Conoscete l'associazioneAbiti Puliti. Io l'avevo già sentita, ma non avevo mai approfondito la tematica.Questa mattina leggendo una notizia di Informazione Libera, uno dei tanti canali FB di informazione (per chi è troppo pigro per prendersi un quotidiano), ho notato un articolo sui "jeans mortali".Mortali? Why?
Una delle campagne di Abiti Puliti, che si occupa dei diritti dei lavoratori nelle industrie tessili e del controllo delle buone pratiche di quest'ultime, riguarda la sabbiatura per i jeans, tecnica di schiaritura dei capi condannata dai maggiori marchi internazionali. Però ad un controllo degli stabilimenti di alcuni di questi è emerso che in realtà la pratica persiste, magari semplicemente spostata ad orario notturno per non dare nell'occhio.Alcuni dei marchi sotto inchiesta sono H&M, Levi’s, C&A, D&G, Esprit, Lee, Zara e Diesel che hanno dichiarato di aver bandito questa tecnica.
Ogni tot abbiamo qualche notizia che arriva dal mondo della moda in tale senso: uso di materiali nocivi, sfruttamento dei lavoratori, vendite di prodotti più contraffatti che veri. Non c'è da stupirsi: il mondo della moda conta spostamenti di capitali veramente ingenti e, anche se stanno a piangere miseria, tra i paperon de paperoni italiani non sono pochi i nomi di stilisti e proprietari di firme.
Con questo post non dico di smettere di comprare vestiti da questi (le magliette di cotone ancora non prevedono sabbiatura), ma tenersi informati su quello che indossiamo e a chi diamo i nostri soldi è sempre buona pratica.
A PrestoM.M.