Magazine Italia
Quel luogo è Nocera Terinese, piccolo borgo calabrese in provincia di Catanzaro, in cui ogni anno durante la settimana santa si ripete il rito dei “Vattienti”, letteralmente i flagellanti.
Si tratta di un rito religioso cristiano ma in cui molti ravvedono sfaccettature pagane e altri ancora i segni della barbarie che contraddistinse l’epoca medievale. Certo è che le prime testimonianze storiche risalgono al 1618. Da allora il rito, che in molti altri paesi è scomparso, resiste, sfidando persino la Chiesa, la quale ne ha disposto più volte l’annullamento, anche tramite le forze di polizia. L’ultimo intervento in merito risale al 1958.
Il rito si svolge ogni anno durante il sabato che precede la Pasqua ed avviene contemporaneamente alla processione della Madonna Addolorata, un corteo a capo di cui è posto il gruppo ligneo raffigurante la madre di Cristo.
La tradizione vuole che la statua sia stata scolpita utilizzando il legno di un albero di pero selvatico e che lo scultore abbia perso immediatamente la vista per non potere più ripetere un simile capolavoro.
I flagellanti, che negli ultimi anni sono aumentati, sono coloro che hanno teoricamente qualcosa da espiare per sé stessi o per altri o che intendono con il loro sacrificio ottenere un voto.
Ai vattienti vengono fatti indossare dei pantaloncini rigorosamente scuri e corti per lasciare nude le gambe e le cosce, che saranno le parti flagellate, e viene loro posta sul capo una corona di spine. Intanto, viene fatto scaldare un infuso di rosmarino che successivamente viene energicamente massaggiato sulle gambe dei vattienti per facilitare il riassorbimento del sangue.
Gli strumenti con cui il vattiente dà luogo al rito sono il cardo e la rosa. Si tratta di dischi di sughero con i quali il vattiente si percuote. Uno ha inseriti sulla sua superficie tredici pezzi di vetro che simboleggiano i dodici apostoli e Cristo, l’altro è, invece, ben levigato e viene usato sia per preparare prima con i colpi la pelle a ricevere le ferite procurate dalle schegge di vetro sia, secondo alcuni, per macchiare con il sangue le mura e le porte delle case attraversate dalla processione.
Il vattiente esce dalla propria casa con le braccia incrociate e impugnando il cardo e la rosa. Ma nella processione non è solo. Legato a lui con una corda c’è, infatti, l’ ecce homo. Si tratta in genere di un ragazzino che indossa soltanto un panno rosso che gli lascia scoperte le spalle e una corona di spine.
L’ecce homo, nel dialetto locale acciomu, trascina per tutta la processione una croce rivestita di rosso e rappresenta la figura e il sacrificio di Cristo.
I vattienti camminano per il paese battendosi prima davanti alla propria casa e poi davanti alle case di amici e parenti, i sagrati delle chiese e davanti alle icone votive. Nel loro percorso di espiazione sono accompagnati da parenti e amici che bagnano loro le gambe con infusi di vino e aceto. In questo modo, prevengono sia possibili infezioni che la formazione di coaguli e croste che oltre a provocare dolore renderebbero meno scenico il rito.
Così il sangue continua a sgorgare in forma liquida fino a che, giunti alla statua della Madonna dell’Addolorata, il vattiente, dopo aver pregato, ritorna nelle propria casa.
Dopo essersi rivestito si ricongiunge subito alla folla e segue, a sua volta, il percorso degli altri flagellanti.
http://www.noceraterinese.com/riti/
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Le inchieste del colonnello Reggiani di Valerio Massimo Manfredi
Antonello da Messina - Ritratto d'uomo Un nuovo investigatore si affaccia sul panorama letterario dei romanzi gialli: nuovo perché a differenza di altri... Leggere il seguito
Da Funicelli
SOCIETÀ -
Nessuno appartiene al cammino – Sessantaquattro anni di Convenzione sui profughi
(c) Pino OlivaNessuno appartiene al cammino tranne una tasca riempita di foglie della notte(Hoda Ablan) Da sessantaquattro anni si ricorda la stipula della... Leggere il seguito
Da Met Sambiase
CULTURA, SOCIETÀ, TALENTI -
I punti di rottura di un’arte eclettica: intervista ad Alex Caminiti
Poetico, innovatore, anticonformista. Se le sue opere sono capaci di eludere ogni modello canonico, la sua personalità risulta essere senza dubbio affascinante. Leggere il seguito
Da Jackfide
POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
GLI ANNI DI PORPORA | Antologaia | Porpora Marcasciano racconta i suoi anni ‘70
di Maria Dente AttanasioIn Antologaia Porpora Marcasciano (presidente del Mit, Movimento identità transessuale) ricostruisce e restituisce i suoi sofferti... Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ -
Mons. Giuseppe Maria Maragioglio
Provinciale, definitore generale dell’Ordine dei Frati Cappuccini e vescovo attento e premuroso di Patti Nacque a Salemi il 17 maggio 1811 da una famiglia... Leggere il seguito
Da Agueci
FAMIGLIA, SOCIETÀ -
Culto e Potere nel Messico della NarcoGuerra
Di Fabrizio Lorusso – Da minima moralia – DiFabrizio Lorusso – Pubblichiamo un estratto dal libroNarcoGuerra. Cronache dal Messico dei Cartelli della Droga... Leggere il seguito
Da Vfabris
SOCIETÀ