di: Matteo Guinness
Da qualche tempo va di moda, su giornali e riviste patinate così come in molti anonimi blog della rete, la denigrazione di quello che viene definito complottismo. Per questi novelli arguti pensatori è sommamente divertente indicare come sprovveduti i vari creduloni delle teorie strampalate (o presentate come tali), e c’è da giurare che ciò gli doni un gradevole senso di superiorità.
Il problema però è che da arguti e furbi interpreti del presente, costoro spesso si svelino come i peggiori ignoranti, disinformati e pressappochisti ci siano in circolazione.