![Contro i muri israeliani: i manifestanti del Cairo assaltano l’ambasciata israeliana, abbattono il muro, mandano in fuga l’ambasciatore Contro i muri israeliani: i manifestanti del Cairo assaltano l’ambasciata israeliana, abbattono il muro, mandano in fuga l’ambasciatore](http://m2.paperblog.com/i/56/569719/contro-i-muri-israeliani-i-manifestanti-del-c-L-CuCKw6.jpeg)
Questa notte, all’una e mezza ora di Cairo, iniziava la lunga diretta di Press-Tv su quanto succedeva ieri e la scorsa notte nel Cairo intorno e all’interno dell’ambasciata israeliana. Di seguito il racconto in tempo reale di quanto trasmesso dal canale a diffusione mondiale.
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Inizio il racconto della diretta
Ore 23.00 circa – mentre va in onda la programmazione regolare, arrivano le prime comunicazioni in sovraimpressione sugli schermi di Press-Tv: «I manifestanti prendono di assalto l’ambasciata israeliana e tirano giù la bandiera sionista».
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Ore 23,45 – altra notizia sullo schermo: «I manifestanti egiziani hanno abbattuto parte del muro e sono entrati nell’ambasciata israeliana. Stanno gettando documenti dalle finestre».
Ore 23,55 – ricevo un commento da parte di un amico che seguiva le notizie in diretta: « … sono amanti dei muri gli israeliani … »
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Ore 00,15 – arriva la notizia che è morto un manifestante soffocato dal gas tossico.
Ore 00,25 – lo schermo mostra la sovra-impressione: «almeno 230 feriti tra i manifestanti, secondo le autorità mediche.»
Ore 00,35 – altra sovraimpressione mentre va in onda il programma regolare: «l’ambasciatore israeliano in attesa di aereo militare per fuggire in Israele»
Ore 01,30 – collegamento in diretta con il Cairo. Si vede la parte superiore dell’ambasciata israeliana circondata da una miriade di fogli che volano intorno all’edificio, ma invece di cadere verso il basso, volano danzando verso l’alto, portati dal vento nella notte del Cairo. Una pioggia di fogli che da lontano sembrano coriandoli in festa. [Ho tentato di catturare una buona immagine, ma temo sia molto scura, comunque la pubblico, qui in basso].
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Ore 01,35 – il corrispondente di Press-Tv tenta di farsi sentire nonostante il rumore assoradante che lo circonda: «Le forze dell’ordine non riescono a fermare la folla inferocita. I
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Ore 01,40 – mentre Karim Gamal el-Deen tenta di dare un resoconto razionale di quanto succede vediamo in sovra-impressione la scritta: «Israele in stato di allerta, chiede intervento di Obama»
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Ore 02,15 – mentre scorrono le immagini e si dipana il dialogo tra diversi esperti che commentano in diretta, arriva la sovra-impressione con la reazione del presidente americano. «Obama esorta il Consiglio Militare egiziano a proteggere l’ambasciata israeliana».
Ore 02,25 – altro annuncio: «Israele chiede l’intervento dell’esercito egiziano per soffocare la rivolta.»
Ore 02,30 – commenta Mark Glenn, autore e attivista americano del movimento “Crescent & Cross”: «Siamo alle solite. Israele ha l’arroganza di dettare legge ai governi di altre nazioni. Ma se lo può permettere, perché sono tutti governi pagati per proteggere Israele. Ma forse ora l’Egitto non è più un guardiano tanto affidabile. Il popolo si ribella e sono 80 milioni di cittadini infuriati che un poco alla volta guadagnano terreno nella rivolta. L’ambasciata israeliana è sotto attacco e non vedo un futuro per la presenza di personale diplomatico israeliano in Egitto. Ma qui sta il vero pericolo. Il Trattato di Pace verrà difeso con le unghie e con i denti – anzi, a suon di dollari americani che andranno nelle tasche del Consiglio Militare egiziano – e a suon di cannoni, perché gli USA invieranno rinforzi militari per dare man forte a Israele. Il governo sionista ne approfitterà per riesumare il progetto tenuto nel cassetto da decenni: l’invasione e occupazione militare del Sinai – perché ora ha l’alibi che cercava da tempo vista la situazione in Egitto. Come sempre, Israele tenterà di far girare gli eventi in proprio favore. Griderà al mondo: “vedete come siamo vulnerabili? Ci vogliono spingere in mare. Siamo costretti a difenderci mentre vorremo la pace con i nostri vicini”. E gli USA non avranno altra scelta che “venire in soccorso della vittima sionista” con aiuti militari e finanziamenti sostanziosi mentre i cittadini americani devono stringere la cinghia, con 30 milioni di disoccupati e 50 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà.»
Ore 02,45 – quasi a rinforzare il discorso di Mark Glenn, vediamo in sovra-impressione sullo schermo l’annuncio che «Obama dichiara forte preoccupazione e rassicura Netanyahu che verrà in soccorso di Israele a tutti i livelli».
Ore 03,00 – le immagini continuano a mostrare scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Nuova sovra-impressione che dice: «L’ambasciatore israeliano evacuato dal Cairo» – e poco dopo nuova scritta: «Le autorità israeliane rifiutano di commentare e confermare la fuga dell’ambasciatore dal Cairo»
Ore 03,10 – vengono mostrate le immagini di documenti marcati “Confidential” raccolti dai manifestanti per strada nelle vicinanze dell’ambasciata israeliana.
Ore 03,15 – arriva la notizia che Obama sta negoziando con il Consiglio Militare egiziano per la protezione dell’ambasciata israeliana in Cairo. Poco dopo, la notizia che il primo ministro egiziano ha convocato di urgenza i ministi del Consiglio per una riunione urgente. Viene anche confermato ufficialmente «lo stato di emergenza in Egitto».
Ore 03,20 – il corrispondente di Press-Tv in Cairo annuncia che è in arrivo nei pressi dell’ambasciata israeliana un lungo corteo di mezzi militari e carri armati. Infatti poco dopo l’area viene invasa da soldati egiziani armati fino ai denti, che si dispongono intorno all’ambasciata, mandando in fuga i manifestanti che si tengono a distanza di sicurezza.
Ore 03,45 – interviene in diretta l’editore americano E. Michael Jones che commenta: «Mi chiedo cosa pensa di poter risolvere Obama. La Casa Bianca non ha saputo rispondere positivamente alle rivolte arabe, specie a quella più importante di tutte, in Egitto. Alleandosi con i popoli della regione, Obama avrebbe potuto instaurare un rapporto di collaborazione appoggiando la nascita di nuovi governi democratici con cui entrare in rapporto amichevole, se non altro con l’obiettivo di ottenere risultati vantaggiosi per i rapporti commerciali tra USA e la regione ricca di petrolio e gas naturale. E ora dopo gli errori fatali commessi proprio con l’Egitto, cosa pensa si risolvere? Vuole fare la guerra a 80 milioni di cittadini egiziani in rivolta e consapevoli della propria forza? Pensa di poter proteggere Israele all’infinito? Contro ogni forza che spinge in senso contrario? Non vede Obama che il mondo non vuole più saperne di israele? E non parlo solo dei popoli, parlo dei governi. Tutti sono solidali con i Palestinesi. Tutti voteranno in favore dello Stato Palestinese tra dieci giorni nell’ONU. Tutti – compresa la Russia, che ha un peso non indifferente sul piano diplomatico. E’ ora che Washington cominci a preoccuparsi dei propri cittadini, che si preparano a invadere Freedom Plaza all’inizio di ottobre in Washington con l’intenzione dichiarata di rimanere in piazza finchè cesseranno le cosiddette guerre al terrorismo e si comincerà a fare riforme per rilanciare l’economia e creare posti di lavoro. Sono determinati, quel numero massiccio di americani che hanno già ufficialmente aderito alla manifestazione in Freedom Plaza, ribattezzata per l’occasione Piazza Tahrir, proprio in solidarietà con i cittadini egiziani che hanno subito la morte violenta di 800 manifestanti durante la Battaglia di Piazza Tahrir all’inizio della rivolta per mano degli sgherri di Mubarak, ora sotto processo proprio per rispondere di tali uccisioni. Obama farà meglio a prendere molto sul serio la domanda dei Palestinesi presso l’ONU per evitare che l’America rimanga isolata insieme a Israele sullo scacchiere diplomatico mondiale. E farà bene a prendere molto sul serio i cittadini americani che presto gli creeranno dei bei grattacapi elettorali in Freedom Plaza a Washington il prossimo 6 ottobre. Non è nell’interesse dell’America continuare le guerre per soddisfare la fame insaziabile di Israele.»
Ore 04,00 – il telegiornale di Press-Tv non riporta di nuovi sviluppi nel Cairo. L’area intorno all’ambasciata israeliana è presidiata dai militari egiziani e le folle rimangono in strada a gruppi pronti a spostarsi, per mostrare la loro determinazione a non cedere.
Ricordo come se fosse ieri, che in occasione della prima manifestazione in assoluto che ha dato il via alla rivolta egiziana, uno dei cartelloni esibiti dai manifestanti diceva: MUBARAK = BARAK = BARACK – e cioè Mubarak l’egiziano, uguale a Ehud Barak il ministro degli esteri israeliano, uguale a Barack Obama. Fin dal primo giorno i cittadini avevano chiesto – e hanno continuato a chiedere incessantemente – la fine della complicità con Israele ai danni dei fratelli Palestinesi, una complicità che porta il nome eufemistico di “Trattato di Pace” israelo-egiziano: E hanno chiesto con altrettanta insistenza l’interruzione della fornitura di gas naturale a Israele che l’occupatore illegale della Palestina riceve dall’Egitto ad un terzo del prezzo di mercato – un furto ai danni dei cittadini egiziani e dei Palestinesi che non beneficiano di questo regalo fatto agli israeliani ogni giorno da decenni. Fino ad oggi nessuno ha dato retta alle richieste degli Egiziani per mettere fine alla complicità con Israele. Vedremo se USA/isra e il pomposamente autonominato Consiglio Militare Supremo cominceranno a prendere atto che gli 80 milioni di Egiziani non spariranno dalla scena per lasciare il campo libero agli sfruttatori delle riorse egiziane, e agli oppressori dei Palestinesi.