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Confessions

Creato il 27 giugno 2013 da Cristyzen

Confessions

Regista Tetsuya Nakashima
Giappone, 2010

Confession è un film giapponese del 2010 arrivato in Italia sono quest’anno. Non ho visto molti film giapponesi, qualche horror e i film di Miyazaki costituiscono tutto il mio poverissimo compendio sul cinema giapponese. In conpenso la totalità dei cartoni animati con cui sono cresciuta vengono da lì. I primi 30 minuti del film, che costituiscono una specie di prologo, sono una delle cose più ansiogene mai viste al cinema. Un crescendo di suspense, da maestro del giallo, dettato dal ritmo di un monologo incurante del rumore di sottofondo, un montaggio che alterna slow motion e carrellate veloci, una fotografia fredda conducono ad una rivelazione che mette in gioco il motore del racconto. La storia è la vendetta della professoressa Moriguchi. Sua figlia è morta nella piscina della scuola dove lei insegna e lei scopre che è stata assassinata da due suoi studenti su cui si vendica. Gli eventi tra moltissimi flashback è raccontata non solo dal suo punto di vista, ma alternato a quello di altri suoi studenti e la madre di uno di questi. Questo film tiene veramente incollati alla poltrona con questi continui sbalzi narrativi non ti fanno mai entrare nel film. La freddezza della fotografia è un misto di colori scuri e di tutta la gamma del grigio, anche il poco sangue visto è freddo non vivo. La vendetta è il pretesto per parlare di una società, in questo caso giapponese, ma molto simile a tutte le società ricche. Quello che ne viene fuori è una concetto di società malato. Non ci sono rapporti di fiducia, non c’è dialogo (I ragazzi anche in classe si scambiano messaggini), l’amore non c’è o quello che sembra esserci è deteriorante. Il montaggio, il continuo cambiamento di punti di vista, rendono il film veloce, e la colonna sonora con in primis i radiohead porta lo spettatore a straniarsi ancora di più. Non si entra in empatia, il regista ci vuole tenere fuori dalla pellicola, non ci da l’happy end anzi non solo ci si pure beffa di noi.


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