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«Convivere? E’ peggio che uccidere» secondo un parroco di Cameri

Da Molipier @pier78
«Convivere? E’ peggio che uccidere» secondo un parroco di Cameri

Le parole del parroco di Cameri (Novara) avranno fatto sobbalzare tutti i lettori del bollettino domenicale distribuito durante la Santa Messa.

Secondo il sacerdote, don Tarcisio Vicario, uccidere sarebbe meno grave che convivere. Parole forti e di una gravità inaudita soprattutto alla luce degli ultimi eventi di cronaca nera, con il recente omicidio di Motta Visconti.

Non è che il sacerdote intendesse dare alle sue parole un significato diverso? No, perché la spiegazione è ancor peggio della tesi: «L’omicidio è un peccato “occasionale” che può essere superato se l’omicida compiesse un atto di pentimento sincero mentre chi si pone al di fuori del sacramento verso un’unione civile vive una situazione di infedeltà continua».

Tra i primi a prendere le distanze dal comunicato di don Vicario è stato il Vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, che sul sito della diocesi del capoluogo piemontese ha indicato improponibile l’equiparazione tra matrimonio civile, convivenza e omicidio porgendo le proprie scuse a tutti coloro che si fossero sentiti offesi dalle parole del parroco.

Un’affermazione inopportuna, come conferma monsignor Brambilla, nei modi e nei contenuti perché fa emergere una Chiesa diversa dall’immagine che dovrebbe avere. Oppure fa emergere il lato nascosto dell’istituzione, quel lato che non riesce a digerire ed accettare tutto quello che vada oltre il proprio controllo e, come sempre succede, quello che non si può controllare fa davvero paura. Finita l’epoca di totale annebbiamento tipica del medioevo in cui si faceva leva sull’ignoranza della gente a favore della Chiesa, ora c’è una perdita di controllo e – conseguentemente – di potere che spaventa.

Da qui deriva l’ostinazione nel voler demonizzare l’unione di fatto di due esseri umani che vogliono vivere ed invecchiare insieme, amandosi. Sempre che il verbo “amare” non sia d’uso esclusivo del matrimonio religioso.

Sarebbero ben altre le situazioni su cui focalizzare l’attenzione e da condannare, i veri mali che colpiscono e rovinano il genere umano, distanti anni luce da una sana ed innocente convivenza con risvolti più profondi e gravi da guarire.


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