiliana, che era praticamente sconosciuto alla maggior parte degli addetti ai lavori. Un prospetto su cui lo staff dei Raptors potrà lavorare a fondo ma che ci si aspettava potesse arrivare con una scelta al secondo giro.
Ujiri però ha scelto così, e visto il lavoro fatto in questi anni (anche a Denver) forse c’è da mettere da parte lo scetticismo e fidarsi.


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