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Condannati a essere conservatori

Creato il 03 marzo 2011 da Luci

mi sono sempre considerata un’inguaribile progressista.

talmente ingenua che pensavo perfino che una coalizione che si chiamava “i progressisti” poteva vincere le elezioni nel 1994, perchè finalmente era un anno di svolta, la DC crollata, il PSI ad hammamet, diobono, non ci dovevano essere problemi.

infatti.

sì.

sorvoliamo.

quando andavo a scuola malsopportavo la decrepitezza della scuola pubblica italiana e facevo manifestazioni, dibattiti e occupazioni per chiederne una riforma, la riforma dei programmi, risalenti ancora a gentile, la riforma degli insegnamenti, volevo più scienze, volevo l’educazione sessuale nelle scuole, volevo abolire l’ora di religione e mettere l’ora sulle religioni, volevo cambiare la mia classe, la mia scuola e già che c’ero anche la mia città e, perchè no, anche il mondo, chissà.

mi stavano strette le istituzioni esistenti, volevo un nuovo modello rappresentativo, un rapporto diverso fra la politica e il cittadino, pensavo che l’elezione diretta dei sindaci era il primo passo per far sì che gli eletti avessero col territorio un rapporto vero, fatto di impegno serio, di consapevolezza.

mi faceva sorridere un presidente della repubblica che non aveva altro ruolo che starsene lì, appollaiato a guardar passare i treni, un vecchio francesco cossiga, che faceva più pena che paura, che non si sapeva mai se c’era o se ci faceva.

ero, insomma, desiderosa di cambiamenti, di riforme, di innovazione.

da anni mi ritrovo a dover rincorrere le emergenze.

il federalismo ringhioso della lega.

la totale mancanza di rispetto delle istituzioni del “polo delle libertà”.

l’arroganza vaticana.

l’ignoranza fatta ministro della pubblica istruzione.

le leggi elettorali cambiate a seconda dei sondaggi.

tutte queste emergenze democratiche mi hanno rubato il mio anelito di progresso.

io passo gli anni a difendere l’esistente.

difendo la scuola pubblica, difendo la legge sull’aborto, difendo l’indipendenza della magistratura, difendo le prerogative del presidente della repubblica, difendo il territorio, difendo le donne…

difendo difendo difendo.

resisto, mi oppongo, faccio muro, quadrato, difesa, a quelle stesse cose che sognavo di cambiare, di migliorare, di far evolvere verso un futuro migliore per me e per i miei figli.

questa destra ci ha rubato perfino la voglia di cambiare.

metto in conto anche questo.

alla fine i conti si dovranno pur fare.


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