E’ curioso tuttavia per i dipendenti dell’Arpa l’incompatibilità vale solo all’improvviso e non per tutti: Sergio Padovani, già candidato sindaco a Corte de’ Cortesi con Cignone, dà le dimissioni per motivi di lavoro, il suo collega Bordi no, resta assessore all’Ambiente e alla polizia municipale (!) ma reagisce alla Beati, con spirito rasseneratore ma poco soddisfacente per Giancarlo Schifano, che l’ha interrogato in modo stringente sull’ex Macello. Un caso gravissimo e indegno di una città, inutile far finta. Discarica abusiva su terreno Aem e nessuno se ne accorge! L’acquisto dell’area stessa poi è stato oneroso per l’azienda elettrica: danno enorme, anche d’immagine. Tutti gli argomenti, va notato, sono stati affrontati dal punto di vista dominante: i soldi, il bilancio. E’ questa la malattia mortale della politica, tanto più se locale, dove il potere si esercita sotto lo sguardo dei cittadini e la responsabilità etica è vibrante. ”Non sappiamo se vi è rischio” ha risposto Bordi parlando della discarica abusiva, dopo qualche settimana dall’intervento del Noe dei carabinieri di Brescia. Non sappiamo. Segue il comunicato dell’ufficio stampa municipale.
In apertura di seduta il consigliere Sergio Padovani (Popolo della Libertà) ha annunciato le sue dimissioni, che diventeranno effettive dal prossimo Consiglio, per sopraggiunta incompatibilità del suo ruolo politico con la sua attività professionale. Il sindaco Oreste Perri lo ha ringraziato per il suo impegno. A seguire il presidente del Consiglio Comunale, Alessio Zanardi, ha informato che l’Ufficio di Presidenza, riunitosi prima dell’inizio dei lavori della seduta, ha deciso, a maggioranza, che, a seguito dell’istanza presentata da Michele Bozzetti, in rappresentanza dei genitori che hanno chiesto di intervenire in Consiglio sulla compartecipazione alla spesa per quanto riguarda le scuole per l’infanzia, questi avrebbero potuto avere un colloquio con il vice sindaco Roberto Nolli e l’assessore Jane Alquati. Colloquio che è poi avvenuto a margine del Consiglio Comunale.
Interrogazione presentata in data 23 maggio 2013 dal consigliere comunale del gruppo consiliare Italia dei Valori Giancarlo Schifano sul sequestro da parte dei carabinieri del Noe di Brescia dell’area ex macello, a causa di un ingente ritrovamento di materiale pericoloso per la salute dei cittadini.
Premesso che l’area dell’ex macello è stata ceduta dal Comune ad Aem S.p.A. nel 2011 per una somma considerevole. Considerato che all’interno dell’area sono stati ritrovati rifiuti pericolosi,come pannelli in fibrocemento contenenti amianto, nonché rifiuti provenienti da demolizioni e altro materiale da catalogare. Rilevato che c’è un concreto rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini in una vasta area contaminata da rottami di ogni genere. Preso atto che Aem S.p.A. proprietaria dell’area ex macello dal 2011 non ha effettuato dei controlli specifici per impedire il proliferare dell’inquinamento da materiale pericoloso; interrogo il Sindaco e l’Assessore competente per sapere: quali iniziative saranno intraprese per salvaguardare la salute della collettività,che vede all’interno della città una vasta area contaminata da materiali pericolosi in primis amianto; come mai Aem non ha denunciato la presenza di questi materiali pericolosi nel periodo antecedente l’intervento dei carabinieri del Noe di Brescia?
All’interrogazione ha risposto l’assessore Francesco Bordi: Non sappiamo se vi è rischio, ma solo che sono stati abbandonati dei rifiuti. Si sta muovendo AEM per chiedere ai giudici di poter togliere il materiale. La magistratura non ha ancora disposto nulla e l’area risulta ancora sotto sequestro. Non è corretto parlare di bonifica ambientale, bensì di rimozione. Vi è stata un’errata gestione dei rifiuti lasciati in quell’area da parte di tre ditte alle quali era stato concesso di usufruirne. Le spese saranno addebitate alle tre ditte che hanno svolto attività in quello spazio. La situazione in ogni caso non è così grave come prospettata (non è stato trovato materiale radioattivo) e il materiale rinvenuto non costituisce un pericolo significativo per l’ambiente. Nella zona dell’ex macello sono stati rinvenuti 4 batterie, 2 fusti di olio esausto e delle lastre di eternit. Di questo non possono essere colpevolizzate né Cam (precedente gestore della zona) né AEM S.p.A., in quanto il materiale risulta essere precedente al loro insediamento. Il Comune ha chiesto ad AEM S.p.A. lo smaltimento del materiale e provvederà affinché la magistratura intraprenda un’indagine ambientale, nonostante non vi sia pericolo di un disastro ambientale.
Il consigliere Giancarlo Schifano si è detto non soddisfatto della risposta ottenuta.
Interrogazione presentata in data 27 maggio 2013 dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico Roberto Poli e Alessandro Corradi sulla riduzione dei servizi di centro estivo.
Premesso che l’offerta educativa e ricreativa estiva per l’infanzia ha da sempre rappresentato un fiore all’occhiello dell’amministrazione cittadina, per la qualità del servizio, per la copertura in termini orari e per la durata stagionale e per la possibilità di dare risposte a tutte le famiglie interessate al servizio durante il periodo di chiusura delle scuole; che la tipologia del servizio non ha il solo scopo di aiutare per l’estate le famiglie con genitori che lavorano e senza altri familiari a sostegno, ma che ha anche precise finalità educative e di socializzazione per i bambini. Appreso che per l’estate 2013 è stata prospettata una riduzione significativa delle offerte di nido estivo e di centri estivi con contestuale aumento delle tariffe ed in particolare che: l’apertura è stata ridotta al solo mese di luglio, mentre l’anno scorso il servizio era garantito per luglio ed agosto; le tariffe aumentano da 60,00 euro a 80,00 euro la settimana compreso il servizio mensa e da d 35.00 a 55.00 euro senza mensa, chiedono di sapere precisamente quali servizi è in grado di assicurare l’Amministrazione alle famiglie per l’estate 2013 nel mese di agosto non coperto dal servizio; di conoscere di quanto sia stato ridotto lo stanziamento economico nel 2013 su questo servizio.
All’interrogazione ha risposto l’assessore Jane Alquati: I centri ricreativi estivi non sono un servizio normativo obbligatorio. Non avendo potuto approvare il bilancio preventivo entro il 31 dicembre 2012, per legge è stato necessario applicare il criterio dell’esercizio provvisorio: la spesa la si è potuta finanziare limitatamente alla gestione ordinaria e solo per dodicesimi dell’ultimo bilancio approvato (2012); non è stato possibile finanziare la spesa straordinaria. Siamo in attesa della collaborazione economica e risorse da parte della Azienda Sociale del Cremonese. E’ stata effettuata un’attenta valutazione del modello indifferenziato di distribuzione del voucher e verifica delle utenze del 2012 da cui si evince il sensibile calo delle utenze dei centri ricreativi estivi dalla quinta settimana in avanti. Il costo dei centro di ricreazione estivi nel 2012 è stato di 80 mila euro per 8 turni settimanali. Il costo dei centri ricreativi estivi per il 2013 è così ripartito: 20 mila euro finanziati dal Comune, ai quali si aggiungono 20 mila euro finanziati dall’Azienda Sociale del Cremonese per un totale di 40 mila euro. Il costo dei casi sociali sono stati interamente coperti dai Servizi Sociali e dall’Azienda Sociale del Cremonese. Grazie ad operazioni partite nel 2012 quest’anno la città si è strutturata per offrire comunque un servizio anche ad agosto. Le cooperative convenzionate attiveranno comunque i turni con le richieste minime. I centri sportivi estivi continuano le loro attività ad agosto sino a settembre.
Il consigliere Alessandro Corradi si è detto non soddisfatto della risposta ottenuta.
Ordine del giorno presentato in data 5 giugno 2013 da consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessandro Corradi) con cui si impegnano il Sindaco e la Giunta a rivedere le scelte, eccessivamente onerose per le famiglie, relative alla compartecipazione ai costi dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali e ad evitare l’introduzione di una retta anche per la scuola dell’infanzia comunale.
Appreso che la manovra della Giunta per il bilancio 2013 prevede: un aumento della compartecipazione da parte delle famiglie delle tariffe dei nidi (la retta minima passerebbe a 200 euro e la massima a 600 euro); l’introduzione, per la prima volta, di una retta anche per la frequenza alla materna (da un minimo di 30 euro ed un massimo di 70 euro mensili) e che introduce una disparità di trattamento tra bambini frequentanti la scuola pubblica: scuola statale gratuita e scuola comunale a pagamento. Premesso che i servizi per l’infanzia ed in particolare i nidi e le scuole dell’infanzia comunali sono una offerta formativa che ha costituito, nel passato, una priorità ed una precisa scelta delle amministrazioni che si sono succedute; tale offerta non è da intendersi solo come servizio alle famiglie, ma come opportunità ed investimento educativo per tutti i bambini. Considerato che i rincari ed i nuovi costi vanno ad aggiungersi ai ritardi nella comunicazione circa le iscrizioni ed aumentano le difficoltà e le incertezze delle famiglie; la manovra ostacolerà per un verso l’accesso ai nidi ed alle scuole per l’infanzia dei bambini provenienti da famiglie in difficoltà e più colpite dalla crisi e dall’altro favorirà l’esodo verso altre offerte più competitive delle utenze che appartengono alle fasce di reddito più alte, il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a rivedere le scelte, eccessivamente onerose per le famiglie, relative alla compartecipazione ai costi dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali; ad evitare l’introduzione di una retta anche per la scuola dell’infanzia comunale.
Dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno da parte del consigliere Alessandro Corradi, si è aperto il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Mirella Marussich (Popolo della Libertà), Elena Guerreschi (Partito Democratico), Roberto Borsella (Popolo della Libertà), Maura Ruggeri (Partito Democratico), Daniele Bonali (Partito Democratico), Caterina Ruggeri (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Annamaria Abbate (Partito Democratico), Mauro Fanti (Partito Democratico), Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Alessio Manfredini (Partito Democratico). Il dibattito si è concluso con l’intervento dell’assessore Jane Alquati. Al termine l’ordine del giorno è stato posto in votazione e respinto (su 35 presenti, 20 sono stati i contrari, 15 quelli a favore).
Individuazione, per l’anno 2013, per quanto di competenza del Consiglio Comunale, in applicazione dell’articolo 96 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, degli organismi collegiali ritenuti indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali del Comune di Cremona.
Il Consiglio comunale, con voto unanime, ha individuato, per l’anno 2013, gli organismi collegiali indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali del Comune di Cremona, dando atto, in conseguenza di quanto stabilito dall’articolo 157 del Regolamento Edilizio per la Qualità Paesaggistica, la Sostenibilità Ambientale e l’Efficienza Energetica, che la Commissione Edilizia è da intendersi soppressa a decorrere dal 27 settembre 2013, ossia trascorsi 12 mesi dall’approvazione definitiva del Regolamento stesso, effettuata con deliberazione n. 31 del 27 settembre 2012. Confermato, nelle more del perfezionamento della complessiva rivisitazione del Regolamento di Polizia Cimiteriale, che le funzioni di competenza della Commissione per la Revisione delle Epigrafi, soppressa con deliberazione n. 51/31022 del 26 giugno 2003, sono esercitate dalla Commissione di Vigilanza sui Cimiteri.
L’articolo 96 “Riduzione degli organismi collegiali” del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 dispone quanto segue: “1. Al fine di conseguire risparmi di spese e recuperi di efficienza nei tempi dei procedimenti amministrativi, i Consigli e le Giunte, secondo le rispettive competenze, con provvedimento da emanare entro sei mesi dall’inizio di ogni esercizio finanziario, individuano i comitati, le commissioni, i consigli ed ogni altro organo collegiale con funzioni amministrative ritenuti indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione o dell’Ente interessato. Gli organismi non identificati come indispensabili sono soppressi a decorrere dal mese successivo all’emanazione del provvedimento. Le relative funzioni sono attribuite all’ufficio che riveste preminente competenza in materia.”
Modifica dell’art. 51 del regolamento del Consiglio Comunale in tema di pubblicità della situazione patrimoniale.
Il Consiglio comunale con voto unanime ha modificato nel seguente modo l’art. 51 “Pubblicità della situazione patrimoniale del regolamento del Consiglio Comunale:
ART. 51
PUBBLICITA’ DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE
- I consiglieri, entro il 15 novembre di ogni anno, sono tenuti a depositare presso apposito ufficio individuato dal Segretario Generale:
a) una dichiarazione resa ai sensi dell’art. 2, comma 1, n. 1, della legge 5 luglio 1982 n° 441 recante “Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti”, concernente i diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri; le azioni di società; le quote di partecipazione a società; l’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società, con l’apposizione della formula “sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”;
b) copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche relativa al dichiarante
2. Gli adempimenti indicati alle lettere a) e b) del comma 1 concernono anche la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato nonché dei figli e dei parenti entro il secondo grado di parentela, se gli stessi vi consentono. Viene in ogni caso data evidenza al mancato consenso, così come disposto dall’art. 14, comma 1, lettera f), del D.Lgs. 14 marzo 2013 n. 33.
3. Tutti i dati di cui alla lettera a) del comma 1 sono da riferirsi all’anno precedente rispetto a quello in cui vengono dichiarati e verranno riportati in apposita modulistica all’uopo consegnata.
4. I dati di cui al presente articolo vengono pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente nella sezione “Amministrazione Trasparente”, ai sensi del D.Lgs. 14 marzo 2013 n. 33, con le modalità previste dagli articoli 2 e 7.
5. Entro tre mesi dalla proclamazione i consiglieri sono tenuti a depositare presso apposito ufficio individuato dal Segretario Generale i dati di cui al comma 1.
Entro i tre mesi successivi alla cessazione dall’ufficio, i consiglieri sono tenuti a depositare una dichiarazione concernente le variazioni della situazione patrimoniale di cui al comma 1, lettera a), intervenute dopo l’ultima attestazione, nonché, entro un mese successivo alla scadenza del relativo termine, una copia della dichiarazione annuale relativa al reddito delle persone fisiche.
Le disposizioni del presente comma si applicano anche ai soggetti previsti dal comma 2 del presente articolo.
6. In caso di inadempimento degli obblighi di cui al presente articolo, il Presidente del Consiglio diffida l’inadempiente a provvedere entro il termine di quindici giorni, decorso infruttuosamente il quale si procede all’irrogazione delle sanzioni previste dal successivo comma 7 del presente articolo.
7. La mancata ottemperanza agli obblighi di cui al presente articolo comporta l’irrogazione delle seguenti sanzioni, ai sensi dell’art. 47, comma 1, del D.Lgs. 14 marzo 2013 n. 33:
a) sanzione pecuniaria di euro 500,00 in caso di mancata o incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo;
b) sanzione pecuniaria di euro 1.000,00 in caso di reiterato inadempimento per due anni consecutivi del mancato deposito dei dati previsti dai commi 1 e 2 del presente articolo.
La parziale ottemperanza agli obblighi di cui al presente articolo sarà verificata dagli Organi legittimati per legge a seguito di specifiche segnalazioni.
- L’organo competente ad irrogare le sanzioni di cui al presente articolo è il Segretario Generale.
L’entrata in vigore del D.Lgs. 14 marzo 2013 n° 33 in materia di riordino della disciplina degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni ha introdotto novità normative anche in tema di obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico del Comune. In particolare gli articoli 14, 47 e 52 ampliano la sfera dei dati e delle informazioni nonché dei soggetti tenuti alla pubblicazione introducendo, nel contempo, sanzioni pecuniarie in caso di mancata o incompleta comunicazione degli stessi.
Modifiche ed integrazioni del regolamento dei servizi educativi per l’infanzia.
Il Consiglio comunale (su 32 presenti, 19 hanno votato a favore e 13 contro, tra cui il consigliere Roberto Vitali) ha approvato la modifica e all’integrazione del regolamento dei servizi educativi per l’infanzia, approvando il nuovo testo del regolamento. Il nuovo regolamento entrerà in vigore dall’anno scolastico 2013/2014 a partire dalle procedure di ammissione al servizio.
Conseguentemente alla previsione di applicazione di una quota fissa per la frequenza alla scuola per l’infanzia, si è reso necessario provvedere alla modifica del regolamento al primo comma dell’art. 36. Sono state effettuate ulteriori modifiche ed integrazioni agli articoli 13, 14 e 25 oltre che sostituire in tutto il testo il termine “retta” con “tariffa” (eliminato un refuso della stesura precedente (art.13) – modifica anticipo prima tariffa (art. 14) – sostituzione termine “deliberato” con “definito” (art. 25).
Modifica dei criteri per la determinazione delle tariffe nei servizi educativi per l’infanzia e scolastici.
Il Consiglio comunale ha approvato (su 32 presenti, 19 hanno votato a favore e 13 contro, tra cui il consigliere Roberto Vitali) la modifica dei criteri per la determinazione delle tariffe nei servizi educativi per l’infanzia e scolastici, approvando il nuovo testo del regolamento. I nuovi criteri entreranno in vigore dall’anno scolastico 2013/2014.
Dopo due anni di applicazione delle norme contenute nei criteri di approvazione delle tariffe nei servizi educativi per l’infanzia e scolastici e alle indicazioni dell’Amministrazione in tema economico rispetto ad una maggiore copertura dei costi del servizio, si è reso necessario apportare alcune modifiche con la revisione complessiva dei criteri sopprimendo le voci non più conformi al nuovo regolamento e alle nuove modalità di calcolo delle tariffe oltre che sostituire in tutto il testo il termine “retta” con “tariffa”.
Definizione del numero e delle scadenze delle rate relative al versamento del Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi – anno 2013.
Il Consiglio comunale (con 20 voti a favori e 10 astenuti) ha stabilito che il versamento del Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), per l’anno 2013, venga scaglionato in tre rate, di cui le prime due in acconto e la terza ed ultima rata a conguaglio del tributo dovuto per l’anno 2013, aumentato della quota standard della maggiorazione, obbligatoria per legge, per copertura dei costi dei servizi indivisibili, pari ad euro 0,30 per metro quadrato, riservata e versata allo Stato. Le date determinate sono le seguenti: 1^ rata acconto – scadenza 31 luglio 2013; 2^ rata acconto – scadenza 30 settembre 2013; 3^ rata conguaglio e quota standard (euro 0,30 per mq) maggiorazione copertura dei costi servizi indivisibili – scadenza 2 dicembre 2013. L’importo di ciascuna delle due rate da versare in acconto è in misura pari ad un terzo del tributo commisurato al previgente regime tributario Ta.R.S.U. (Addizionale ex ECA e Tributo provinciale inclusi), calcolato per l’intero anno, in funzione delle superfici occupate.
Dal 1° gennaio 2013 è stato istituito il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES) e la contestuale soppressione di tutti i prelievi relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani, sia di natura patrimoniale che di natura tributaria. Nelle more dell’approvazione delle disposizioni regolamentari TARES e delle relative tariffe, si è reso necessario definire sin da ora le scadenze relative ai versamenti del tributo, per accelerarne il processo di riscossione, posto che la relativa deliberazione deve essere pubblicata sul sito istituzionale almeno trenta giorni prima della data della prima scadenza. La normativa prevede che il Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, per l’anno 2013, possa essere versato in rate, a titolo di acconto commisurate al previgente regime di prelievo, con rinvio all’ultima rata, a seguito dell’approvazione delle tariffe stabilite secondo il metodo normalizzato, del conguaglio del tributo dovuto e del pagamento della maggiorazione, obbligatoria per legge, sui servizi indivisibili. Ai fini della determinazione dell’ultima rata a saldo, i pagamenti riferiti alle due rate in acconto sono scomputati dalla somma complessivamente dovuta a titolo di Tares per l’anno 2013, determinata in seguito all’approvazione delle relative tariffe. Unitamente alla rata di saldo i contribuenti sono tenuti al versamento in unica soluzione della maggiorazione sui servizi indivisibili standard pari ad euro 0,30 per metro quadrato riservata allo Stato, mediante mod. F24 oppure ad apposito bollettino di conto corrente postale. I versamenti in acconto verranno effettuati dai contribuenti tramite i canali di pagamento già attivati dal concessionario per la riscossione delle entrate per la riscossione dell’abrogato tributo Ta.R.S.U., mentre l’ultima rata del tributo dovrà essere versata mediante mod. F24 oppure attraverso bollettino di conto corrente postale.
Prima della presentazione del bilancio 2013 e delle delibere connesse, è intervenuto il sindaco Oreste Perri: Permettetemi alcune considerazioni di ordine generale per inquadrare il provvedimento che il Consiglio è chiamato ad esaminare ed approvare. Il quadro di difficoltà economica e finanziaria nel quale ci muoviamo è noto a tutti.
A questo si aggiunge la grave situazione di incertezza istituzionale nella quale gli enti locali sono costretti a muoversi: basta pensare al fatto che negli ultimi quattro anni – quelli attraversati dalla nostra Amministrazione – si sono succeduti ben tre Governi che per dare risposte alla grave crisi che il Paese sta attraversando hanno pensato bene di tagliare risorse agli enti locali, ai Comuni innanzitutto. E’ tale lo stato di incertezza, che ci troviamo ad approvare il bilancio di previsione a fine giugno, cioè a metà anno di riferimento, in presenza di una disposizione governativa che allunga il termine per la sua approvazione addirittura al 30 settembre.
I tagli netti applicati al nostro Comune, quindi minori entrate, sono nell’ordine di oltre 10 milioni di euro, ivi compresa la riduzione delle entrate da oneri di urbanizzazione passati da 4,9 milioni nel 2008 a 1,5 milioni nel 2012, dovuta soprattutto alla crisi e alla stagnazione che sta vivendo da tempo il comparto dell’edilizia.
In pratica abbiamo assistito al quasi azzeramento dei trasferimenti dello Stato attraverso provvedimenti governativi, noti sotto diversi nomi dalla spending review, ai decreti ‘Salva Italia’, ecc…
Non mi dilungo: sono a tutti noti anche perché ne abbiamo parlato più volte anche qui in Consiglio Comunale.
Nonostante queste minori entrate, l’Amministrazione ha voluto garantire ugualmente tutti i servizi ai cittadini, con particolare attenzione alla spesa sociale che – per quanto ci riguarda – non è stata toccata, anzi è aumentata.
A Cremona, nonostante la situazione di crisi, grazie alla collaborazione con i privati, è stato possibile movimentare opere per un importo complessivo stimabile attorno ai 70 milioni di euro.
Certo, in alcuni settori si sono dovute fare anche delle scelte dolorose o impopolari con le quali hanno dovuto fare i conti un po’ tutti i sindaci d’Italia, da Fassino a Torino, Pisapia a Milano, Tosi a Verona o De Magistris a Napoli (cito solo questi, anche per significare che i problemi non hanno precise colorazioni politiche). Voglio dire che è stato grande lo sforzo di tutti i sindaci d’Italia per far fronte ad un quadro economico-finanziario difficile da gestire per continuare a dare risposte ai cittadini (il convegno organizzato qui a Cremona da ANCI e Lega delle autonomie locali la settimana scorsa ha messo ben in evidenza le difficoltà nelle quali tutti ci muoviamo).
Vorrei anche ricordare che sono cambiati anche i sistemi di controllo sulla pubblica amministrazione da parte soprattutto della Corte dei Conti, anche attraverso il Collegio dei revisori, molto più competenti e attenti agli equilibri di bilancio e alla verifica della coerenza con il patto di stabilità.
Quali le attenzioni messe in atto dall’Amministrazione, con l’intento di far quadrare i conti sul piano amministrativo, lontano dunque da prese di posizione di parte di carattere politico?
Sono state attuate costanti, seppur graduali, azioni di contenimento della spesa corrente
- relativamente al personale (dal 2009 è in costante calo);
- ai servizi non più ritenuti fondamentali, dalla legge, per il Comune;
- al contenimento delle spese per incarichi professionali e consulenze: l’onere è stato più che dimezzato: da 2 milioni e mezzo a 600 mila euro.
Sul versante dell’entrata corrente nel 2013:
- non si è ritenuto di aumentare l’aliquota dell’IMU sulla abitazione principale come alcuni Comuni hanno ritenuto invece di fare, pur in regime di sospensione dell’imposta;
- non è stata istituita la prevista tassa di soggiorno;
- non è stato aumentato il canone per l’occupazione del suolo pubblico.
Mentre è stato purtroppo necessario, al fine di salvaguardare gli equilibri di bilancio e rispettare il Patto di stabilità:
- ritoccare dello 0,15 l’addizionale IRPEF
- l’IMU sui fabbricati diversi è stata aumentata dello 0,05%, passando da 0,93 a 0,98%, mantenendo però il sistema delle agevolazioni in atto per le onlus, gli anziani, le botteghe commerciali, le botteghe storiche, le abitazioni date in affitto, ed anche per le nuove attività produttive.
Nonostante tutti i provvedimenti presi in un quadro di contenimento e riequilibrio dei conti pubblici del Comune di Cremona che sinteticamente ho voluto solo accennare, l’attenzione dell’Amministrazione è stata poi rivolta al tema della copertura dei costi dei servizi a domanda individuale, anche a seguito dell’invito della Corte dei Conti ad intervenire in merito.
Cremona è, fra i capoluoghi di provincia, la città che ha la copertura più bassa di tali servizi: il 35% (nel 2012). Abbiamo ritenuto di cominciare ad avvicinarci alla situazione degli altri Comuni, portando la copertura dei costi nel 2013 al 37% , adeguando le contribuzioni dell’utenza dei servizi a domanda individuale.
Ripeto, alcune scelte possono sembrare dolorose, soprattutto se relazionate al difficile momento di crisi che l’intero Paese sta attraversando, ma posso garantire che lo spirito che ha guidato l’Amministrazione nella predisposizione del bilancio, l’ultimo del proprio mandato amministrativo, è stato di costante attenzione ai bisogni reali ed effettivi della gente, intervenendo là dove era giusto farlo, senza intervenire indiscriminatamente nella vita di tutti.
A seguire il vice sindaco Roberto Nolli ha presentato in linea generale il Bilancio di previsione 2013 che sarà trattato in maniera dettagliata, quindi posto in discussione ed approvazione, l’8 luglio prossimo. Hanno illustrato, anche loro in linea di massima, le attività future gli assessori Irene Nicoletta De Bona per la Cultura e il Turismo e Luigi Amore per le Politiche Sociali (per questo si veda allegato).