Kamala Khan
Sviluppata dalla editor Sana Amanat e dalla scrittrice G. Willow Wilson (entrambe musulmane), la ragazzina ha sin da subito destato reazioni molto forti, a partire da un editoriale del The Washington Time che frettolosamente etichettò l'eroina come il tentativo di conquistare le edicole dei paesi asiatici, incurante dell'american way of life (ve ne parlai QUI). Eppure proprio l'accoglienza dei lettori di fede musulmana lasciò ben sperare sulla qualità del progetto, sebbene si avvertisse con forza lo scetticismo di una parte dei lettori le prime reazioni a caldo lasciarono ben sperare (ve ne ho parlato QUI). Speranza che si è tramutata in una certezza quando la Marvel ha annunciato che la serie è tra le più vendute sulle piattaforme digitali (notizia che vi comunicai QUI).
Un successo, dunque, crescente certificato, adesso, dal fatto che Kamala Khan è diventata un fenomeno virale. Su alcuni autobus di Los Angeles, infatti, negli scorsi giorni sono stati affissi dei cartelloni anti-islamici sponsorizzati dal Freedom Defense Initiative, un'associazione etichettata come intollerante dal governo Britannico. La risposta di alcuni cittadini di Los Angeles non ha tardato ad arrivare, e così alcuni di questi cartelli sono stati coperti da adesivi giganti ritraenti la giovane Ms. Marvel che condanna il razzismo e l'intolleranza.
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