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Confronto tra radioterapia protonica e IMRT

Creato il 04 gennaio 2013 da Laprostata @espriweb

radioterapia protonica imrt Un recente studio ha messo a confronto la radioterapia protonica con l’IMRT (radioterapia ad intensità modulata), due trattamenti per il cancro alla prostata. I pazienti che hanno partecipato a questo studio sono stati monitorati per 12 mesi dopo essere stati sottoposti ad uno dei due trattamenti. L’IMRT è la forma di radioterapia più utilizzata, mentre della radioterapia protonica non si conoscevano ancora gli eventuali effetti collaterali. Per determinare gli effetti a lungo termine prodotti da quest’ultimo trattamento, i ricercatori della Yale University School of Medicine hanno condotto uno studio sui pazienti dai 66 anni a salire che avevano ricevuto la radioterapia protonica o l’IMRT nel corso del 2008 o del 2009. I partecipanti sono stati poi abbinati in base alle loro caratteristiche, in modo da confrontare soggetti simili sia da un punto di vista clinico che socio-demografico. Alla fine dello studio, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti che avevano ricevuto la radioterapia protonica erano più giovani, sani e provenivano da aree più prospere. Inoltre, questa terapia comportava una riduzione più significativa della probabilità di sviluppare una tossicità nell’apparato genito-urinario. Entrambi i trattamenti, invece, non presentavano differenze in merito al rischio di sviluppare una tossicità nell’apparato gastro-intestinale. Nonostante questi risultati, molti ricercatori ritengono che questo studio non sia sufficiente. Secondo loro, devono essere condotte ulteriore ricerche grazie alle quali continuare a verificare l’efficacia della radioterapia protonica. Prima di ottenere i capitali necessari, le nuove terapie devono essere valutate con estrema attenzione. Anche se sembra improbabile che la radioterapia protonica possa risultare superiore all’IMRT, l’innovativa terapia potrebbe risultare utile, ad esempio, nel trattare, in combinazione con la chemioterapia, i tumori polmonari, visto che può ridurre le lesioni spesso riportate dai tessuti sani durante i trattamenti.


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