Non credo servano particolari accorgimenti per convincervi a prendere un aereo con la prua indirizzata verso Londra: la città inglese ha una tale massa di proposte, culturali e non, da renderla meta appetibile per un week-end lungo così come per un viaggio temporalmente ben più lungo, finanze permettendo.
Fino al prossimo 15 marzo, però, la sede londinese della Tate propone una esposizione che potrebbe costituire la spinta decisiva per intraprendere l’attraversamento della Manica: “Conflict, Time, Photography” vi attende per regalarvi una esperienza unica al confine fra l’arte fotografica, i reportage più noti della storia e la coscienza collettiva.
Fin dalla concezione del percorso espositivo, “Conflict, Time, Photography” dimostra di non essere una mostra come tutte le altre: l’idea – francamente geniale – è di appoggiarsi alla struttura narrativa di “Mattatoio n. 5”, romanzo dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut che contiene alcune delle più memorabili pagine mai dedicate alla guerra. Così, immagini scattate sette mesi dopo il bombardamento di Dresda sono proposte in un dialogo con quelle che hanno raccontato – dopo lo stesso lasso di tempo – la prima guerra del Golfo, in una sorta di continua connessione visiva fra gli eventi bellici (ciascuno di essi unico e ciò nonostante tragicamente ripetuto nel tempo) e i fotografi che lo hanno documentato.
Richard Peter
Dresden After Allied Raids Germany 1945 © SLUB Dresden / Deutsche Fotothek / Richard Peter, sen.
Per gli appassionati di fotografia e di fotoreportage è un vero e proprio trionfo: dalle immagini di Jerzy Lewczynski che negli anni ‘60 ripercorre i luoghi di comando della polonia occupata dai tedeschi alle fotografie, terribilmente evocative e commuoventi, degli oggetti ritrovati a Hiroshima e fotografati da Shomei Tomatsu, fino agli scatti più recenti nel tempo che raccontano degli attacchi statunitensi alle postazioni talebane.
Shomei Tomatsu, Steel Helmet with Skull Bone Fused by Atomic Bomb, Nagasaki, 1963
In anni, mesi e settimane violentemente segnati dal sangue, che porta il suo maledetto odore ferroso fino al centro stesso dell’Europa, una mostra che proponga una serie di riflessioni sugli effetti – anche a lungo termine – di una guerra non è soltanto importante da un punto di vista strettamente culturale, ma davvero necessaria all’uomo e al suo pensiero.
E funziona, funziona davvero bene.
Alfonso d’Agostino
INFORMAZIONI
Conflict, Time, Photography
Dal 26 novembre 2014 al 15 marzo 2015
Tate Modern, Bankside, Londra
Web: Tate.org.uk
Tel: +44 (0)20 7887 8888
Orari:
da domenica a giovedi: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso: 17.15)
venerdì e sabato: 10.00 – 22.00 (ultimo ingresso: 21.15)
Biglietti:
da £12.50 a £14.50