King Roger ha scelto di non porsi neanche questo limite. Supportato dallo scudiero Wawrinka ancora una volta il re impone la sua superiorità, in questo caso ai danni di un Italia mai troppo convinta di poter arrivare veramente in finale.
Mentre la Francia imponeva senza troppa difficoltà il suo 3-0 ai Cechi campioni in carica, l’Italia di Corrado Barazzutti è invece riuscita ad allungare la semifinale fino al terzo giorno.
Purtroppo senza troppa fiducia e con i pesanti esiti delle partite di esordio con Federer che liquidava Simone Bolelli e Stanislas Wawrinka che travolgeva Fabio Fognini, anche la vittoria nel doppio su Chiudinelli e lo stesso Wawrinka si è rivelata inaspettata.
Gli azzurri, ma ancor più le azzurre, hanno sempre saputo fare squadra e i successi spesso sono arrivati, ma nulla è possibile in uno sport individuale come il tennis, di fronte al talento straripante di sua maestà Roger.
Un Federer non al top, commentavano. È vero, ha giocato meglio lo Us Open e anche Wimbledon, ma non risiedono pure in questo le grandi virtù? Non giocare al massimo senza perdere un set.
In questa semifinale non ci sono mai stati dubbi sulla vittoria della Svizzera e l’accesso in finale dopo 22 anni degli Elvetici.
Se da una parte erano pleonastici i consigli di capitan Severin Luthi al 17 volte campione di Slam, dall’altra Barazzutti caricava i suoi senza riuscire a far mettere da parte nervosismo e tensione. Demeriti che riguardano particolarmente il numero uno azzurro Fognini che da trascinatore potrebbe certamente abbandonare contestazioni e teatralità in campo.
Il tennis premia spesso chi sa essere algido e psicologicamente solido e sebbene nella partita decisiva tra il capo tribù Fabio e il genio del tennis Roger il 6-2 6-3 7-6 per il rossocrociato poteva essere annotato in anticipo, non è con questa mentalità che può essere scardinato il trono.
Rafa e Nole prima di essere Nadal e Djokovic, ne hanno conquistati di punti prima di sottrarre il primato a Federer ed era certamente necessario un pizzico di coraggio in piú. Quando non hai nulla da perdere conviene osare, anche contro Roger, anche commettendo la blasfemia di non guardarlo più dal basso in alto.
La differenza l’ha fatta il singolo, il Federer di oggi paradossalmente riesce a guardare ancora verso l’alto pur dalla montagna dei record che ha già scalato.
Sognando la Coppa Davis per la Svizzera, date le premesse mai stata nella storia così vicina, il saper giocare non solo per sè ma anche per gli altri a King Arthur Federer nei cantoni di “Camelot Svizzera” non è mai stato così facile.
La Francia con il rovescio di Gasquet, la follia di Monfils e qualche interessante precedente per Tsonga riuscirà ad evitare la fine dei suoi cugini?
Lorenzo Nicolao
Twitter: @NicolaoLorenzo