Conchita Wurst e il dibattito europeo
Il nome di Conchita Wurst è ormai il nome che spopola in rete, e nei dibattiti. Per essere colei che ha trionfato durante la 59° edizione degli Eurovision, chiaramente, ma soprattutto per i motivi estranei all’indiscutibile talento musicale che l’hanno portata alla vittoria: all’anagrafe Conchita è Tom Neuwirth, uomo austriaco di venticinque anni che si è trasformato in una drag queen con la barba.
Un contrasto così particolare e sopra le righe non poteva lasciare l’Europa silenziosa. Chi si schiera tra quelli che sostengono il progredire umano verso la libertà sessuale e di immagine, chi, nel mezzo, reputa il tutto se non altro eccessivo e ancora chi, dall’altra parte, sostiene che la vittoria di Conchita sia un orrore.
È indubbio che a premiarla sia stato qualcosa al di fuori del talento musicale in sé, che la sua estetica quanto meno particolare sia riuscita a richiamare l’attenzione – ben più delle mutande color oro della nostrana Emma in bella mostra. C’è da capire se il dibattito scatenato tra gli estremismi delle varie fazioni sarà come il precedente di Vladimir Luxuria materia di scontri internazionali oppure se lascerà il tempo che trova tra qualche giorno.
Il paragone col caso Luxuria alle Olimpiadi di Soci non è però azzardato: la Russia di Putin ha già affermato la sua posizione contraria al fenomeno Conchita. Da una parte, l’Austria sostiene che abbia trionfato la tolleranza e il libero pensiero, dall’altra invece la Russia rimarca l’orrore che pensa a proposito dell’artista. La Russia è nota al panorama internazionale per le sue posizioni fortemente omofobe, e all’Eurovision ciò era sommato alla tensione delle sue due cantanti gemelle contro la cantante rappresentante l’Ucraina. Che poi la vittoria sia stata ottenuta da una drag queen ha peggiorato le cose: sul web i nazionalisti russi stanno dando sfoggio di opinioni più o meno velate su come ne uscirà l’Europa.“Il risultato di Eurovision ha mostrato ai sostenitori dell’integrazione europea il loro futuro europeo: una donna barbuta”.