Per comprendere sul serio, lo scandalo di portata internazionale sulla mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani in Campania, bisogna fotografare la gestione dei consorzi.
Il consorzio Ce 4, per esempio, del quale fanno parte venti comuni della provin-cia di Caserta, ci consente di capire quanto forte come l’inadeguatezza delle istituzioni locali e l’emergenza rifiuti sia stata costruita a tavolino con il preciso compito di alimentare l’assistenzialismo, determinare carriere politiche, finanziare strutture locali dei partiti.
Come denunciano gli inquirenti e gli specialisti di criminalità organizzata, si può affermare che: mentre nei tempi passati una buona fetta dell’economia napoletana e casertana si reggeva sul contrabbando delle sigarette, il cui indotto garantiva il mantenimento dignitoso di larghi strati della popolazione, adesso si regge sull’emergenza rifiuti.
Questa denuncia potrebbe essere una chiave di lettura per giustificare come l’emergenza rifiuti venga creata e mantenuta ad arte. Con la camorra, ovviamente, a far da padrone. Emergenza rifiuti “ad uso” di tutti.
A partire dai partiti politici, che se ne sono serviti per garantirsi voti e quindi potere, dando sfogo alle richieste continue di lavoro, alla criminalità organizzata, che ha usato la finta emergenza per far profitto creando un conseguente ed inestimabile danno per i territori della Regione Campania.
I consorzi di bonifica, vengono istituiti con legge regionale n°10 del 1993.
Di essi fanno parte tutti i comuni che si sono costituiti in consorzio. Enti pubblici, quindi, controllati dai sindaci che, talvolta, si aprono a collaborazioni con società private. Quando ciò avviene, si trasformano in società miste, di cui però dovrebbero coordinare gli interventi pubblici e controllare l’attività dei privati sulla bonifica del territorio di competenza. In Campania, gestiscono, invece, un business davvero remunerativo come quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani, al quale non può non partecipare la camorra.
La relazione della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti definisce i consorzi come enti inutili, centri di intermediazione burocratico/clientelare, luoghi di incontro tra malavita di origine camorristica e cattiva amministrazione del territorio. Enti, nati anche per comodità di qualcuno oltre che per distribuire incarichi e posti di lavoro a personaggi “trombati” alle elezioni politiche.
Il consorzio Ce 4 si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti di 20 comuni del casertano, ubicati sul litorale domizio.
Ogni consorzio, ha un padrino politico: come nella sanità anche nei rifiuti, infatti, i partiti politici nominano i dirigenti, controllano gli appalti e le assunzioni.
Il consorzio Ce4 diventò socio di maggioranza di una società a capitale misto, denominata Eco4 che doveva provvedere alla raccolta e alla gestione dei rifiuti per conto del consorzio Ce4.
Il consorzio Ce 4 e la società Eco 4 spa sono stati dichiarati, in più occasioni, da diversi pentiti di camorra “creature” di Nicola Cosentino (ex sottosegretario all’economia del governo Berlusconi III ed attuale segretario regionale campano del Popolo della Libertà), sotto l’egida prima del clan Bidognetti, poi della famiglia Schiavone.
Le responsabilità penali sarà la magistratura a chiarirle, qualora vi fossero, per cui, per Cosentino, come per tutti gli imputati, vale la presunzione di non colpevolezza.
Ciò detto, impossibile, però, non vedere l’inefficienza, lo spreco fine a se stesso, la demolizione dei diritti di una terra.
Parlare di Eco 4 equivale a parlare di due imprenditori del settore dei rifiuti: Sergio e Michele Orsi (quest’ultimo ucciso in agguato camorristico il 1 giugno 2008 per mano del boss Giuseppe Setola).
Due uomini che mensilmente pagavano la tangente alla camorra (essendo Eco 4 un punto di saldatura degli interessi della mala politica della camorra e di una imprenditoria collusa).
Oltre a saldare a suon di mazzette il “conto” con la camorra, la Eco4 doveva garantire assunzioni ai politici della zona (come all’ex sottosegretario all’economia del governo Berlusconi, Nicola Cosentino e all’ex ministro delle telecomunicazioni Mario Landolfi).
Consorzio e società risultano perciò strutture coacervo di interessi criminali e politici.
Nell’elenco degli imprenditori coesistono alcuni nomi “amici” ai clan come i fratelli Michele e Sergio Orsi, politici come Cosentino e Landolfi, (garanti di assunzioni clientelari di loro protetti), e famiglie criminali interessate alla partecipazione all’affare, quali i Bidognetti e gli Schiavone.
Il pentito dei rifiuti, Gaetano Vassallo racconta: «Cosentino, facendo riferimento ad Eco 4, disse che quella società era una sua creatura, dicendo testualmente che “quella società song’ io”».
Giuseppe Parente
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