Ancora una volta manifestiamo per iscritto e in corsivi e corsari caratteri solidarietà all’officio stampa del Municipio de’ privati poteri cremonesi, perché obbligato sanza alternativa a chiamare “sintetico” siffatto resoconto che offriamo alla consultazione de’ lettori più pazienti, per poi analizzare alcuni caratteristici punti già stasera o ne’ giorni successivi.
Allegati: Linee strategiche 2013 Cremona Solidale, schema contratto di servizio TPL
Interrogazione presentata in data 28 agosto 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Annamaria Abbate) con cui si chiede di sapere i termini della proposta del liutaio Rafaelian di dedicare una statua al violoncellista Rostropovich.
Meglio Perrie Edwars
Preso atto che il liutaio Leonidas Rafaelian si è fatto promotore dall’encomiabile iniziativa di dedicare una statua al celebre violoncellista Mstislav Leopoldovich Rostropovich. Considerato che il 22 ottobre 2002 Cremona ha dato la cittadinanza all’artista russo con la seguente motivazione: “Conferendo la cittadinanza onoraria al maestro Mstislav Rostropovich, Cremona, che ha dato i natali a Claudio Monteverdi e ai più grandi maestri liutai di tutti i tempi, riconosce in lui non solo un eccellente interprete, ma anche una persona dotata di grande umanità, che crede nella musica come strumento utile allo sviluppo della pace tra i popoli. Con le sue esibizioni egli contribuisce a valorizzare la tradizione musicale e liutaria che appartiene a Cremona, diffondendone nel mondo il nome e l’immagine.” Che la Facoltà di Scienze Politiche di Bologna il 9 marzo 2006 ha conferito la laurea ad honorem con la seguente motivazione: “Ciò che rende la sua figura unica nel mondo artistico e culturale contemporaneo è il fatto che la passione e il talento per la musica hanno continuamente interagito con la passione per la libertà e per i diritti dell’uomo.” A Bologna, Rostropovlch aveva già ricevuto il Sigillo di onore e la Medaglia d’Oro della Città. Che Cremona, culla della liuteria classica italiana e ancora oggi protagonista grazie alla rinomata Scuola internazionale di liuteria e alla presenza attiva di circa 150 botteghe liutarie, ambisce a competere nel mondo con le altre “città della musica” con le sue rassegne internazionali e il nuovo Museo del violino. Si interroga il Sindaco e l’assessore competente per sapere quali sono i termini della proposta di Leonidas Rafaelian, a che punto di avanzamento è il lavoro dell’artista da lui incaricato Vladimir Fedorchenco, e chi sono gli artisti legati a Rostropovich che sponsorizzerebbero l’operazione.
All’interrogazione ha risposto il sindaco Oreste Perri: Il 31 maggio 2007 il maestro Leonidas Rafaelian scrive al Sindaco Corada e chiede “di poter far collocare una statua o un busto che raffiguri il m° Slava Rostropovich … che possa ricordarlo per sempre in un giardino o uno slargo di una via a lui dedicata”. Con un’altra lettera, sempre del 31 maggio 2007, viene formalmente chiesta la intitolazione di una strada importante al violoncellista morto solo un mese prima, il 7 aprile del 2007, nella quale collocare una statua commemorativa. Il 30 novembre dello stesso anno 2007 Rafaelian comunica al Sindaco di aver commissionato ad uno scultore ucraino una statua commemorativa del maestro la cui collocazione auspica possa avvenire nei giardini di piazza Roma nell’aprile del 2008, primo anniversario della morte. Il tutto a cura di un comitato organizzatore in onore di Slava Rostropovich che aveva il compito di raccogliere fondi da Fondazioni russe e svizzere; il 25 maggio 2008 Rafaelian lamentava, in una lettera al Sindaco Corada, il silenzio e i ritardi dell’Amministrazione comunale; ribadiva che nessuna spesa era prevista a carico del Comune, chiedeva di conoscere con urgenza il luogo dove collocare la statua minacciando di collocarla in altra città. A distanza esatta di un anno, il Sindaco Corata risponde il 31 maggio del 2008 indicando il Teatro Ponchielli come luogo prestigioso per collocare la statua di Rostropovich; il 17 giugno 2008 Rafaelian comunicava di non condividere la proposta, ridendola limitativa della fama del maestro, e proponeva di collocarla o fuori del teatro Ponchielli o in piazza Stradivari o all’angolo di via Baldesio; risponde Corada il 4 luglio evidenziando, con una serie di motivazioni, l’impossibilità di poter accogliere le ultime proposte e rilanciava con i portici del Cortile Federico II (proposta subito bocciata dalla Sovrintendenza) oppure “il prestigioso comparto architettonico del Parco dei Monasteri”; l’ultima lettera di Rafaelian al sindaco Corada è del 18 luglio 2008; il 24 luglio 2009 – appena insediata l’attuale amministrazione – mi giunge una lettera nella quale Leonidas Rafaelian – cito testualmente – “intende dedicare senza alcuna spesa a carico del Comune una statua al grande maestro, cittadino onorario della città, opera del più grande scultore ucraino (Vladimir Fedorcenko)”. E continua: “Dopo aver da tempo rivolto richiesta ufficiale all’ex Sindaco prof. Corada e agli uffici comunali e della Sovrintendenza alle belle arti, chiede ora il suo autorevole intervento perché la pratica sia portata felicemente a termine, con la scelta della collocazione definitiva in corso Vittorio Emanuele a lato dell’entrata al Teatro Ponchielli, degna sede in ambiente musicale”.
Questa la ricostruzione della vicenda. La Giunta ha nuovamente preso in esame la richiesta proponendo l’individuazione di possibili collocazioni della statua: il cortile della Scuola di liuteria (IPIALL) o l’interno di Palazzo Raimondi, non essendo possibile proporre la intitolazione di una strada al violocellista, essendo trascorsi solo cinque anni dalla morte. In un incontro avuto in Sovrintendenza a Brescia il 20 settembre scorso tra l’ing. Marco Pagliarini e il Capo di Gabinetto Walter Montini con l’ing. Morato, sono state ipotizzate alcune collocazioni della statua non in spazi aperti, ma “… in una nicchia già esistente, purché non si prevedano demolizioni di sorta”, prescrive la Sovrintendenza.
Gli uffici sono al lavoro in questa direzione, sia sul piano amministrativo (autorizzazioni) che operativo (ricerca di luoghi idonei: ritorna, ad esempio, la ipotesi di collocazione nel Teatro Ponchielli). Questi gli sviluppi della situazione da perfezionare definitivamente in proposta che andrà chiaramente accompagnata da una sorta di ‘liberatoria’ da parte della famiglia di Rostropovich e dalla assoluta certezza che nessuna spesa sarà a carico dell’Amministrazione.
La consigliera Annamaria Abbate si è detta soddisfatta della risposta ottenuta.
Interrogazione presentata in data 26 ottobre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessandro Corradi) circa i costi del teleriscaldamento del complesso di largo Pagliari.
L’impianto del teleriscaldamento di largo Pagliari posato da AEM, ha caratteristiche tali da produrre un ricarico in termini di bollette ai singoli inquilini eccessivo rispetto agli effettivi consumi. Si è consapevoli che tale effetto negativo, potrà essere attenuato al termine della ristrutturazione in atto del complesso di edilizia residenziale pubblica; tuttavia con l’acuirsi della crisi è evidente che i costi a carico degli inquilini ad oggi risultino in certi casi insostenibili e tali da provocare la comprensibile protesta degli inquilini stessi. In passato, a fronte del problema, tecnicamente non risolvibile, il Comune era intervenuto con abbattimenti dei costi delle bollette. Si interroga il Sindaco e la Giunta per conoscere: se tali abbattimenti siano ancora praticati nella misure prevista nel passato e se ci siano state delle riduzioni; se non si intende portare il problema nella Commissione consiliare Affari Sociali, invitando anche i tecnici AEM e gli operatori che tengono i rapporti con l’inquilinato svolgendo opera di mediazione sociale, per una conoscenza più approfondita della situazione e per acquisire indirizzi dalla Commissione rispetto a possibili interventi.
All’interrogazione ha risposto l’assessore Luigi Amore: Stiamo proseguendo con gli abbattimenti dei costi in largo Pagliari. In ogni caso porteremo la problematica in commissione in quanto una situazione simile si sta verificando in un’altra realtà (via Divisione Acqui). Confermo l’intervento in largo Pagliari, mentre per l’altra situazione dobbiamo verificare a cosa è dovuto il problema, se ad un non corretto utilizzo dell’impianto o ad altri motivi. Coinvolgeremo naturalmente AEM per la parte tecnica. Ribadisco che quanto prima la questione sarà trattata in commissione.
Il consigliere Alessandro Corradi ha ringraziato per i dati a suo tempo trasmessi e attende gli approfondimenti in commissione.
Interrogazione presentata in data 5 novembre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessia Manfredini) in ordine alla chiusura del laboratorio ARPA – Dipartimento di Cremona.
Premesso che ARPA Lombardia, al fine di razionalizzare e potenziare la rete laboratoristica in Lombardia dal 2011 ha deciso di realizzare un progetto denominato “Riorganizzazione della rete laboratoristica 2011 – 2015” che prevede di concentrare in sole due sedi (Brescia e Milano) tutte le analisi dei dipartimenti provinciali esistenti; il nuovo assetto prevederebbe: l’accentramento di attività e risorse in due strutture “operative”; per il personale si prevedono procedure di mobilità volontaria incentivata ed eventuale completamento con posti vacanti nel settore laboratori al 1/1/2015; considerato che dall’11 gennaio 2013 chiuderà la sede del laboratorio di Cremona e tutti i campioni saranno spediti presso il centro di Brescia in un ottica contraria alle strategie regionali di riduzione della spesa (ogni campione inviato costa mediamente 160,00 euro per imballaggio e trasporto) con un impatto significativo anche in termini di inquinamento dell’aria legato al trasporto su gomma; ogni campione inviato corre il rischio di essere invalidato per problematiche insorgenti durante il conferimento e il trasporto; rilevato che inoltre che la tempistica di risposta sull’esame dei campioni potrebbe seguire un percorso meno immediato e tempestivo e avere ripercussioni sul sistema di controlli e di vigilanza del nostro territorio. Condividendo le preoccupazioni più volte espresse dai sindacati dei lavoratori sugli effetti che tale decisione determina e le incertezze oltre agli interrogativi lasciati ancora aperti. Visto che nella giornata del 29 ottobre il Comune di Cremona ha incontrato una delegazione di lavoratori del laboratorio s’interroga il sindaco, nonché responsabile della salute pubblica, per conoscere l’esito dell’incontro; quali misure intende attuare presso il Dipartimento ARPA Lombardia; quali cambiamenti ci saranno per il sistema di vigilanza e controllo della nostra città; se non intende manifestare il proprio; interessamento al nuovo presidente di ARPA in occasione della sua visita al Dipartimento di Cremona prevista per metà novembre.
All’interrogazione ha risposto il sindaco Oreste Perri: Al riguardo desidero assicurare l’attenzione riservata all’argomento e dar conto degli interventi svolti a salvaguardia del presidio tecnico ambientale. Unitamente all’Assessore all’ambiente Francesco Bordi, il 29 ottobre (dunque prima della presentazione dell’interrogazione) ho incontrato una rappresentanza di sindacati per un esame preliminare dei risvolti del problema, sia sul piano occupazionale (sono 13 i dipendenti che verranno trasferiti a Brescia: due amministrativi, tre inservienti e otto tecnici – da riqualificare) che sul piano politico più generale. E’ indubbio che con il trasferimento dei laboratori a Brescia, ove peraltro ci sono strutture e spazi sufficienti, potrebbe impoverire il territorio cremonese nel suo complesso con la perdita di una struttura che da anni offre un servizio puntuale ed efficiente non solo alla città ma all’intera provincia. Il progetto, deciso autonomamente dall’ARPA in un disegno di riorganizzazione dei suoi servizi, peraltro con l’approvazione della Regione Lombardia, riguarda dunque non solo la città di Cremona ma tutte le Istituzioni locali, Provincia in primis, che devono sentirsi coinvolte in una azione comune di corresponsabilità. L’ipotesi, per ora non tradottasi in realtà, della futura costituzione di una nuova Provincia che abbraccia i territori di Lodi, Cremona e Mantova, a maggior ragione suggerisce la opportunità di rivedere la presenza di strutture di analisi ARPA sul territorio regionale: sono previsti, infatti, due soli punti di analisi in Lombardia, uno a Milano e uno a Brescia.
La presenza sul territorio di industrie a rischio rilevante, inoltre, suggerirebbe la necessità del mantenimento in loco del laboratorio sia per quanto riguarda la tutela ambientale che la salute pubblica. Considerato che si tratta di una legittima decisione adottata a livello regionale, mi sono impegnato comunque a chiedere ai vertici dell’Agenzia di continuare a garantire la stessa qualità e tempestività delle prestazioni analitiche fino ad oggi assicurate dal Laboratorio del Dipartimento di Cremona. Al riguardo, il 20 novembre ho avuto un incontro con la presidente regionale dell’ARPA, dott.ssa Parravicini, il direttore generale dell’Agenzia regionale unitamente al Direttore dell’Agenzia cremonese e all’assessore Francesco Bordi. Nel corso dell’incontro sono stati ripercorsi, dati alla mano, tutti i passaggi vissuti dalla vicenda:
- innanzitutto l’intesa siglata con i sindacati il 23 luglio 2012, con le RSU e le segreterie regionali, nella quale si prendeva atto del ‘Progetto Laboratori’ redatto nel luglio del 2011; due, dunque, le intese sindacali sottoscritte nelle quali non veniva contemplata alcuna implicazione occupazionale, attraverso un processo di mobilità incentivata;
- veniva inoltre fornita garanzia che il servizio non avrebbe peggiorato, anzi, avrebbe acquisito miglioramenti sia sul versante della tempistica che sulla qualità del lavoro.
Posso dire di aver registrato, negli incontri svolti sulla questione, segnali di attenzione verso Cremona. Devo inoltre sottolineare che la vigilanza e il controllo della città sono svolte da diversi altri Enti, in primis dalla Polizia locale, dalle guardie ecologiche volontarie e da altri enti territoriali deputati a cui il Dipartimento ARPA ha sempre garantito il supporto tecnico necessario. Dico questo precisando, altresì, che le attività di controllo e monitoraggio ambientale non sono svolte dal Laboratorio ARPA ma sono garantite da altre strutture interne al Dipartimento, ad oggi non soggette a riorganizzazione.
La consigliera Alessia Manfredini ha ringraziato per la risposta ottenuta e ha auspicato che la questione venga trattata in commissione.
Ordine del giorno presentato in data 3 dicembre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Maura Ruggeri) con cui si impegna il sindaco e la Giunta ad aderire alla campagna UNICEF “Io come Tu – Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi”.
Premesso che sono un milione i minori di origine straniera in Italia, 500mila dei quali sono nati nel nostro Paese. L’UNICEF ha deciso di promuovere, lo scorso 20 novembre, in occasione del 23esimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, la campagna Io come Tu – Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi proponendo al Comuni di compiere un gesto simbolico, ovvero concedere la cittadinanza onoraria ai minori, figli di genitori stranieri, nati e/o residenti nel comune. L’iniziativa, a cui diversi comuni hanno già aderito, potrebbe anche fare da stimolo, secondo l’Unicef, “ad una revisione dell’attuale legge sulla cittadinanza con un testo unificato e bipartisan, rispondente agli standard condivisi a livello internazionale in materia di diritti umani fondamentali”; la campagna è stata apprezzata e sostenuta dar Presidente Napolitano; ad oggi non risulta che il Comune di Cremona abbia aderito all’appello dell’Unicef. Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta ad aderire alla campagna Unicef “Io come Tu – Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi” attraverso il gesto puramente simbolico, ma di grande significato, del conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini nati nel Comune di Cremona, figli di genitori stranieri regolarmente residenti nel nostro Comune.
Dopo che la consigliera Maura Ruggeri ha illustrato l’ordine del giorno, è intervenuta l’assessore ai Diritti di Cittadinanza Maria Vittoria Ceraso: Scopo principale della campagna promossa dall’Unicef Italia “Io come tu”è garantire la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono, studiano e crescono in Italia promuovendo il dialogo sui diritti di cittadinanza esplicitato nello slogan “ Tutti uguali di fronte alla vita tutti uguali di fronte alla legge”. Per i bambini e gli adolescenti di origine straniera uno studio UNICEF Italia ha evidenziato un grave rischio di esclusione sociale e di mancanza di opportunità con il conseguente mancato godimento dei propri diritti. Per tale motivo l’UNICEF Italia attraverso la campagna “Io come tu” ha individuato alcuni ambiti di intervento che possono fare la differenza in maniera positiva per la vita di questi bambini ed adolescenti proponendo azioni concrete. Come Assessore ai diritti di cittadinanza tra le diverse azioni possibili ho proposto alla Giunta di aderire alla Campagna Anci “18 anni in Comune” attraverso la quale l’ANCI ha chiesto ai sindaci italiani di informare i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri del loro diritto di acquisire la cittadinanza, entro un anno dal compimento della maggiore età. L’acquisto della cittadinanza e con essa della completa titolarità di diritti e doveri costituisce un passaggio chiave nel percorso verso la piena integrazione. A oggi la legge italiana (legge 91 del 5 febbraio 1992) non riconosce automaticamente la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia con genitori migranti, a meno che i genitori (o anche il solo padre) non siano a loro volta diventati cittadini. Secondo la legge, questi giovani nati in Italia, qualora siano stati continuativamente residenti sul suolo italiano per i loro 18 anni di vita senza assenze di oltre sei mesi, possono ottenere la cittadinanza entro i 19 anni di età, purché ne facciano richiesta. In questo caso, la pratica segue una via breve e veloce. Ricevuta la dichiarazione di acquisto, in un tempo medio di 30 giorni per le verifiche del requisito della residenza continuativa i giovani, cittadini di fatto, lo diventano effettivamente. Ma dopo i 19 anni, se non sono state fatte valere le prerogative previste dalla legge, si perde la possibilità di ottenere il riconoscimento della cittadinanza e anche i ragazzi e le ragazze nati in Italia da famiglie migranti, cresciuti insieme ai ragazzi italiani, debbono affrontare lunghi percorsi burocratici, della durata di diversi anni, prima di vedersi riconosciuti i diritti del cittadino. I ragazzi che perdono questa importante opportunità prevista dalla legge e non presentano la domanda di cittadinanza, si troveranno di fronte a un’autentica corsa a ostacoli, che imporrà loro: di presentare la richiesta di cittadinanza, fare richiesta annuale di permesso di soggiorno (se si è studenti con obbligo di esami, se si è lavoratori e si rimane disoccupati con possibilità di essere rimandati nel Paese d’origine dei genitori) e l’impossibilità di assentarsi per progetti di studio, ad esempio Erasmus. Attraverso l’adesione a questa campagna ho scritto ai ragazzi e alle ragazze, che sono diventati maggiorenni e che risultano essere nati nel nostro Comune, o comunque sul suolo italiano, e sono residenti nel nostro comune informandoli della possibile di richiedere la cittadinanza italiana. Nel 2012 sono state scritte 19 lettere e hanno ottenuto la cittadinanza in 14 (5 non avevano i requisiti ma hanno avviato il procedimento più lungo). Nel 2013 saranno 16 e 2 hanno già ottenuto la cittadinanza. Il Comune ha sostenuto un’iniziativa di learning week con gruppi di adolescenti sul tema della cittadinanza e dell’integrazione.
Rispetto al tema della cittadinanza onoraria, pur ritenendo pregevole l’iniziativa, si ritiene di attribuire al suddetto istituto il valore di riconoscimento di particolari meriti a singole persone. In ogni caso come Assessorato ai Diritti di Cittadinanza attraverso l’attività del Centro Interculturale Mondinisieme ho cercato di attivare politiche per garantire senza alcuna discriminazione tra cittadini e stranieri residenti sul nostro territorio: l’accesso ai servizi; favorire l’esercizio di diritti e doveri; promuovere la conoscenza e il rispetto delle reciproche culture.
Dopo l’intervento dell’assessore Ceraso, hanno preso la parola i consiglieri Annamaria Abbate (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Italico Maffini (Lega Nord) e Alessandro Corradi (Partito Democratico).
Al termine, dopo una breve replica dell’assessore Ceraso, l’ordine del giorno è stato posto in votazione e respinto: su 37 consiglieri, 15 hanno votato a favore, 15 si sono astenuti e 7 hanno votato contro.
Ordine del giorno presentato in data 13 dicembre 2012 dal consigliere comunale del gruppo consiliare Gruppo Misto Roberto Gandolfi con cui si chiede l’istituzione di un fondo di solidarietà per cittadini in difficoltà.
Considerato il verificarsi di continue e drammatiche situazioni di precarietà che ledono in primis la dignità umana e mettono quindi a rischio la stessa sopravvivenza delle persone, che in situazioni di profondo disagio economico, anche sotto il profilo della salute, non riescono a far fronte al pagamento di bollette o all’acquisto di generi alimentari, per sé e i propri famigliari, soprattutto nel corso di questo rigido inverno; chiedo l’istituzione di un fondo di solidarietà aperto, con versamenti liberali da parte di chi lo desidera ed è nella situazione economica più vantaggiosa rispetto a queste situazioni, oltre che da parte della cittadinanza. Un invito diretto a tale azione solidale anche a coloro che ricoprono incarichi apicali in partecipate locali, amministratori o dirigente pubblici, destinato alle finalità sopra citate. Pertanto si chiede l’impegno del Consiglio comunale affinché il sopra citato fondo sia attivato da subito e compartecipato, attraverso formule che possono essere bandi o progetti, anche dalla stessa Fondazione Comunitaria, per ottenere un maggior budget da poter destinare ai casi più urgenti proprio in tale momento. Un invito che spero sia raccolto da tutti in prossimità del periodo natalizio, un gesto che, pur minimale, accanto ad altre azioni che il Comune vorrà mettere in campo, per non dimenticare chi soffre nel silenzio e nel dolore a Cremona.
Illustrato l’ordine del giorno, si è aperto il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Caterina Ruggeri (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Maura Ruggeri (Partito Democratico), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori) e Italico Maffini (Lega Nord). Dal canto suo l’assessore Luigi Amore ha rimarcato che grazie ai protocolli siglati con AEM e Padania Acque il Comune di Cremona ha dato risposte concrete. Domani vi sarà l’incontro con tutte le associazioni che operano sul territorio per elaborare un percorso che accompagni tutto il 2013. Per un eventuale fondo è comunque necessario condividere delle regole chiare. I Servizi Sociali, ha proseguito l’assessore Amore, hanno fatto un grande lavoro fornendo assistenza alle persone che ne avevano bisogno e attraverso un monitoraggio continuo con AEM, anche se il problema degli insoluti c’è sempre stato anche in passato: è motivo di rammarico che Cremona sia finita al centro dell’attenzione nazionale, quando in realtà la situazione reale è ben diversa, tanto è vero che solo in tre casi c’è stato il taglio di tutte le utenze, di questi un solo era seguito dai nostri uffici.
Posto in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato.
La trattazione delle delibere riguardanti la Variante generale del Piano di Governo del Territorio sono state precedute da un’introduzione del sindaco Oreste Perri: Il Consiglio Comunale è oggi chiamato ad adottare la Variante generale al Piano di Governo del Territorio costituita dai suoi tre atti fondamentali: il Documento di piano, con la relativa Valutazione Ambientale Strategica, il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole, oltre che lo Studio idraulico e geologico. Si tratta di un passaggio importante nell’ambito di un complesso ed impegnativo lavoro per il quale esprimo il mio più sincero apprezzamento. Il nuovo strumento, che accompagnerà lo sviluppo della città nei prossimi anni, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale per dare a Cremona un nuovo dinamismo. Al centro della proposta di Variante generale al PGT, coerentemente con quanto previsto nelle Linee Programmatiche di mandato, vi è lo sviluppo sostenibile: la finalità è favorire lo crescita e la promozione della città attraverso un progetto coordinato. Durante il primo anno del mandato di questa amministrazione è stata infatti constatata la difficoltà di imprese e cittadini a svolgere le proprie attività non tanto per le caratteristiche dello strumento urbanistico vigente, quanto piuttosto per le mutate condizioni economiche. La Variante generale al Piano di Governo del territorio viene proposta in un momento di profonda crisi economica, finanziaria, sociale, lavorativa che si manifesta in tutto il Paese, ed anche nella nostra realtà. Una situazione determinata, in particolare:
- § dal blocco generalizzato del settore industriale delle costruzioni a livello nazionale, che si traduce nella perdita di più d’un quarto (– 25,8%) degli investimenti negli ultimi cinque anni e nella difficoltà ad aprire nuovi cantieri, di dare avvio alle iniziative edilizie già pianificate, di attuare opere pubbliche;
- § dai tagli nei trasferimenti di risorse ai Comuni da parte dello Stato e della Regione, generando così una sempre minore disponibilità finanziaria pubblica per reggere gli accresciuti fabbisogni del welfare in tempi in cui gli utenti, proprio a causa della crisi, chiedono maggiori politiche per i servizi sociali, per le dotazioni (manutenzioni) pubbliche, per la mobilità, per il lavoro, in modo da compensare le minori risorse in campo;
- § da una ricchezza comunque presente, costituita dall’insieme del capitale fisso, pubblico e privato che, unitamente al capitale sociale e culturale, rappresenta la vera ricchezza della città, accumulatasi in tempi assai lunghi, ma la cui rigenerazione non può conoscere pause, altrimenti si corre il rischio di scontare una rapida e progressiva decadenza;
- § dalle istanze di sostenibilità, vivibilità, sicurezza, qualità che la comunità urbana comunque esprime e su cui attende non risposte generiche, ma rassicurazioni concrete.
In quest’ottica la Variante generale vuole essere uno strumento che dà risposte concrete, tende a facilitare l’attività e la vita di imprese e dei cittadini senza limitarne le opportunità. Partecipando ad alcuni incontri con lo staff di piano, costantemente aggiornato sul procedere dei lavori, ho avuto modo di verificare la passione e la competenza di tutti coloro che si sono dedicati ad individuare e, succesivamente, ad elaborare gli strumenti ed i mezzi più adeguati per accompagnare lo sviluppo della nostra città, attraverso un confronto aperto e stimolante con tutte le componenti economiche e sociali del territorio.Il lavoro compiuto si è basato sul metodo dell’analisi e della conoscenza; le informazioni sullo stato e sulle tendenze ambientali a livello locale sono state raccolte e messe a confronto per qualificare e quantificare le principali criticità e valenze con le quali la Variante generale è chiamata a confrontarsi. D’altro canto, come noto, i migliori risultati si ottengono solo attraverso un serio lavoro di preparazione basato sull’osservazione, sull’analisi e sull’approfondita conoscenza, grazie alle quali è possibile avviare concrete strategie per il miglioramento e la crescita. Sono certo che i cittadini e gli operatori apprezzeranno l’impegnativo ed approfondito lavoro svolto dall’Amministrazione comunale che, a nostro a parere, li metterà nella condizione di essere pienamente protagonisti nella vita della città. Alla luce di quanto appena detto, mi sento pertanto di affermare che attraverso l’adozione della Variante al PGT si dà forma ad un’idea di città ospitale, orgogliosa e vivace, dotata dei necessari strumenti grazie ai quali potrà riconquistare la sua centralità ed attrattività all’interno del contesto territoriale in cui è collocata, diventando luogo di lavoro qualificato, della fruibilità delle risorse ambientali del territorio, della cultura, dell’arte e della musica. Mi sia consentito infine esprimere il più sincero ringraziamento al vice sindaco Carlo Malvezzi, che ha seguito l’intero percorso dell’elaborazione del nuovo strumento urbanistico, al prof. Pier Luigi Paolillo, coordinatore scientifico del Piano, all’arch. Marco Masserdotti, Direttore del Settore Gestione Territorio e a tutti i suoi validi collaboratori, ai rappresentanti del mondo della cultura, dell’economia, agli esponenti delle associazioni, degli ordini professionali, ai componenti delle Commissioni per l’edilizia e per il paesaggio e della Commissione consiliare Politiche Urbanistiche e Territoriali, presieduta dall’arch. Federico Fasani, per la preziosa collaborazione, nonché per gli utili ed importanti suggerimenti e contributi, permettendo così di costruire un documento veramente partecipato.
A seguire l’ampia illustrazione del vice sindaco ed assessore all’Urbanistica Carlo Malvezzi: Nell’attuale complessa situazione di crisi economica che affligge da anni anche il nostro territorio, due sono i possibili atteggiamenti che si possono assumere: accettare la sfida cogliendola come uno stimolo all’azione; lasciarsi sopraffare dalle ideologie del sacrificio che, per la città, significano ridimensionamento e impoverimento strutturale, accontentandosi d’una sopravvivenza tesa a preservare un “minimo sociale” di condizioni di vita.
La Variante generale al PGT è stata impostata accettando la sfida e introducendo risposte per favorire attrattività, competitività e innovazione nella realtà comunale, valorizzando l’unicità dei talenti e le capacità delle esperienze cremonesi, l’orgoglio delle radici culturali, la conservazione delle peculiarità degli ambienti e della storia locale.
L’atteggiamento di sfida alla crisi economica ha comportato anche la scelta di allargare la partecipazione al processo di costruzione della Variante generale.
A tal fine sono state elaborate le Linee Programmatiche approvate dalla Giunta Comunale nel novembre 2010 dopo la loro condivisione nella Commissione Consiliare “Territorio”, dove sono stati esplicitati gli indirizzi e gli obiettivi della Variante generale a cui ha fatto seguito l’approvazione, nel febbraio 2011, degli indirizzi per la “Partecipazione pubblica alla costruzione della Variante generale al PGT”, con i quali sono stati esplicitati criteri oggettivi per la valutazione delle istanze relativi alla coerenza con gli obiettivi contenuti nelle “Linee Programmatiche”, ai riferimenti urbanistici dell’area, al grado di interesse pubblico della proposta.
La fase partecipativa ha avuto avvio nel febbraio 2011 e si è conclusa il 30 settembre 2011 con la presentazione, negli otto mesi di pubblicazione del bando, di 119 istanze di cui 27 a carattere generale e 92 a carattere specifico.
Il lavoro analitico si è sviluppato quindi coinvolgendo l’intera struttura comunale sia in termini di raccolta dati sia in termini di contributi specifici.
Ciò ha reso possibile una approfondita ricognizione e razionalizzazione delle banche dati comunali e delle relative informazioni in esse contenute.
Tale impostazione analitica ha consentito di approcciare la successiva fase di elaborazione e individuazione delle scelte su una solida base oggettiva e scientifica evitando, quindi, un approccio di natura discrezionale.
Si è scelto di far parlare la realtà, utilizzando il metodo dell’osservazione e della conoscenza.
Il lavoro scientifico effettuato e le conseguenti scelte che danno risposta agli obiettivi contenuti nelle Linee Programmatiche e alle istanze che i cittadini hanno fatto pervenire all’avvio del procedimento, sono stati condivisi con la Commissione Territorio che in un percorso articolato in quindici riunioni, da aprile a dicembre 2012, ha visto illustrati e discussi temi, analisi e indirizzi progettuali della Variante generale in un clima di grande collaborazione, sempre teso ad entrare nel merito delle proposte, mai dettate da pregiudizi o polemiche astratte.
Alla base della Variante generale è possibile individuare come scelte di fondo:
1) la concertazione, intesa come condizione ineludibile della democrazia, come coinvolgimento dei soggetti sociali nei processi di trasformazione qualitativa della città, al fine di far emergere i bisogni latenti e le volontà di operare. I primi, sono difficilmente dotati di voce propria ed il loro disvelamento ha bisogno di banche dati aggiornate, di modalità analitiche particolarmente sofisticate e di una capacità interpretativa non comune, mentre ai secondi (le volontà di operare) è stata data voce attraverso modi concertativi al fine di far emergere le reali volontà dei cittadini e degli operatori ad eseguire interventi urbanistici con la massima trasparenza, in maniera da evitare affollamenti impropri nelle more del procedimento, prevenire arbitrarietà discrezionali, conoscere fin dall’inizio l’entità delle aspettative in gioco e saperle governare, garantendo il giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale, la sussidiarietà sociale, la garanzia dell’interesse pubblico e la contemperanza col – pur lecito e legittimo – interesse del mercato. In considerazione del dinamismo incomprimibile delle trasformazioni urbane e della conseguente e necessaria flessibilità programmatica, lo strumento urbanistico generale privilegia la programmazione negoziata come metodo ordinario di governo del territorio, introducendola nella gestione corrente del ciclo edilizio attraverso una variabilità previsionale, delegata agli indirizzi strategici che il Consiglio Comunale impartisce con apposito Programma d’attuazione annuale, da approvarsi entro ogni anno e finalizzato a regolare la revisione periodica del Documento di piano e i contenuti dei conseguenti strumenti della programmazione negoziata.
Tutto ciò però, ponendo grande attenzione al rispetto e alla tutela ecologica, alle peculiarità cremonesi e, perciò, salvaguardando il suolo per le produzioni agricole che ben s’interseca con la salvaguardia ambientale e bioecologica (tramite l’introduzione di agricolture multifunzionali). Tale scelta ha portato a limitare drasticamente il “consumo di suolo” (non urbanizzato) in una logica, pertanto, non espansiva. Così la nuova prospettiva delle trasformazioni insediative e per servizi, che traguarda al breve – medio periodo i fabbisogni della città e del territorio, consente di limitare l’impegno di suolo alle trasformazioni effettivamente attivabili restituendo al pieno uso agricolo il suolo coinvolto da quelle non confermate.
La variante restituisce, di fatto, circa 612.500 mq (61,2 ha) alla destinazione agricola, rispetto alle previsioni dell’attuale strumento. Ma la Variante generale al PGT non si limita a contrastare il consumo di suolo restituendolo alle sue funzioni prettamente agronomiche.
Viene effettuata anche una contrazione delle edificabilità (Slp) con riguardo agli ambiti di trasformazione rispetto alla potenzialità massima del previgente PGT. Complessivamente la riduzione di edificabilità è pari a 360.413 mq; a titolo esemplificativo si prevede una riduzione di slp di 13.898 mq per la residenza, di 180.914 mq per l’attività produttiva e di 11.803 mq per l’attività terziaria e commerciale. A ciò si aggiunga la generale contrazione degli indici di edificabilità prevista nel Piano delle Regole frutto anche dell’eliminazione del sistema perequativo.
L’attenzione agli aspetti ambientali ha trovato anche riscontro nella rete ecologica, che costituisce un sistema tale da garantire un buon livello di biodiversità nel territorio comunale consentendo di incrementare la qualità e la fruibilità delle risorse ambientali cremonesi; in particolare: negli spazi interessati dal sistema della rete ecologica, prioritaria è la promozione di progetti di connessione ambientale che prevedano la valorizzazione delle risorse naturali, la riqualificazione della dote ambientale, la valorizzazione del verde urbano, dei parchi/giardini esistenti, del patrimonio arboreo, con interventi d’estensione e rafforzamento degli impianti verdi e la creazione, ove possibile, di nuove porzioni della rete.
2) Il rilancio delle aziende e delle attività produttive tramite la riqualificazione dei contenitori, la permanenza ovvero la rilocalizzazione degli impianti, la possibilità d’insediare funzioni complementari (terziario e commercio) negli ambiti di trasformazione produttivi a fronte di accordi convenzionali di partenariato che sviluppino pacchetti e condizioni insediative vantaggiose per le nuove PMI.
Allo scopo è stato predisposto un pacchetto localizzativo rivolto alle imprese artigianali e produttive contenente incentivi relativi agli aspetti edilizi e di fiscalità locale.
Analoga attenzione al rilancio dell’attrattività del centro storico, incentivandone le vocazioni turistica – culturale e naturale commerciale, ponendo a sistema le peculiarità storico culturali e la filiera della fabbrica dei violini e degli strumenti ad arco con l’arte musicale e gli studi di musicologia.
La liberalizzazione introdotta per tramite dell’eliminazione dei vincoli dimensionali, relativi alle medie strutture di vendita, consente una prospettiva d’ampliamento dell’offerta economica alle attività commerciali e, al contempo, la possibilità che attraverso il richiamo indotto si rafforzi l’attrattività del centro naturale commerciale.
3) La rigenerazione del tessuto edilizio e urbano consolidato intesa quale processo continuo e non ottenibile certo per semplice sostituzione degli edifici obsoleti (in base alle usuali misure di riqualificazione e ricostruzione) ma attraverso un disegno che, strutturandosi sulla compattezza storica cremonese, ne valorizzi il contesto riattivando di conseguenza l’attrattività locale; attraverso il riuso (rifondazione) delle emergenze urbane defunzionalizzate o abbandonate o in corso di dismissione (contenitori vuoti o male utilizzati).
Introduzione di norme che facilitano il recupero e il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente (facilitazione per il recupero dei sottotetti, eliminazione dei limiti dimensionali per i soppalchi, etc.), alle ridotte limitazioni funzionali, al rinvio al professionista per la dimostrazione della congruità progettuale (anche paesaggistica) nei diversi contesti.
Le disposizioni attuative del Piano delle Regole consentono un’elevata flessibilità sia per le destinazioni d’uso (individuandovi solo le poche escluse), sia per gli interventi edilizi, sulla base d’una flessibilità modulata in rapporto ai gradi di possibilità di intervento edilizio sul tessuto consolidato; particolare rilievo viene poi data all’aspetto paesaggistico degli interventi edilizi individuando nei progettisti l’elemento cardine della qualità architettonica, da ricercare in ogni modo rispetto al contesto dell’intervento. Il Piano delle Regole, per gli interventi di sviluppo e riqualificazione del tessuto edilizio più complessi, prevede il ricorso ai permessi di costruire convenzionati che identificano gli impegni, da tradursi in atto pubblico (per convenzione o atto d’obbligo), sui modi d’intervento e le ricadute d’interesse pubblico, derivanti dagli accordi negoziali col Comune.
Un ruolo determinante sarà quello della Commissione comunale per il paesaggio che, per esprimere il proprio giudizio d’impatto paesaggistico, s’avvarrà d’apposite Linee guida di valutazione paesaggistica dei progetti, di carattere orientativo e d’indirizzo a favore dei professionisti abilitati, al fine di guidare il corretto inserimento delle trasformazioni nel contesto paesaggistico.
4) Le analisi hanno dimostrato che Cremona è quantitativamente sovradotata d’attrezzature per servizi, ragion per cui non appare più necessario né opportuno percorrere obiettivi d’accrescimento dotazionale di aree e immobili (stante anche il notevole stock di edifici defunzionalizzati e dismessi) anche con riguardo ai costi di realizzazione, gestione e manutenzione; la logica della Variante generale si dirige perciò nella direzione d’agevolare forme di sussidiarietà nell’erogazione dei servizi, unendovi una flessibilità funzionale (attività complementari) che ne agevoli e supporti l’erogazione. Viene quindi introdotta la sussidiarietà come concreta e agevole possibilità del privato di erogare servizi pubblici e/o di interesse pubblico alla cittadinanza viene intesa in termini ampli e funzionalmente flessibili, generando la possibilità di considerare a servizi (in termini aggiuntivi) quelle attività complementari che formano (e supportano) la vivibilità dei contesti urbani, svolgono azioni di rigenerazione urbana, si fanno carico d’insediamenti di housing sociale. E’ anche in ragione di ciò che il Piano dei servizi adegua le previsioni d’aree per servizi, attrezzature e dotazioni alle necessità e utilità effettive, sulla base d’una scelta comportante la rinuncia all’istituto perequativo quale modalità d’acquisizione di nuove aree con la conseguenza, non marginale, d’indurre minori oneri (in tempo e costi) a carico degli operatori, e con la possibilità per l’Amministrazione di concertare e condividere con l’operatore maggiori riscontri in opere. Si passa cioè da una generalizzata cessione di aree ad una conversione delle stesse in opere pubbliche individuate in un apposito elenco, da rivedersi anche nelle priorità, con cadenza annuale. La Variante generale, attraverso il Piano dei Servizi, svilupperà una procedura di monitoraggio del fabbisogno di servizi introducendo la facoltà del Consiglio Comunale di verificare e riprogrammare i fabbisogni, stante la non decadenza temporale del medesimo Piano dei Servizi.
Tutto il complesso e articolato lavoro svolto per la redazione della Variante generale trova restituzione in una poderosa documentazione, elaborata dagli uffici e dai consulenti, che va ad arricchire di contenuti e di conoscenza, il Documento di Piano, il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole anche con tutta una serie di allegati come: il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (PUGSS); l’aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica; la valutazione del rischio idraulico afferente all’abitato di Cremona; l’Elaborato per i Rischi di Incidenti Rilevanti; la Valutazione Ambientale Strategica. E ringrazio tutti coloro che in questi due anni hanno lavorato per l’elaborazione del nuovo strumento urbanistico.
Si è aperto quindi il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Italico Maffini (Lega Nord), Roberto Gandolfi (Gruppo Misto), Riccardo Mancini (Obiettivo Cremona con Perri), Andrea Vacchelli (Gruppo Misto), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Daniele Soregaroli (Partito Democratico), Sergio Padovani (Popolo della Libertà), Mauro Fanti (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Roberto Vitali (UDC), Federico Fasani (Popolo della Libertà) e Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà).
Adozione dell’aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica, nell’ambito della Variante generale al Piano di governo del territorio (PGT), ai sensi dell’art. 57 della legge regionale n° 12/2005
Il Consiglio comunale, all’unanimità, ha adottato l’aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica, nell’ambito della Variante generale al Piano di Governo del Territorio, ai sensi dell’art. 57 della legge regionale n° 12/2005, predisposto da “Rea Società Cooperativa a r.l.”.
L’articolo 57 della legge regionale n. 12/2005 stabilisce che, ai fini della prevenzione dei rischi geologici, idrogeologici e sismici, il Programma di Governo del Territorio nel Documento di piano contenga la definizione dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico comunale sulla base dei criteri e indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di governo del territorio (PGT) emanati dalla Giunta regionale.
Il Comune di Cremona ha ritenuto opportuno in sede di Variante generale al Piano di governo del territorio, in base ai criteri e indirizzi sopraccitati e così come definiti da diverse direttive regionali, di verificare ed aggiornare il proprio studio geologico idrogeologico e sismico. A tal fine, nel novembre 2010, il Comune di Cremona ha disposto l’avvio del procedimento di Variante generale al Piano di governo del territorio previgente e, in relazione a tale attività, è stato avviato l’aggiornamento relativo alla componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT, per le parti non già integrate. L’aggiornamento doveva tenere conto prioritariamente delle modificazioni di stato e qualità dei parametri e delle componenti geologico – ambientali eventualmente intervenute successivamente all’anno 2000, a seguito di processi naturali e processi antropici o misti (dalle alluvioni, alle situazioni di alterazione/inquinamento in atto o pregresse, alle variazioni dei livelli delle falde idriche, ecc.).
Sulla scorta dei dispositivi legislativi, l’aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica inerente il territorio di Cremona ha adottato l’impianto normativo vigente, confermano che la fattibilità geologica riguarda sempre l’intero territorio comunale e che la stessa accresce il proprio peso nella valutazione reale della trasformabilità dei suoli, introducendo anche l’obbligo, da parte dei tecnici geologi incaricati, di dichiarare la conformità dello studio effettuato con i criteri di legge e asseverare “la congruità tra le previsioni urbanistiche del Piano di governo del territorio e le classi di fattibilità geologica assegnate, considerata la relativa normativa d’uso”.
Adozione della Variante generale al Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio (PGT)
Il Consiglio comunale, con 20 voti a favore, 14 contrari e tre astenuti (Domenico Maschi, Santo Canale e Ferdinando Quinzani), ha adottato il Documento di Piano (DdP). Entro novanta giorni dall’adozione il Documento di Piano è depositato, a pena di inefficacia dello stesso, nella segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, ai fini della presentazione di osservazioni, da parte di cittadini e associazioni, nei successivi trenta giorni. Il Documento di Piano è pubblicato anche sul sito del Comune.
Il Documento di piano, contemporaneamente al deposito, viene trasmesso alla Provincia di Cremona per la valutazione della compatibilità del Documento di Piano con il proprio Piano Territoriale di Coordinamento; trasmesso all’ASL della provincia di Cremona e all’ARPA per l’eventuale formulazione di osservazioni, rispettivamente per gli aspetti di tutela igienico-sanitaria ed ambientale, sulla prevista utilizzazione del suolo e sulla localizzazione degli insediamenti produttivi ed alla Regione Lombardia per il relativo parere vincolante in relazione ai propri indirizzi di politica territoriale.
Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia dell’atto assunto, il Consiglio comunale decide sulle stesse, apportando al Documento di Piano le modificazioni conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni. Il Documento di Piano, definitivamente approvato, viene depositato in Segreteria Comunale e pubblicato nel sito informatico del Comune. Il Documento di Piano acquista efficacia con la pubblicazione dell’avviso della sua approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Nel periodo che intercorre tra l’adozione e la pubblicazione dell’avviso di approvazione del Documento di Piano vengono applicate le misure di salvaguardia in relazione a interventi, oggetto di domanda di permesso di costruire, di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi. Il Documento di Piano ha validità quinquennale ed è sempre modificabile.
L’articolo 6 della Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e successive modifiche ed integrazioni individua come strumento della pianificazione comunale per la definizione dell’assetto dell’intero territorio comunale il Piano di Governo del Territorio (PGT), articolato nei seguenti atti: Documento di Piano; Piano dei Servizi; Piano delle Regole.
Con delibera di Giunta comunale del 18 novembre 2010, l’Amministrazione comunale ha ritenuto necessario dare avvio al procedimento di Variante generale al PGT per adeguare le politiche territoriali alle aspettative e ai fabbisogni della città, sulla base degli indirizzi strategici sviluppati dalle Linee Programmatiche allegate alla stessa delibera.
Per costruire un piano in grado di coniugare lo sviluppo dei servizi e la promozione delle potenzialità sociali ed economiche locali, insieme a un significativo miglioramento della qualità di vita urbana con il contributo delle energie private e pubbliche in una logica di reciprocità, l’Amministrazione comunale ha dato avvio a una fase iniziale di consultazione con l’obiettivo di raccogliere tutte le istanze di carattere sia generale sia specifico che i singoli cittadini, gli operatori economici e le organizzazioni locali del volontariato e della sussidiarietà ritenevano opportuno proporre.
Allo scopo, poi, di operare un controllo diretto sull’intero processo di formazione e gestione del nuovo strumento urbanistico e di operare un monitoraggio sin dalle fasi di studio e analisi, in modo da garantire l’attuazione delle proprie scelte d’indirizzo sulle politiche territoriali e tempi contenuti di realizzazione degli atti costitutivi della Variante generale del vigente Piano di governo, l’Amministrazione comunale ha istituito lo Staff comunale di Piano. Sulla base dei contributi pervenuti e degli indirizzi strategici contenuti nelle Linee Programmatiche lo Staff di Piano ha, quindi, provveduto alla redazione del Documento di Piano, secondo i contenuti disposti dalla normativa regionale.
Con delibera di Giunta comunale del 24 marzo 2011 è stato avviato anche il procedimento di Valutazione Ambientale – VAS del Documento di Piano in quanto parte integrante del procedimento di adozione e approvazione della Variante generale al PGT.
Adozione della Variante generale al Piano dei Servizi del Piano di Governo del Territorio (PGT)
Il Consiglio comunale, con 20 voti a favore, 14 contrari e tre astenuti (Domenico Maschi, Santo Canale e Ferdinando Quinzani), ha adottato il Piano dei Servizi. Entro novanta giorni dall’adozione, il Piano dei Servizi viene depositato nella segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, per consentire la presentazione di osservazioni, da parte di cittadini e associazioni, nei successivi trenta giorni. Il Piano dei Servizi è altresì pubblicato nel sito informatico del Comune.
Il Piano dei Servizi, contemporaneamente al deposito, viene trasmesso alla Provincia di Cremona ed alla Regione Lombardia unitamente al Documento di Piano e al Piano delle Regole. Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni il Consiglio comunale decide sulle stesse, apportando al Piano dei Servizi le modificazioni conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni. Il Piano dei Servizi, definitivamente approvato, viene depositato presso la Segreteria Comunale e pubblicato nel sito informatico dell’Amministrazione Comunale.
Il Piano dei Servizi acquista efficacia con la pubblicazione dell’avviso della sua approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Nel periodo che intercorre tra l’adozione e la pubblicazione dell’avviso di approvazione del Piano dei Servizi si applicano le misure di salvaguardia in relazione a interventi, oggetto di domanda di permesso di costruire, ovvero di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi. Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del Piano dei Servizi che demandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà in alternativa all’intervento della pubblica amministrazione.
Il Piano dei Servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile. La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, diverse da quelle specificamente previste dal Piano dei Servizi, non comporta l’applicazione della procedura di variante al piano stesso ed è autorizzata previa deliberazione motivata del Consiglio comunale.
Adozione della Variante generale al Piano delle Regole del Piano di Governo del Territorio (PGT)
Il Consiglio comunale, con 20 voti a favore, 14 contrari e tre astenuti (Domenico Maschi, Santo Canale e Ferdinando Quinzani), ha adottato il Piano delle Regole. Entro novanta giorni dall’adozione il Piano delle Regole viene depositato in Segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, per consentire la presentazione di osservazioni, da parte di cittadini e associazioni, nei successivi trenta giorni. Il Piano delle Regole viene inoltre pubblicato nel sito informatico del Comune. Il Piano delle Regole, contemporaneamente al deposito, è trasmesso alla Provincia di Cremona ed alla Regione Lombardia unitamente al Documento di Piano e al Piano dei Servizi.
Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni il Consiglio Comunale decide sulle stesse, apportando al Piano delle Regole le modificazioni conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni. Il Piano delle Regole, definitivamente approvato, è depositato presso la Segreteria Comunale e pubblicato nel sito dell’Amministrazione comunale.
Il Piano delle Regole acquista efficacia con la pubblicazione dell’avviso della sua approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Nel periodo intercorrente tra l’adozione e la pubblicazione dell’avviso di approvazione del Piano delle Regole vengono applicate le misure di salvaguardia in relazione a interventi, oggetto di domanda di permesso di costruire, di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi. Le indicazioni contenute nel Piano delle Regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Il Piano delle Regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.
Approvazione del Regolamento dei Controlli Interni
Il Consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, il Regolamento dei Controlli Interni, dando atto che entrerà in vigore a decorrere dalla data di esecutività della relativa deliberazione di approvazione e che, da tale data, saranno abrogati gli articoli 81, 82 e 83 – titolo IX del Regolamento di contabilità.
Con il Decreto Legge 10 ottobre 2012 n. 174 sono state emanate disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, introducendo rilevanti modifiche al Testo Unico degli Enti Locali 18 agosto 2000 n. 267. In particolare l’art. 3 rafforza ed integra il sistema dei controlli interni che gli Enti Locali devono disciplinare, nell’ambito della propria autonomia normativa ed organizzativa, e identifica, estendendone le tipologie, le seguenti forme: di regolarità amministrativa e contabile; strategico; di gestione; sulle società partecipate; sugli equilibri finanziari; sulla qualità dei servizi erogati. La conversione operata con Legge 7 dicembre 2012 n. 213 ha graduato l’applicazione delle norme disponendo che alcuni profili di controllo sugli organismi partecipati, sul controllo strategico e sulla qualità dei servizi erogati siano differiti, per i comuni con popolazione compresa tra i 50.000 e i 100.000 abitanti, al 2014.
Approvazione del regolamento unico per l’assegnazione delle borse di studio Coniugi Giannetti, Arnaldo Feraboli ed Elide Santi. Arturo Moroni. Revoca delle precedenti norme regolamentari
Il Consiglio comunale, all’unanimità, ha deciso di procedere all’accorpamento dei regolamenti delle borse di studio intitolate ai Coniugi Giannetti, ad Arnaldo Feraboli ed Elide Santi, ed ad Arturo Moroni per l’assegnazione di un unico premio fermo restando gli scopi per i quali sono state istituiti i singoli premi. E’ stato così approvato il testo del nuovo regolamento e revocati i precedenti regolamenti approvati con deliberazioni di Consiglio comunale del 22 settembre 1958 (Coniugi Giannetti), del 22 maggio 1964 (Arturo Moroni) e del 1° marzo 1971 (Feraboli-Santi) e successive integrazioni e modificazioni.
I premi “Coniugi Giannetti”, “Arnaldo Feraboli ed Elide Santi” ed “Arturo Moroni” non sono più stati assegnati dal 2005 in quanto le rispettive rendite non consentivano, non consentono tuttora e non consentiranno in futuro il raggiungimento di una quota da ritenere idonea per l’erogazione dei singoli premi. L’Assessorato alle Politiche Educative ha pertanto provveduto, nel tempo, ad approfondire le difficoltà in riferimento ad una diversa opportunità di utilizzo delle limitate rendite. Si è ritenuto così, dopo avere opportunamente informato e ottenuto parere dagli uffici legali e dalla Giunta comunale, di riunire i tre premi in un unico bando di concorso con la redazione di un unico regolamento che garantisse gli scopi testamentari per cui sono state istituite: borse di studio “Coniugi Giannetti” – per studenti iscritti all’Istituto Magistrale “S. Anguissola” ora Liceo delle Scienze Sociali; borse di studio “Arnaldo Feraboli ed Elide Santi” – miglior studente diplomato; borsa di studio “Arturo Moroni” – per studenti che frequentano un istituto musicale.
Tenuto conto delle disponibilità delle rendite attuali e delle normative in tema di bilancio che non consentiranno più la conservazione di residui passivi, solo per il primo anno di erogazione verranno premiati i migliori due studenti con due premi da € 542,00 per complessivi € 1.084,00. L’importo di € 542,00 è equiparato agli importi già approvati con deliberazione di Giunta comunale per le borse di studio per studenti universitari.
Modifica del regolamento per l’assegnazione della borsa di studio prof. Alfredo Galletti
Il Consiglio comunale, con voto unanime, ha modificato ed adeguato il regolamento per l’assegnazione delle borse di studio intitolate alla memoria del prof. Alfredo Galletti approvando un nuovo testo del regolamento.
Si è provveduto all’aggiornamento dei regolamenti per l’assegnazione di borse di studio al fine di renderli più coerenti alla nuova realtà organizzativa e per dare una maggiore organicità e semplicità di lettura. Considerate le disponibilità delle rendite attuali e le normative in tema di bilancio che non consentiranno più la conservazione di residui passivi, solo per il primo anno di erogazione, verranno premiati i migliori cinque studenti con cinque premi da € 1.000,00 per complessivi € 5.000,00. Negli anni successivi sarà eventualmente confermato, ai sensi dell’art. 5 del regolamento, solo al migliore studente tra i cinque assegnatari che ne farà richiesta.
Determinazione degli indirizzi strategici nei confronti dell’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” per l’anno 2013
Il Consiglio comunale, con 22 voti a favore e 14 astenuti, ha approvato gli indirizzi strategici per l’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” per l’anno 2013.
L’art. 3 dello Statuto dell’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” prevede che il Comune di Cremona determini gli indirizzi strategici ai quali l’Azienda deve attenersi nella gestione dei servizi alla persona. In prossimità della conclusione del mandato elettorale, durante l’anno 2013 è stato ritenuto opportuno portare a completamento quanto indicato nel programma del sindaco (programma n. 3 – azione 2 “Rivalutare i rapporti con l’Azienda Speciale “Cremona Solidale”), in particolare per quanto riguarda i rapporti con l’Azienda Speciale “Cremona Solidale” quale interlocutore strategico per offrire ai cittadini servizi professionalmente qualificati.
Gli approfondimenti condotti sino ad ora in ordine all’assetto giuridico dell’Azienda “Cremona Solidale”, non consentono attualmente di pervenire ad una soluzione sostenibile; l’ipotesi di costituire una nuova fondazione, oltre a contenere elementi di criticità connessi al trasferimento del ramo d’azienda ed alla regolamentazione del regime di utilizzo del patrimonio, è stata bloccata dalla recente normativa dettata dalla Legge 135/2012 (detta Spending Rewiev) che ha introdotto per gli enti locali il divieto “di istituire enti di qualsiasi natura giuridica che esercitino una o più funzioni fondamentali e funzioni amministrative loro conferite ai sensi dell’art. 118 della Costituzione”.
Nel confermare l’orientamento verso la trasformazione dell’Azienda “Cremona Solidale” in fondazione, allo stato attuale risulta pertanto opportuno mantenere l’assetto vigente ed attendere orientamenti giurisprudenziali più consolidati tenuto conto delle funzioni non prettamente sociali ma socio-sanitarie svolte dall’Azienda ed in quanto tali non considerabili funzioni fondamentali dei Comuni.
Il Comune di Cremona nella funzione di attore principale del sistema di welfare locale esercita un ruolo decisivo di governance della rete dei servizi, oltre che in particolare verso le principali realtà del sistema comunale: Fondazione Città di Cremona ed Azienda Cremona Solidale. È di competenza inoltre del Comune di Cremona la funzione di coordinamento con l’ASL per la programmazione, valutazione e monitoraggio del sistema, il raccordo con la Fondazione Città di Cremona e la promozione e attivazione di iniziative di collaborazione con altre ed ulteriori realtà terze.
Il Comune pertanto indica, quali aree di diretta competenza e valutazione congiunta con ASL e Fondazione Città di Cremona, i seguenti principali ambiti di programmazione integrata: utilizzo delle strutture e spazi destinati ai servizi socio assistenziali e sociosanitari, anche nella prospettiva di ulteriori progetti e servizi; verifica e definizione dei rapporti contrattuali riferiti al patrimonio; gestione degli interventi di manutenzione delle strutture utilizzate per la produzione dei servizi alla persona; valutazioni circa l’assetto logistico-funzionale delle quattro residenze sanitarie assistenziali, nella prospettiva del possibile impiego degli spazi attualmente non occupati, per il potenziamento della filiera dei servizi sia socio assistenziali sia socio sanitari destinati alla non autosufficienza; quanto evidenziato nell’ottica della successiva programmazione strategica integrata con ASL e Fondazione Città di Cremona.
Il Comune di Cremona intende riconoscere e confermare la valenza strategica di Fondazione Città di Cremona nel sistema di welfare locale e continuare a promuovere la sinergia interistituzionale, peraltro prevista dallo Statuto della medesima nella dimensione dell’attività dei servizi sia sociali sia sociosanitari. La riattribuzione dei servizi di natura assistenziale al Comune ha comportato una riqualificazione significativa delle competenze dell’Ente Locale nello svolgere le funzioni amministrative proprie di servizio sociale; queste ultime ad oggi risultano essere ancor più importanti nella logica della programmazione triennale dei Piani di Zona e della identificazione dei requisiti di accreditamento e della concessione dello stesso (Legge regionale 3/2008). L’Azienda Speciale Cremona Solidale si conferma pertanto come soggetto attivo prevalentemente nel campo dell’attività sociosanitaria, le cui prestazioni sono classificate quali livelli essenziali di assistenza (LEA) e sono effettuate in regime di accreditamento con l’ASL di Cremona, attraverso appositi contratti di acquisito di prestazioni. Per quanto concerne le rette e le tariffe delle unità d’offerta aziendali, per il primo semestre dell’anno 2013 non si prevedono adeguamenti; eventuali possibili modifiche saranno considerate nel secondo semestre a seguito della verifica dell’andamento economico.
Approvazione dello schema di contratto di servizio riguardante il servizio di trasporto pubblico locale ed approvazione dell’impegno di spesa pluriennale
Il Consiglio comunale, con 17 voti a favore, 10 contrari e 2 astenuti, ha approvato lo schema di contratto di servizio per la gestione del servizio di trasporto pubblico locale per quattro anni, a partire dal 1° febbraio 2013, rinnovabili per ulteriori quattro anni, approvando inoltre l’impegno di spesa pluriennale per la copertura dei costi relativi al servizio così suddivisi: per l’anno 2013 (11/12) 2.222.749,20 euro + IVA 10% per un totale di 2.445.024,12 euro; per l’anno 2014 (12/12) 2.424.817,31 euro + IVA 10% per un totale di 2.667.299,04 euro; per l’anno 2015 (12/12) 2.424.817,31 euro + IVA 10% per un totale di 2.667.299,04 euro; per l’anno 2016 (12/12) 2.424.817,31 euro + IVA 10% per un totale di 2.667.299,04 euro; per l’anno 2017 (1/12) 202.068,11 euro + IVA 10% per un totale di 222.274,92 euro. A questi costi andranno aggiunti gli aggiornamenti contrattuali periodici ed eventuali altre voci (adeguamenti ISTAT, modifiche IVA) al momento non quantificabili.
Inoltre il Consiglio comunale ha dato mandato al dirigente dell’Unità di Progetto Ambiente e Mobilità Sostenibile della sottoscrizione del contratto di servizio ed alla Giunta comunale di approvare, nel periodo tra la sottoscrizione del contratto e l’effettivo avvio del servizio, a norma dell’art. 6 del capitolato di gara, tutte le modifiche che si renderanno necessarie per adeguare l’offerta pervenuta alle esigenze operative del servizio.
Con deliberazione di Giunta comunale del 18 maggio 2011 le Amministrazioni comunali di Cremona e Crema e la Provincia di Cremona hanno approvato l’intesa per la gestione in forma associata della procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale sul bacino provinciale. Gli organi consiliari dei tre enti hanno approvato con rispettive deliberazioni la relazione di sintesi dell’istruttoria per l’autorità garante del mercato e della concorrenza, lo schema di convenzione tra gli Enti per la gestione associata delle procedure di gara e la relazione tecnica per la formulazione del programma d’esercizio annuale dei servizi.
La Giunta comunale ha stabilito inoltre di inserire il servizio di trasporto scolastico all’interno del bando di gara sul trasporto pubblico perché le scadenze dei rispettivi contratti di servizio sono coincidenti. Il 29 marzo 2012 la Provincia di Cremona ha bandito la gara per l’assegnazione del servizio. A seguito della fase di valutazione la Commissione nominata ha assegnato in via provvisoria il servizio in data 30 novembre 2012 all’ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) composta dalle ditte che attualmente svolgono il servizio sul territorio la cui mandataria è Autoguidovie, che proponeva uno sconto dello 0,1%. L’8 gennaio 2013 l’esito della procedura di gara è stato presentato in Commissione consiliare permanente attinente le Politiche Ambientali e la Mobilità che ha espresso una sostanziale concordanza per l’assegnazione del servizio.
Il servizio, espletato le regolari procedure concorsuali, veniva assegnato in via definitiva, con decreto dirigenziale della Provincia di Cremona n. 8/6643 del 15 gennaio 2013, alla già citata ATI. Su richiesta dell’Ente è possibile, ai sensi dell’art. 6 del capitolato di gara, apportare modifiche al Programma d’esercizio allegato al Contratto di servizio. Prima dell’avvio del servizi sarà quindi possibile concordare con l’azienda il Programma d’esercizio definitivo e portarlo all’attenzione della Giunta comunale.