Con un solo calzino e la gallinella di mare - spaghetti alle vongole con uvetta, mandorle tostate, scorza di limone siciliano e percezione di marsala

Da Saporidivini
Lei gira con un calzino solo, gattona con rapidità sfidando anche alcune leggi di gravità. Tu la chiami e lei si blocca, gentilmente riacquista la posizione seduta e ti regala un sorriso sornione che in pochi attimi trasforma nella sua risata vibrata. Solleva la mano sinistra e la sventola accompagnando il gesto con un sonoro “Ciaooo!” cristallino.Si volta e riparte la caccia. Tu la chiami e lei ripete la scena, ripete la sua risata, replica il suo “Ciaooo!”, cristallino.Gira la testa e si rimette a gattonare fino a scomparire oltre la porta. La chiami e lei riappare, sorridente, divertita, felice di salutarti e di ridere.Scompare ancora ma questa volta nessuno la chiama. Il silenzio a volte è assordante, strano in una casa dove la grande sta usando la sillaba più antipatica del mondo come leit motif, un no su tutto, una negazione continua, anche delle evidenze.Il silenzio è subito rotto dal ritmico avanzare delle ginocchia e delle mani sul pavimento. Una piccola pausa ed ecco spuntare solo il suo viso, leggermente imbronciato, con gli occhi supplicanti, con il dubbio che non si voglia più fare quel gioco che a lei piace tanto.Il suo sorriso lentamente appare e basta chiamarla per nome che la magia riprende, la sua risata riempie l'aria di felicità, sua e nostra nel sentire quella risata tremolante, risata comica, birbante.La salutiamo senza proferire parola ed allora lei compie un altro passo, sufficiente a farle raggiungere il centro della porta, il cuore del suo palcoscenico. Si siede elegantemente, solleva la mano e ci lancia il suo “Ciaooo!”, cristallino.Athena Giada è una festa, comicità straripante nelle piccole cose. Così finge di volersi addormentare. Si accoccola sul petto della Mamma, si stropiccia gli occhi e cerca di strappare la scollatura. La nutrice, allora le propone il seno, lei si avvicina e lo morde, quasi con cattiveria.
La Mamma lancia un grido lacerante, come il dolore improvviso che ha sicuramente provato.
Athena Giada si stacca, la guarda e... ride.Che brutto gioco, che paura ha ora la Mamma, anche perché lei vuol ripetere il gioco. Si copre gli occhi, sbadiglia e allunga la mano sul seno.La Mamma, severa, le mostra il dito negante e mi sottolinea che ora non la attaccherà più, che con quei dentini (vigliacchi) le ha quasi staccato il capezzolo.Athena Giada la guarda e poi stupita si volta verso di me. I suoi occhi diventano grandi, intensi, pieni della sua richiesta d' aiuto. Solleva la sua manina e mi fa “Ciaooo!”, cristallino come la sua risata tremolante che seguirà.Non riesco a trattenermi ed inizio a ridere, ridere, ridere contagiando la Mamma, così Athena riprende a sghignazzare felice. Lei ride, ride, ride fino al singhiozzo.Un sorso di latte dal biberon per sedare quel ritmico fastidio ed una goccia bianca le scende sul labbro.Alice Ginevra è crollata sul divano dopo una giornata traboccante di salti e corse, di scalette e di scivolate dentro al tubo urlando il suo “wiiii!”.Il giro al supermercato con lunghissima sosta davanti al banco del pesce interrogando la Mamma sui nomi di ogni esemplare pinnato, fino ad arrivare alle Alici.“Mamma, che pesci sono questi?”.“Sono le alici!“, le risponde sicura la Mamma.“Ah, sono alici?”. Il suo sguardo si insinua, si indaga attraverso la vetrina e poi si rivolge alla commessa dietro al banco e le chiede, “Questi pesci sono molto piccoli, sono appena nati, vero?”.I suoi occhi perseverano, scrutano e selezionano ogni pesce presente, steso sul ghiaccio del bancone fino a che esordisce con una certezza, “quello è il suo babbo!” indicando un cefalo e “quella è la sua mamma!”.“Alice Ginevra, quella è la gallinella di mare”, Sabrina completa la cultura ittica della giovane curiosa. Alice Ginevra ripete “la gallinella di mare!” e mentre la nomina si lascia sfuggire anche un “coccodè, coccodè, coccodè!”.La ragazza dietro il banco non riesce a trattenersi ed una fragorosa risata fa girare la clientela distratta poi, allontanandosi, Alice Ginevra grida “Ciao pesci, fate i bravi!” ed il sorriso di tutti quelli che hanno assistito al suo declamare la accompagna fino alle casse.Alice Ginevra è così, ti sa stupire. Athena Giada è così, ti sa coinvolgere.Stanche, con gli occhi chiusi, scivolano prima una e poi l'altra nei loro letti per poi risvegliarsi e scoprire, per farci conoscere il loro mondo diverso ogni volta.


******************************Gli spaghetti alle vongole sono un classico che noi amiamo profondamente. Di tanto in tanto apportiamo qualche variazione al piatto in modo da renderlo ancora più sorprendente. La ricetta che segue è quella di un piatto meravigliosamente riuscito, ricco e mediterraneo.

SPAGHETTI ALLE VONGOLE CON UVETTA, MANDORLE TOSTATE, SCORZA DI LIMONE SICILIANO E PERCEZIONE DI MARSALAIngredienti per 3 persone:270 g di spaghetti500 g di vongole veraci frescheprezzemolo frescola scorza di mezzo limone non trattato (noi abbiamo usato un limone siciliano dono di Scarlett)50 g di mandorle spellate2 cucchiai di uvetta sultanina di qualità1 peperoncino calabrese essiccato2 spicchi d'aglioolio extravergine d'olivamezzo bicchiere abbondante di Marsala (di qualità)La prima cosa da fare è togliere le vongole dalla loro reticella, sciacquarle e lasciarle quindi a bagno in una ciotola capiente in cui avremo versato acqua fredda con un bel pizzico di sale. In questo modo le vongole rilasceranno eventuali tracce di sabbia. Noi solitamente le lasciamo a bagno per circa 4 ore, cambiando l'acqua almeno una volta.Le sciacquiamo sotto acqua corrente.In un tegame capiente, scaldiamo un filo di olio extravergine d'oliva insieme ad uno spicchio d'aglio leggermente schiacciato. L'altro spicchio d'aglio invece, lo tritiamo finemente e facciamo lo stesso anche con il prezzemolo.Appena lo spicchio d'aglio comincia a sfrigolare, lo togliamo dal tegame e versiamo le vongole veraci aggiungendo anche lo spicchio d'aglio tritato. Copriamo il tegame con un coperchio e lasciamo che le vongole si aprano. Bastano pochissimi minuti. A questo punto sfumiamo con il Marsala e aggiungiamo anche il prezzemolo tritato, l'uvetta e il peperoncino sminuzzato. Lasciamo sobbollire brevemente, senza coperchio. L'alcol evaporerà, ma insieme alle vongole rimarrà un po' di liquido di cottura che ci sarà utile per saltare gli spaghetti. La cosa importante per la buona riuscita del piatto è fare sì che le vongole non cuociano troppo a lungo. Bastano davvero pochi minuti, da quando si versano nel tegame a quando si sfuma con il Marsala.In un padellino antiaderente facciamo tostare le mandorle che avremo precedentemente tagliato a lamelle non troppo sottili, in questo modo la sensazione di croccantezza sarà deliziosa.In una pentola cuociamo gli spaghetti, scolandoli 4 minuti prima rispetto ai tempi di cottura riportati sulla confezione. Completeremo la loro cottura saltandoli insieme alle vongole e al loro liquido aggiungendo anche un po' d'acqua di cottura della pasta, fino a raggiungere la cottura ottimale degli spaghetti.Appena sono al dente e gli ingredienti risultano ben amalgamati tra loro, togliamo dal fuoco e impiattiamo completando il piatto con la scorza del limone appena raccolto dall'albero e con le mandorle tostate.La scelta di sfumare le vongole con il Marsala è stata eccellente in quanto il piatto ne conserverà un leggero sentore che ben si sposa con la freschezza della scorza di limone e con la nota tendente al dolce dell'uvetta.

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