Le lampade fluorescenti compatte (LFC) Derivano dalle classiche lampade fluorescenti, ma contengono al posto del neon, il mercurio che, surriscaldato, emette un raggio ultravioletto il quale è trasformato in luce dalla polvere fluorescente che va a ricoprire la parete interna del bulbo.
La bolla dell’illuminazione a basso impatto ambientale ha spinto all’acquisto di queste lampade, facendo alzare alle stelle i fatturati delle aziende produttrici. Ancorché non economiche al pari di quelle a incandescenza, ma più accessibili dei LED esse sono diventate il mantra tramite il quale risolvere il problema dell’illuminazione. Consumano un quarto o un quinto dell’elettricità delle loro parenti spendaccione e durano dalle 6 alle 10 volte di più, ma la presenza di mercurio all’interno le rende comunque delle potenziali minacce per l’ambiente.
Secondo alcuni studi, una fuoriuscita di questa sostanza causata dalla rottura della lampadina disperde circa 5 milligrammi di mercurio (l’equivalente di una macchia di inchiostro sulla punta di una penna a sfera) provocando notevoli danni all’ecosistema circostante. A questo proposito, i ricercatori dell’Università di Stanford hanno verificato che 1 milligrammo di mercurio può arrivare a contaminare circa 4 mila litri di acqua con gravi conseguenze sul sistema delle falde acquifere, dell’irrigazione e delle acque comunali.
In caso di mercurio sul pavimento per esempio è necessario procedere con cautela e: aprire le finestre della stanza, pulire con uno straccio bagnato la superficie interessata e non usare l’aspirapolvere. Soprattutto non toccare il materiale con le mani.
Il Consorzio Ecolamp dal 2004, anno della sua fondazione, ha implementato un sistema logistico per la fornitura di contenitori metallici appositamente progettati per la raccolta e il trasporto delle sorgenti luminose in condizioni di sicurezza. Ne esistono 6000 sparsi sul territorio nazionale. E un servizio di ritiro gratuito dedicato agli operatori professionali chiamato Extralamp.
I dati sulla raccolta diffusi dal consorzio mettono fortunatamente l’Italia al passo con gli standard europei: nel periodo compreso tra gennaio 2009 e 4 febbraio 2010 sono state ritirate circa 939.000 chilogrammi di lampadine.