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Congiunzione (III parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
La donna si alzò e osservando la sveglia ammise – Mancano cinque minuti al suono della mia sveglia, vuoi cercare di dormire un po’ oppure facciamo colazione insieme? – CJ scosse la testa, avviandosi in cucina – Cosa c’è per colazione? – Ariane lo seguì, senza curarsi di indossare la vestaglia – Cereali, caffè e brioches. – lo fissò cercare nella dispensa e dopo una risatina lo aiutò a trovare l’occorrente per il caffè – Mi stupisce vedere un ingegnere come te che si perde dentro una cucina così piccola. – Sorridendo CJ baciò Ariane sul collo – Ho trovato te e tanto mi basta. – per la prima volta da quando si era svegliato, il sogno sembrava solamente qualcosa di indistinto e persino il dolore non era reale come il profumo dei capelli della sua donna. – Ora smettila di adularmi! – CJ lasciò andare la sua compagna – Hai paura che ci becchino? – Ariane scosse il capo, facendosi seria – Non devono farlo, anche se abbiamo portato avanti la faccenda di Olympus senza farci scoprire non vuol dire che siamo al sicuro! – – Per il Vecchio io e te saremmo una bella coppia, lo sai? – – Certo, fuori dai suoi uffici e possibilmente dopo aver firmato un accordo di non concorrenza. – sbottò la donna, incrociando le braccia al petto – Cameron per quanto ancora dovremmo lavorare tenendolo nascosto a tutti? Le mie amiche giù al quindicesimo piano mi chiedono chi sia il fortunato con cui esco in questo periodo. Voglio smetterla! – – Potremmo ottenere un permesso speciale, potrei rinunciare a seguire la commessa di LoneStar, in questo modo non rischieremmo di mettere i nostri interessi davanti all’azienda. – propose sorseggiando il caffè, CJ odiava quel modo di pensare miope e privo di logica della Atlantis: come si poteva lavorare serenamente sapendo che qualsiasi relazione privata poteva innescare delle ripercussioni a livello lavorativo? Per un istante desiderò poter dimostrare a Martin Rigan che tutte le sue limitazioni erano inutili. – Sembra che tu sia sprofondato di colpo in uno dei tuoi sogni. – lo richiamò Ariane, versando del latte nella sua ciotola di cereali – CJ sei sicuro di star bene? Certe volte il tuo sguardo cambia completamente, neanche fossi un’altra persona. – CJ chinò il capo – Stavo pensando a quanto sarebbe bello poterlo dire a tutti. – mentì. Perché non vuoi che sappia che i sogni ti hanno influenzato a tal punto da renderti più sfacciato con tutti? Si chiese, ma la risposta la conosceva alla perfezione. Se le dicessi la verità, forse capirebbe che ti sei avvicinato a lei solamente grazie a quei sogni, il vostro rapporto potrebbe risentirne inutilmente. – Non pensarci più di tanto, LoneStar vuole te e soltanto te. – – La LoneStar se la caverà bene anche senza di me, la Magpie è un loro progetto. – Ariane si voltò a fissarlo senza capire. Consapevole di essersi lasciato scappare qualcosa di importante CJ corse ai ripari – La nave del mio sogno è una nave progettata dalla LoneStar, così come altre navi più grandi, credo. Nel sogno loro hanno l’esclusiva su moltissimi sistemi e le loro navi sono conosciute ovunque. – – Non prendermi in giro ora. – ridacchiò la donna, masticando un cucchiaio di cereali – Vuoi farmi credere che progetterai le navi che tu stesso hai sognato e che dici di aver comandato? – Cercando di rimettere in ordine tra i suoi pensieri, CJ si rese conto di aver peggiorato le cose – Roya lavora da anni con quella gente ai vecchi razzi vettori, forse ho sognato che la LoneStar avesse costruito la nave perché era la cosa più logica da supporre! Ariane sono solamente sogni, lasciamoli perdere. – Ariane sembrò poco convinta dalle parole di CJ – Sei sicuro? Questa notte non hai dormito, non sarà che stai pensando a come costruire questa tua fantomatica Magpie? – – Ariane era solo un sogno. – – Un sogno che ti porterà via interi mesi e chissà cos’altro! – fece notare. – Se tu mi sarai vicina… – – Non importa quanto io ti stia vicina, per te c’è sempre un lavoro da fare o qualcuno da interpellare per far funzionare uno dei tuoi progetti. Quando siamo insieme mi dici che la nostra relazione è importante, ma poi fai di tutto per dimostrare il contrario. – – Non c’è ragione di litigare Ariane. – cercò di mediare CJ afferrandola per un braccio. La donna si liberò, aveva gli occhi gonfi di pianto e alzandosi dal tavolo della colazione, si ritirò in camera da letto. CJ la seguì stringendola a se – Sono qui per te, io ci sarò sempre e se cerco di non darlo a vedere è per evitare che gli altri sappiano di noi. I miei amici non riuscirebbero a starsene zitti e la mia famiglia non è importante ora, quello a cui teng… – Ariane scoppiò a piangere e rifuggendo il volto tra le mani gridò – CJ credo di essere incinta. – – …poi dovrem… – s’interruppe fissando le lacrime della sua compagna – Cosa? – – Ho un ritardo di una settimana. – – Sei sicura? – Ariane si asciugò gli occhi con un movimento rabbioso, tremava e probabilmente quella rivelazione doveva esserle costata molto – Non preoccuparti non darò fastidio alla tua idea di andare nello spazio e alle tue dannate navi spaziali! – cercò di alzarsi, probabilmente per rifugiarsi a piangere da qualche parte, ma CJ la fermò, afferrandola per le braccia con tutta la forza che aveva a disposizione – Lasciami! – CJ la ignorò chiedendo – Perché credi che io non voglia un bambino? – La sua compagna chinò il capo ricominciando a piangere – Il tuo lavoro. – borbottò – La tua voglia di tornare nello spazio e tutti quei discorsi. – – Al diavolo lo spazio. Se sto per diventare padre dobbiamo festeggiare! – Ariane lo fissò con un sorriso debole, gli occhi ancora pieni di pianto e le mani strette a pugno, la sua figura tremava per il freddo o per la paura di restare sola, ma si limitò a starsene ferma. In attesa di qualcosa che CJ doveva fare o almeno dimostrarle di voler fare – Parlerò al Vecchio e oggi andremo a lavorare insieme. Anzi, prima andremo in farmacia! – – Se non fossi incinta? – – Non importa. Ariane ho deciso, userò la commessa di LoneStar come ricatto, il Vecchio dovrà fare un’eccezione per noi, altrimenti perderanno un cliente! – confermò CJ, intenzionato a far pesare la sua posizione. Del resto poteva sempre rivolgersi alla Astral, se Pale non fosse stato ragionevole, Angela Miracle avrebbe colto quell’occasione come nulla fosse. – Davvero faresti una follia simile? Niente più segreti per nessuno? – – Potremmo dirlo a tutti, smettere di evitarci durante l’orario di lavoro e di uscire a ore diverse per non far insospettire nessuno! – confermò CJ sollevandola di peso per portarla in bagno – Ora dobbiamo prepararci: si sta facendo tardi e noi dobbiamo passare in farmacia, prima di ogni altra cosa. – Ariane si lasciò trasportare in quel modo fino alla doccia e quando CJ la fece scendere lo fermò, abbracciandolo con forza – Cameron promettimi che andrà tutto bene. – – Andrà tutto bene, amore. So che andrà tutto come dev’essere. –

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