Tutti i bambini dovrebbero praticare dello sport. Fa bene al corpo, allo spirito, alla socializzazione e alla disciplina. Tra tutti gli sport che esistono, le prime opzioni sono quasi sempre due: le bambine vanno a danza, i bambini a calcio (la tragedia comincia in tenera età). Ora, premesso che sono per la libertà di scelta, ovvero fagli provare un paio di cose e poi sarà il bimbo a scegliere quello che lo diverte maggiormente, sono anche per la coerenza, cioè una volta scelto, fare in modo che ci sia una continuità, almeno di un anno accademico!!! (e invece tante mamme al primo capriccio o segno di insuccesso, li tolgono subito. Errore!!!) Ma non è nemmeno detto che debbano essere obbligati a stare dove non vogliono, altrimenti la Maestra rischia di impazzire!
Perchè per resistere alla tentazione di voler strozzare i vostri figli serve una grossa dose di pazienza ed autocontrollo. Doti che ogni buona insegnante di danza dovrebbe avere. Doti che ogni buona insegnante rischia di perdere ogni volta che mette piede in classe. Perchè i bambini, si sa, sono spontaneamente deliziosi, ma a volte fracassano le palle esattamente come un adulto. E per ogni età c’è un problema diverso che la Santa Insegnante deve essere pronta a fronteggiare, armata di tatto, ingegno, senso pratico, autorità, dolcezza, comprensione ed un sorriso che non sempre è a portata di mano.
Dai 3 ai 7: Cuccioli meravigliosi che rotolano nei loro body rosa. Queste palline deliziose che muovono i primi passi scoordinati nelle loro scarpette sono in realtà delle bombe a mano, pronte ad esplodere all’improvviso senza un motivo apparente. La mancanza della mamma, l’amica che la urta, un giro che non le viene ed ecco il pianto più lungo ed acuto del mondo, in grado di far sentire in colpa anche un santo (figuriamoci una semplice maestra). L’effetto domino è quasi immediato: inizia una, continuano tutte. ‘Na tragedia!!! Le mamme-chiocce aspettano fuori la disperata e la coccolano come se l’avessero ammazzata di botte. Esagerate. Minimizzare e rassicurare è giusto, ma evitate di fare le mamme-panda o queste non si staccheranno mai.
Dai 7 ai 10: Grandicelle e parlanti (purtroppo) spesso arrivano in branco con il gruppo di compagne con le quali continuano a fare casino manco fossero a scuola. Alcune amano ballare, altre non sanno nemmeno perchè sono in classe (e, credetemi, si vede a primo impatto). Per loro danzare=giocare, naturale proseguimento della ricreazione scolastica. E la maestra impreca (tra se e se, naturalmente). La soglia di attenzione è bassissima, per fare lezione c’è bisogno di improvvisare un cabaret o ricorrere ai metodi autoritari. In ogni caso è una fatica bestiale (che si fa, comunque). Ecco perchè quando fuori ti accolgono le mammine con un “Ma loro vengono qui per sfogarsi” a me viene sempre un’irrefrenabile voglia di sfogarmi fisicamente sulle loro teste messe in piega dal parrucchiere. Poi mi limito ad un sarcastico “Accidenti, pensavo venissero qui per imparare a ballare“! (per sfogarsi, signore mamme, portateli al parco, non a danza)
Dai 14 ai 18: Altro che sbalzi ormonali e stanchezza. Qui c’è il delirio: le lezioni diventano sedute psicologiche (a coppia o di gruppo), sono più le assenze che le presenze (visto che a questo punto sfuggono anche al controllo genitoriale) e le volte che sono prese bene si alternano a volte in cui si sentono delle fallite totali. Ecco che la maestra deve sfoderare le spiccate doti umane (o ricordare la propria gioventù) per fronteggiare i mini-drammi quotidiani. Ma in questa fascia la selezione è più o meno naturale: se ti piace rimani, altrimenti ti segni in palestra perchè ti senti grassa (aiuto). In questa fase, care mamme, cercate di stare vicino alle vostre creature senza essere entranti o fastidiose. Mai come in questi anni hanno bisogno di comprensione…
Alla luce di tutto ciò, mamme, siate meno agguerrite contro le maestre di danza ed utilizzate un po’ più di polso con i vostri figli. Vanno indirizzati e guidati, non protetti sparando a zero contro mostri immaginari…che i veri mostrini sono loro!!!