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Come l’anno scorso contro il Nordsjælland, la Juve non riesce ad andare oltre il pareggio in rimonta in terra danese, che si dimostra davvero indigesta ai bianconeri. In rete il solito Quagliarella, che alla prima occasione concessagli da Conte non tradisce le attese agguantando il pareggio col Copenaghen.
Parte bene il Copenaghen correndo molto e portando una grande pressione sui portatori di palla juventini, ma è Tevez ad avere la prima palla gol del match: al 4’, uno schema da calcio d’angolo, molto simile a quello che portò al gol Leonardo Bonucci nella passata stagione contro lo Shakhtar, libera Carlitos per il tiro ma la conclusione esce di poco a lato. A fine partita saranno oltre quindici i corner battuti dai bianconeri. Al 13’, ecco il colpo che non ci si aspetta: sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti sbuca il piede di Jorgensen che beffa Buffon. La Juve reagisce immediatamente come a San Siro, ma non ha fatto ancora i conti con Wiland, il portiere svedese che sarà il vero eroe del match. Prima Tevez e poi Quagliarella tentano di raddrizzare il risultato senza successo al 15’. La spinta bianconera continua a crescere, al 20’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Chiellini colpisce di testa a colpo sicuro, ma Wiland fa un vero e proprio miracolo. Sul calcio d’angolo successivo la zampata è di Pogba, ma il risultato non cambia. Prima della fine del primo tempo i bianconeri vanno ancora vicini al pareggio con Tevez al 32’ e ancora Pogba al 35’.
Al rientro dalla pausa il copione non cambia, la Juve fa la partita, il Copenaghen si difende con le unghie. Al 51’, Pirlo pennella per l’Apache che da dentro l’area di rigore si fa ipnotizzare dal portiere dei danesi. Pochi minuti dopo, gli sforzi dei campioni d’Italia vengono finalmente premiati con un’azione da manuale del calcio. Ogbonna verticalizza per Tevez, il quale apre sulla sinistra per l’accorrente Peluso, palla bassa verso il centro dell’area, velo superbo dell’argentino e gol di Quagliarella. Il monologo degli uomini di Conte non termina qui, le occasioni piovono a grappoli, ma la Juve non le sfrutta. Al 60’, Pirlo ci prova con un tiro da fuori area respinto, manco a dirlo, da Wiland. Al 63’, Lichtsteiner lascia sul posto il proprio diretto avversario e mette in mezzo per la testa di Quagliarella che coglie una clamorosa traversa. Al 75’, l’occasione è per Arturo Vidal, ma Wiland questa sera è davvero insuperabile. Passato un minuto, ancora Lichtsteiner serve l’ennesima splendida palla all’argentino di Fuerte Apache, ma ancora una volta il portiere svedese dice di no. Al 77’, ci prova nuovamente il polpo Paul Pogba, ma il suo colpo di testa finisce di poco a lato. A 10’ dal termine il neo entrato Giovinco, imbeccato in modo splendido da Carlos Tevez, sbatte sul portiere del Copenaghen e, a match praticamente terminato, c’è un ultima occasione per la Juventus: Giovinco apre sulla destra per Isla, entrato al posto di Lichtsteiner, il quale crossa in mezzo per il solito Carlitos, ma l’argentino mette a lato proprio per questione di centimetri.
23 tiri, 12 nello specchio della porta, 13 occasioni da gol, 16 calci d’angolo, 56% di possesso palla. Questi i numeri di una partita stregata per i la Juve. Le orecchie, però, non vanno tirate ai giocatori, ma ad Antonio Conte. I cambi non sembrano essere stati all’altezza del mister bianconero: Llorente si scalda per quasi un tempo, ma non entra mai e forse, in una partita come quella di stasera, i centimetri dello spagnolo, visti i tantissimi calci d’angolo, sarebbero stati di sicuro più utili dei vari De Ceglie, Isla e Giovinco.
Dunque, passo falso della Vecchia Signora alla prima di Champions ma i meriti vanno attribuiti all’estremo difensore del Copenaghen, Wiland, il migliore in campo per i numerosi miracoli compiuti nell’arco dei 90′.