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Conte d'Italia

Da Maestrarosalba

Conte d'Italia Non so voi, ma io che ho giocato a lungo nei vicinati e nei cortili, il pari e dispari l'ho imparato così: organizzando una squadra, dividendoci a  gruppi.   Qualche volta ho perfino fatto il portiere coi maschi, per raggiungere un numero uguale di partecipanti, poi presi un'infilata di goal e il quasi immediato sollevamento dall'incarico, e fu la prima e unica volta.  Altre volte non riuscendo a trovare un volontario ci s'inventava un ruolo di arbitro o supervisore, anche quando il gioco non lo prevedeva. Le ricordate le conte?  Le conte e le interminabili discussioni perché qualcosa non tornava mai. Qualcuno furbescamente durante la conta, saltava il compagno sgradito: piccoli trucchi per avere la squadra migliore! Trucchi di matematica applicata li definisco ora: c'era chi in questo genere di manovre era veramente abile. Però è così che  s'imparava,  bambini in età di scuola infanzia prima e alunni della scuola elementare poi,  a contare molto oltre il dieci, a capire quando non si poteva dividere a metà, il concetto di più e di meno si vedeva  con lo spostamento fisico dei corpi da una parte e dall'altra, perché nei vicinati di allora la decina si superava con facilità.

Quando vedo gli alunni in classe, fare le conte, rivedo quel nugolo di bambini in strada,  in aula le conte non si potevano mica fare, forse all'uscita, e durante ricreazione si stava in maniera composta.  All'uscita ci si fermava a giocare un po' in strada, senza esagerare perchè anche allora le mamme si preoccupavano e il bello veniva al pomeriggio quando, spesso ancora prima di aver fatto i compiti, si usciva fuori a giocare.

Le conte Ecco allora una serie di conte regionali, in molti casi dei veri e propri nonsense che se non possiamo certo usare per giocare in strada, possiamo collegarle alla geografia o alla storia: è sufficiente coi bambini di terza e quarta, la riproduzione della cartina politica dell'Italia e abbinare ogni conta alla sua regione.
E se qualcuno volesse aggiungere la sua conta, lo faccia pure nei commenti e il post verrà aggiornato.
Veneto Piomba la stella in mezzo al mare mamma mia mi sento male mi sento male in agonia prendo la barca e fuggo via.  Fuggo via di là dal mare dove sono i marinai che lavoran tutto il dì a b c d  sta di fora proprio ti.
Basilicata ho una spilla regalata  ma non so chi me l'ha data me l'ha data mia sorella che si chiama mortadella me l'ha data mio cognato che si chiama scornacchiato me l'ha data mio cugino che si chiama formaggino me l'ha data mia papà che si chiama baccalà.
Lombardia Un, due, tre la Peppina fa il caffè fa il caffè con cioccolata la Peppina l'è malata. si è ammalata di  gran dolore ha chiamato il dottore il dottore con le ciabatte qui mi duole e qui mi batte qui mi sento una gran pena sor dottore senza cena.
Umbria Spigole migole, pan pan pan Batti la ciotola, dan dan dan Stichele Michele, pam pam pam Batti le nacchere, tan tan tan Stichele Michele Stichele pa Stichele Michele  tam tam tam.
Campania Tre tazzine di caffè me le bevo tutt'e tre tre e tre fanno sei sei e sei fanno dodici dodici e dodici ventiquattro uno, due, tre e quattro.
Lazio Il gobbino va al caffè e domanda se ce n'è, se ce n'è un goccettino per il povero gobbino.
Toscana Sotto la pergola del papa c'è un cestino di'insalata, c'è un cesto di lattuga; sorte fuori la più ciuca.
Sicilia Trizzi trizzi tri maruzzi; tri surelli stanno 'n casa una prega a santu Vitu pri pigghiarsi unu bonu zitu, buonu zitu cuccurucù nesci fora e vattini tu.
Sardegna Custu è su procu custu d'at mottu custu d'ari scroxiau custi si d'at pappau e custu at nau poitt'è chi non mi n'd at donau! (conta da eseguirsi con le dita partendo dal pollice).
(tratto da un libro di qualche decennio fa della Giunti Marzocco)© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.


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