Dal 29 gennaio al 2 febbraio ha preso vita la Copenhagen Fashion Week con una preview, il 28 gennaio, del salone Gallery all’Hotel d’Angleterre e la grande sfilata che celebra il capodanno cinese. A fare da sfondo alla manifestazione, giunta ormai alla sua XVII edizione, una città completamente innevata. In un mix di talenti emergenti e marchi commerciali, l’evento ha riunito le fiere Gallery – con relativo programma di fashion show -, Vision, Ciff e Ciff Kids.
Stine Goya
Questi saloni, fedeli allo spirito green ed eco-frendly della città, si sono impegnati per fare della Copenhagen Fashion Week la prima settimana della moda che utilizza solo energia eolica. Gallery, in particolare, che ha presentato una cinquantina tra i migliori brand della moda scandinava insieme ad altri internazionali, è stato il primo trade show a servire unicamente cibo biologico.
Durante la settimana della moda danese c’è stato spazio anche per alcuni partecipanti al progetto MUUSE x VOGUE Talents Young Vision Accessories Award che hanno visto le loro creazioni in mostra alla Crystal Hall della fiera Ciff.
Grande attenzione anche al mercato cinese con 25 rappresentanti dei media del Paese orientale invitati a Copenhagen per garantire un’ampia ‘copertura’ dell’evento.
Per incoraggiare l’afflusso dei buyer, invece, gli organizzatori hanno stretto un accordo con la fiera Who’s Next di Parigi, per consentire agli operatori l’ingresso ad entrambe le manifestazioni con un unico badge.
Anne Sofie Madsen
13 sono state le sfilate in calendario, 7 le nazioni di provenienza dei marchi scesi in passerella, unica la location: la vecchia Borsa di Copenhagen. Di scena proprio pochi giorni prima della Mercedes-Benz Fashion Week, la settimana della moda di Copenhagen si presenta come una iniziativa di marketing per promuovere la moda danese attraverso i migliori talenti del Paese, da Stine Goya a Wackerhaus, da Anne Sofie Madsen a Bruuns Bazaar e ci parla di una moda democratica e accessibile che ci viene presentata in un ambiente rilassato, ben lontano dalla frenesia che contagia le fashion week di New York, Londra, Milano e Parigi.