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Conflitto maliano / Cercasi finanziamenti per il Misma

Creato il 21 gennaio 2013 da Marianna06

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   Remember Timbuctù

 

La Cedeao (o Ecowas ), nella persona dell’ivoriano Ouattara, presidente di turno dell’organismo economico regionale, al termine dell’incontro di Abidjan del fine settimana, ha concluso che il dispiegamento di forze militari dei Paesi dell’Africa occidentale è possibile e doveroso ma, perché sia, occorrono denari e supporti logistici efficaci.

Il costo annuo di mantenimento del Misma (Missione internazionale di sostegno al Mali)  è, attualmente, di240 milioni di dollari l’anno.

Occorrerebbero, per affrontare con buon esito lo sforzo bellico almeno altri 375 milioni di euro.

Insomma, e molto semplicemente, è quello che da noi si dice il  “ si bussa a denari ”.

Per questo motivo il prossimo 29 gennaio, ad Addis Abeba (Etiopia), si terrà, in sede UA (Unione Africana) la cosiddetta conferenza dei donatori. E cioè di quei Paesi disposti a dare un proprio contributo economico per combattere e sconfiggere in Mali il fondamentalismo islamico, che si raggruppa sotto le seguenti sigle, ormai note anche al grosso pubblico dei media internazionali, di Ansar Al Din, Mujao e Aqmi e, inoltre,  lo storico Mnla dei tuareg, i quali, quest’ultimi, si battono da sempre per l’indipendenza dell’Azawad.

In  conclusione, dei 5800 militari, promessi da otto Paesi dell’Africa occidentale, soltanto un centinaio ha raggiunto effettivamente il Mali. E sono nigeriani e togolesi. Non sono arrivati  neanche i 2 mila ciadiani di cui ,qualche giorno fa, si parlava enfaticamente come di cosa fatta e quindi certa.

Sul  terreno di guerra si combatte in tutto con i 2 mila soldati francesi della missione “Serval” e i soldati  male equipaggiati di Bamako.

Questo, al momento, è quanto. E, intanto, il nemico, cui non difettano certo armi e munizioni, quelle, ad esempio, dismesse dalla Libia gheddafiana, si fa sempre più ostile e decisamente abile nel creare trappole.

Per tacere delle numerose denunce di violazioni dei diritti umani,che giungono di continuo dalle organizzazioni umanitarie, quelle pochissime, presenti nelle località nei pressi delle zone occupate dai terroristi islamici.

Parigi tuona, per bocca del presidente Hollande e del suo ministro degli  Esteri, che per il Mali si tratterà di una riconquista totale. E a Bamako, Diacounda Traoré, presidente ad interim, fa loro eco dicendo pubblicamente che questa guerra sarà una vittoria sicura e gli jihadisti saranno sconfitti per sempre.

Sarà proprio così?

Noi, che comunque non siamo degli ingenui, ce lo auguriamo per i maliani onesti.

Tuttavia un po’ di scetticismo è d’obbligo in quanto i tempi di guerra cominciano ad essere davvero troppo lunghi e le sofferenze della gente del Mali crescono sempre di più di minuto in minuto, di ora in ora.

Senza che da circa dieci mesi a questa parte sia cambiato , e magari in meglio, qualcosa.

Semmai, truppe francesi incluse, sta accadendo esattamente  il contrario.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi  (Ukundimana)

 


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