Si è conclusa ieri sera la sesta edizione del Rock in Rio Lisboa, la tappa portoghese di uno di più grandi festival di musica rock al mondo, che tocca alternativamente le tre città di Rio de Janeiro, da dove ha preso il nome e dove è nato, Lisbona e Madrid.
Anche quest’anno, come i precedenti, la line-up comprendeva nomi importanti dell’universo rock: Robbie Williams, Rolling Stones, Linkin Park, Arcade Fire, Queens of the Stone Age. Ma anche altri artisti, come Steve Aoki, Justin Timberlake, Lorde, Jessie J.
I numeri sono stati spaventosi, il 29 giugno il sold out dovuto agli iconici, e sempre energici, Rolling Stones ha portato alla manifestazione 90 mila anime.
Per fortuna il parco di Bela Vista, dove il Rock in Rio è stato ambientato, è un punto strategico. Grande, disposto su una collina da cui si gode di una bellissima vista sulla città quasi come fosse un miradouro, e soprattutto formato da collinette che permettono una visuale sul palco – strategicamente in basso – come un anfiteatro naturale. Un posto creato appositamente per ospitare grandi festival.
Anche perché anche nelle giornate in cui il sold out non è stato raggiunto, come ad esempio il 30 maggio, c’erano intorno alle 65 – 70 mila persone. Si parla comunque di grandi numeri, che richiedevano un’organizzazione impeccabile, che in effetti c’è stata. Mc Donald, Padaria Portuguesa, Telepizza, Algida, tutto presente.
C’era anche una ruota panoramica gigante, dispositivi atti al caricamento della batteria del telefono, fili panoramici, e anche un servizio navetta che collegava, a fine nottata, alle zone centrali della città (anche se incredibilmente a pagamento).
Altra cosa incredibile, la sorpresa che Bruce Springsteen ha fatto il 29 maggio al pubblico, salendo sul palco assieme ai Rolling Stones per un’improvvisata. Come se non ci fosse limite al meglio.
Inoltre, per concludere in bellezza, il Rock in Rio è stato il uno dei primi festival in tutto il mondo ad aver ricevuto il certificato di completa ecosostenibilità d’accordo con le norma internazionale, e uno dei primi a donare parte dei ricavati, circa 2,8 milioni di euro, – insieme a soci privati – a varie associazioni per scopi socialmente utili.