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Considerazioni libere (162): a proposito di scuole e simboli...
Creato il 14 settembre 2010 da LucabilliSe vivessi ad Adro protesterei, firmerei petizioni, chiederei che la scuola fosse intitolata a Giorgio Ambrosoli e che venissero rimossi i più o meno subliminali simboli leghisti. Soprattutto vigilerei che all'interno della scuola non avvengano fenomeni, più o meno mascherati, di emarginazione verso gli stranieri e verso i poveri, che troppo spesso tendono a essere le stesse persone.
Se vivessi ad Adro e avessi una figlia o un figlio che frequenta il polo scolastico "Gianfranco Miglio" proverei a spiegargli perché ritengo sbagliata l'idea della società sostenuta dalla Lega e dalla destra e cercherei di educarlo secondo quei valori su cui io sono stato educato. Se vivessi ad Adro avrei sostenuto, contro il Sindaco e contro la maggioranza dei miei concittadini, la decisione della presidente dell'associazione dei genitori che gestiva la mensa di non sospendere il servizio ai bambini i cui genitori non pagavano regolarmente la retta e avrei applaudito, sempre contro il Sindaco e contro la maggioranza dei miei concittadini, la scelta di quell'imprenditore che ha deciso di pagare di tasca propria le rette, per assicurare a tutti il servizio, ritenendo che il benessere dei bambini debba sempre essere considerato prevalente, al di là di ogni altra considerazione.
Ma se vivessi ad Adro e avessi una figlia o un figlio dai 3 ai 14 anni sarei contento del fatto che mia figlia o mio figlio possano frequentare la scuola in un edificio nuovo, in regola con le norme di sicurezza e gli standard previsti dalle normative, con spazi verdi e laboratori, con le lavagne elettroniche. Probabilmente avrei anche dato il mio contributo, come hanno fatto gran parte dei cittadini di Adro, per dotare la scuola degli arredi e delle attrezzature, e avrei pensato - e anche detto pubblicamente - che quell'amministrazione, che io non avrei mai votato, ha fatto un buon lavoro, cedendo il vecchio edificio scolastico e facendosi costruire questo nuovo plesso, senza gravare sul bilancio comunale, strozzato dai vincoli finanziari imposti dagli stessi leghisti del governo di Roma. In troppi comuni italiani le bambine e i bambini vanno a scuola in edifici non a norma, con aule troppo piccole, con spazi per le attività sportive e di laboratorio inesistenti o molto carenti, senza spazi verdi.
Di Adro avevo già parlato in una mia precedente "considerazione" (la nr. 101, per la precisione) e non voglio tornare su quello che avevo già scritto. Ho letto diversi commenti sull'inagurazione della nuova scuola a marcata impronta leghista e li condivido tutti, a partire da quello di Michele Serra su Repubblica. Però mi pare che nessuno abbia affrontato la questione che a me sembra invece centrale: come mai la maggioranza dei cittadini di Adro è leghista ed è contenta della propria amministrazione? Probabilmente perché quegli amministratori hanno individuato un problema e l'hanno risolto bene, senza avere il timore di chiedere un sacrificio ai propri cittadini. I cittadini di Adro sono stati abbastanza intelligenti da capire che l'educazione dei loro figli è importante e che un'educazione efficace passa anche attraverso dei locali e delle strutture idonei: certo questi da soli non sono sufficienti, ma è importante che ci siano. Ora gli stessi cittadini mostrano anche una certa tendenza egoistica, ossia io penso ai miei figli, ai vostri pensateci voi. E siccome Adro è una realtà ricca dell'Italia può permettersi cose che nella gran parte del nostro paese sarebbero impossibili da realizzare, ma non per questo dobbiamo colpevolizzare i cittadini di Adro.
Di fronte a quello che è successo, che - lo ripeto - io considero molto grave, dobbiamo evitare due atteggiamenti: la condanna dagli accenti retorici e la sottovalutazione, come ha fatto la Gelmini parlando di folklore leghista. La comunità di Adro ha espresso un bisogno, un bisogno alto, e ha trovato il modo di soddisfare questo bisogno; i suoi leader hanno approfittato di questo per metterci il loro cappello, per esasperare la loro propaganda, ma non possiamo condannare una comunità perché vuole una scuola migliore per i propri figli.
Il problema che dovremmo porci è di garantire a tutte le bambine e tutti i bambini scuole pubbliche come quella di Adro, naturalmente senza simboli.
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