Regia: Baltasar Kormàkur Cast: Mark Wahlberg, Kate Beckinsale, Ben Foster, Giovanni Ribisi Genere: Azione Produzione: (USA, 2012) Trama: New Orleans. Chris Farraday, leggendario contrabbandiere, è costretto a riprendere il vecchio mestiere per saldare un debito contratto dal cognato. Sarà una lunga rincorsa verso chi minaccia la sua famiglia.
Mark Wahlberg è un tamarro. Quel tipo di tamarro da cui non ti aspetti altro che l' applicazione sistematica della sua tamarreide in ogni suo film. E, ad essere onesti, la cosa non è affatto male. Quando sono in cerca di una serata all' insegna dello svacco e la voglia di stimolare il cervello rasenta lo zero, il mitico Mark è una garanzia. Riesce anche a divertirmi alcune volte. Ovvio, non si deve fare un paragone con le divinità degli '80 (Schwarzy, Sly, Willis....): sarebbe impietoso nei confronti di Wahlberg. Invece limitandoci a questi anni lui e Vin Diesel ti ricordano che il tamarro al cinema ha il suo perchè in determinati frangenti. Cosi, ben conscio di ciò che mi si prospettava, ho appoggiato il cervello sul comodino e ho iniziato a vedere Contraband. Il bello di questo tipo di film è che la trama la racchiudi nel titolo. Nel senso, solo con il titolo capisci già tutto il film. E il mio cervello ringrazia per lo sforzo evitato. In questa occasione vediamo Wahlberg costretto a ritornare a fare il contrabbandiere per sistemare un casino combinato dal fratello della moglie. Ovviamente questo è un semplice pretesto per permettere a Mark di menare un pò di cazzotti e sconfiggere nel mentre praticamente tutti i loschi personaggi che incontra. Quindi la pellicola scivola via su dei binari lineari e dritti come le chiuse dello stretto di Panama dove la nave del protagonista recupera la merce da portare negli USA. A proposito di Panama, sembra che siano tutti corrotti o inclini a farsi corrompere e hanno un corpo di polizia che non si preoccupa di sparare qualcosa come un miliardo di proiettili addosso ai cattivoni. Tutto nella norma, il cervello continua il suo riposo. I personaggi di contorno non sono altro che semplici sassi messi li per riempire la scena, in particolar modo la Beckinsale. Bella, innamorata, lì in attesa che Mark arrivi e a suon di pugni la salvi. Diciamo inoltre che la sua espressività è un insulto ai sassi di cui sopra. Menzione d' onore a Giovanni Ribisi; lui tutto quello che fa riesce a dargli un tocco personale e mi piace un sacco. Insomma un film nel suo genere perfettamente riuscito. Durante i titoli di coda provvedo a riprendere il mio cervello che si è fatto un paio di ore di dormita e lo trovo particolarmente riposato e mi accingo a spegnere il televisore. Chiudo con un sussulto: l' ambientazione di New Orleans risulta decisamente azzeccata e affascinante e, soprattutto, la canzone che chiude il film è da brividi. Un omaggio a un genio e unico momento in cui il mio cervello ha dato segni di vita.
Ah, dimenticavo...il mio cervellino alla fine ha sentenziato. VOTO:
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