Concorso letterario 8x8, un nuovo modo per fare scouting
Pubblicato da Elena Bigoni Cari lettori,il 10 settembre uscirà per la casa editrice Carta Canta il libro Si sente la voce, una raccolta curata da Oblique Studio di 42 racconti selezionati tra i migliori e i finalisti del concorso letterario 8x8. Per presentare questa raccolta e il concorso letterario 8X8, decisamente diverso nel suo genere, abbiamo deciso di intervistare Leonardo Luccone, ideatore del concorso. Buona lettura.
Titolo: Si sente la voce
Autori: AAVV
Curatori: Oblique studio
Editore: Carta Canta
Genere: Raccolta
Pagine: 240
Costo:14,00 euro
Data di pubblicazione: 10 settembre 2012
Quarta di copertina
4 anni, 20 serate, quasi 2000 racconti arrivati, una quarantina di scrittori che hanno firmato un contratto editoriale e alcuni di loro (Paolo Piccirillo, Alessio Torino, Giuseppe Schiallaci, Valentina Pattavina, Ivan Polidoro) con successo di critica e stampa, questi i numeri di 8x8 il concorso letterario definito da molti «il torneo letteraio più bello d’Italia». In Si sente la voce sono raccolti, per la prima volta in volume, i racconti migliori, quelli più apprezzati dalle giurie (popolare e di qualità) delle varie serate e dagli ideatori del concorso, Oblique Studio, che hanno curato la raccolta. Si sente la voce mostra ancora una volta come la forma racconto goda di ottima salute e sia un eccezionale strumento di indagine della realtà. Di chi, tra questi scrittori, sentiremo parlare nei prossimi anni?
Intervista a Leonardo Luccone 1. Benvenuto su Diario, Leonardo. Chiediamo sempre agli intervistati di presentarsi al nostro pubblico, ti va di parlarci un po’ di te? Chi è Leonardo Luccone? No. Parliamo di 8x8, dài.
2. Sei l’ideatore del concorso letterario 8x8, ti andrebbe di parlarci di questo concorso decisamente diverso dal solito? Perché hai sentito la necessità e il desiderio di crearlo? Da dove nasce l’idea?
8x8 è un progetto di Oblique Studio e nasce dal proposito di dare vita a un concorso letterario diverso dal solito: un concorso aperto a tutti gli aspiranti scrittori che abbiano il coraggio di salire su un palco e leggere ad alta voce il proprio racconto davanti a una doppia giuria – di addetti ai lavori e popolare –, con l’unico intento di farsi conoscere e divulgare la propria scrittura. Nessuna quota di partecipazione; nessun premio in palio – fatta eccezione per qualche libro –, il coinvolgimento diretto di case editrici e autori affermati e la possibilità di farsi notare. Dopo la pubblicazione del bando, l’autore può inviare il proprio racconto (che, ricordiamolo, non deve superare le 8000 battute complessive), un comitato di lettura composto da 10 lettori seleziona gli 8 finalisti per ciascuna delle 5 serate. I vincitori di ciascuna serata approdano alla finale nazionale in programma al Salone Internazionale del libro di Torino, che decreterà il vincitore dell’edizione. La formula è tutta qui. L’idea, come quasi sempre accade, è nata per caso. La cosa divertente è che è nata prima delle competizioni con giuria che ora spadroneggiano in tv.
3. L’iniziativa è stata un successo sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico sin dalla prima edizione. Secondo te quali sono gli elementi che lo hanno determinato?
La novità della formula, il ruolo attivo del pubblico; l’elemento agonistico, competitivo garantito dal fatto che ogni serata è in sé un piccolo certame; la possibilità, per i più curiosi e attenti ai meccanismi editoriali, di capire quali sono i criteri che stanno alla base di un giudizio professionale e di sentirlo dalla viva voce degli addetti ai lavori; l’aspetto ludico, la possibilità di trascorrere una serata piacevole, in un bel locale, tra facce note e meno note.
4. Dopo 4 anni, 20 serate e 2000 racconti inviati, circa 40 scrittori hanno ad oggi in mano un contratto editoriale. Cosa hanno trovato in più le case editrici nell’iniziativa 8x8 rispetto agli altri concorsi letterari?
La possibilità di fare scouting senza filtri e mediazioni, guardando negli occhi l’autore, ascoltando con le proprie orecchie, in presa diretta, i racconti. La lettura ad alta voce può far scattare scintille che vanno al di là della qualità letteraria del testo; un editor può essere colpito non solo da quello che sente e legge ma anche da altri dettagli. Il concorso ha avuto successo perché abbatte le barriere che di solito si frappongono tra l’aspirante scrittore e gli addetti ai lavori, e questo a vantaggio degli uni e degli altri.
5. Potendo osservare da vicino i partecipanti, quali sono state le loro qualità, gli atteggiamenti che ti hanno maggiormente colpito, quale è stato il loro approccio alle serate di lettura?
In generale è ammirevole da parte degli autori la disponibilità a mettersi in gioco. Non è facile per nessuno – autori affermati o aspiranti – salire su un palco; leggere di fronte a una platea di sconosciuti il proprio racconto, vedere subito dopo alzarsi cinque palette numerate (spesso con cifre basse) e sentire i pareri (spesso negativi) dei giurati. Anche qui senza nessun filtro, nessuna mediazione. Magari per il fatto stesso di aver passato la fase di preselezione, l’autore pensa che il suo racconto verrà comunque giudicato positivamente. Invece, il parere della giuria della serata può essere drammaticamente negativo. Ecco, la dote che ammiro di più nei partecipanti di 8x8 è il coraggio e la giusta dose di sana incoscienza.
6. L’atmosfera delle serate è molto serena, quasi conviviale. Ti piacerebbe raccontare qualche aneddoto divertente? Qual è solitamente la risposta del pubblico a questa sorta di torneo?
Sì, di solito l’atmosfera è divertente e abbastanza rilassata. Non sono mancati i colpi di scena: una volta un concorrente è dovuto andare via prima della fine della gara per prendere il treno e ha rischiato di essere vincitore in contumacia; un’altra volta un autore se ne è andato sdegnato in polemica con i giudici. Nell’ultima edizione c’è stato uno spassosissimo battibecco tra due giudici, qualcosa di personale. Il pubblico dice sempre la sua: fischia, mormora. A volte ci sono grida isolate. È divertente pure quando un concorrente si porta vagonate di amici (che applaudono in maniera esagitata il proprio beniamino e sono freddi con gli altri) nella speranza di cambiare l’esito del verdetto finale. Il meccanismo della gara per fortuna argina questa eventualità.
7. Entro breve sarà pubblicato il bando di concorso della V edizione, ma il 10 settembre uscirà grazie alla casa editrice CartaCanta la raccolta con alcuni racconti delle prime quattro edizioni, Si sente la voce; cosa vi ha spinto a pubblicare questa raccolta?
L’idea di pubblicare un’antologia con i migliori racconti del concorso è sempre stata parte integrante del progetto 8x8. Sapevamo fin dall’inizio che avremmo fatto questo libro, dovevamo solo avere pazienza, raccogliere un buon numero di racconti validi e trovare l’editore interessato. Si sente la voce è il naturale compimento della prima parte di un percorso iniziato cinque anni fa. Ora non ci resta che andare avanti, migliorando e innovando.
8. Il lettore che si avvincerà a questo libro cosa vi troverà? Quanti racconti sono presenti all’interno della raccolta? Quali sono stati i criteri di scelta dei racconti? È possibile riscontrare un filo conduttore in essa?
La raccolta comprende 42 racconti: i vincitori di tutte le serate delle quattro edizioni, più i quelli che ci piacevano di più. Non parlerei di filo conduttore, anche se prevalgono certi temi ricorrenti. Nell’introduzione li ho delineati. Sostanzialmente: il tema della malattia, la paura della morte e del mondo, la vecchiaia, i rapporti familiari difficili, l’infanzia, il Sud, i rischi e i disastri naturali eccetera.
9. Le serate si svolgono a Roma (ad esclusione della serata finale che si svolge al salone del libro di Torino), ci sarà in futuro la possibilità di vedere un 8x8 itinerante?
8x8 è già itinerante. Oltre che a Roma, infatti, abbiamo organizzato serate a Firenze, Milano e, come giustamente ricordavi, a Torino per la finale nazionale.
10. Se dovessi riassumere in poche parole l’esperienza 8x8 quali sarebbero?
Sfida, coraggio, incoscienza, tenacia. Entusiasmo, partecipazione, passione. E, finalmente, editoria.
11. Grazie per averci dato l’opportunità di intervistarti e in chiusura un’ultima: domanda: quali sono i tuoi progetti futuri?
Il motto di Oblique è un nuovo progetto o novità sostanziosa l’anno. A settembre-ottobre ci sarà, vedrete.
Dicono del concorso letterario 8X8
Logo 8X8
«A leggere un proprio racconto ad alta voce si ha sempre paura che ci sia in giro quel famoso bambino che da un momento all’altro potrebbe alzarsi e dire che il re è nudo. Ci vuole coraggio. Questi sono ragazzi coraggiosi.» Fabio Geda «I racconti brevi sono insidiosi, richiedono ritmo, chiarezza e incanto. Questi ragazzi ne sono capaci.» Lorenza Ghinelli«Ancora prima di un torneo letterario, 8x8 è un moltiplicatore di storie, di racconti, il cui prodotto non è mai prevedibile. Perché il terzo fattore in gioco – gli autori – è tutto da scoprire.» Martino Gozzi
«Un concorso letterario vero e nobile, dove ogni racconto è valutato, selezionato e curato con severità e passione.» Alcìde Pierantozzi
«Il bello di 8x8 è che puoi veramente essere un tifoso a tutti gli effetti, e magari incazzarti perché vedi il tuo racconto preferito superato da altri, ma al tempo stesso essere contento di aver puntato sul cavallo sbagliato, sentire che c’hai creduto fino in fondo e convincerti che il futuro ti darà ragione.» Veronica Raimo
«8x8 è il torneo letterario più bello d’Italia. Crea dipendenza. E lancia talenti. Chapeau.» Michele Rossi
«Un concorso che spezza lo stilema dello scrivente da cameretta, da bacheca Qui si deve alzare il culo dalla sedia e abbandonare la gloria tutta personale e tutta effimera che rimanda un monitor. Qui ci si deve offrire, faccia a faccia. Qui, in questo confronto che è 8x8, resta solo il talento, finalmente.» Emanuele Tonon