Coppia aperta
La coppia aperta è il nuovo dilemma della società moderna. Lui, lei, vari amanti che si scambiano… É tutta un’ammucchiata o c’è una logica? Stiamo diventando una società di voyeur? Serve davvero al benessere della coppia? Parliamone insieme, buona lettura!
Lui, lei, l’altro: un triangolo che attanglia l’uomo da anni. Lei, lui, l’altra: la situazione che fa impazzire le mogli a casa.
Eppure, per quanto strano può sembrare, troviamo uomini che godono nel vedere le proprie compagne che praticano l’arte amatoria con altri uomini, donne che iniziano a parlare di coppia aperta e l’uomo a volte soccombe… ma serve davvero alla coppia? É l’unico collante di un futuro matrimonio?
La coppia aperta prevede delle corna “dichiarate”, ci si tradisce consapevolmente ma si continua a rimanere insieme: è solo sesso, per l’amore c’è il nucleo familiare. Il problema di questo tipo di relazioni, oltre alle varie implicazioni morali e sentimentali, è legato alla comunicazione della coppia: spesso è un desiderio femminile che l’uomo asseconda, anche se non va con altre donne.
Quindi chi ha ragione? Chi perde in questa nuova forma di amore?
Citando il sempre attuale Sex and the city, guida irrinunciabile all’amore odierno e bibbia per molte ragazze, la coppia aperta serve a coprire qualcosa che non c’è, riempie un vuoto all’interno di due persone che, pur amandosi, hanno bisogno di qualcos’altro, un surplus, il desiderio irrefrenabile del nuovo e dell’avventura.
Questa continua ricerca edonistica del piacere può arrivare ad alterare il senso della coppia, non tutti sono capaci di gestire questa apertura mentale: il rischio è lo sfascio totale della coppia, con due persone estranee a sè stesse, che ormai condividono solo lo stretto necessario e nulla più.
Ancora una volta incappiamo nel rischio di queste scorciatoie, che sempre più precludono la comunicazioen sostituendola con accoppiamenti saltuari, che rischiano di minare una serenità conviviale per qualche ora di piacere.
Forse, se la coppia ha bisogno di aprirsi, è sintomo di un malessere che si pensa di poter risolvere in questo modo: una buona comunicazione mantenuta sempre aperta verso il partner può aiutare a confrontarsi e a capire cosa non funziona, il perché si debba ricercare nell’aiuto di un esterno alla propria intimità questo apporto quotidiano.
La felicità è una meta difficile da raggiungere, che richiede la voglia di costruire qualcosa insieme: se alla prima difficoltà si ricorre a queste varianti è un chiaro sintomo che qualcosa non funziona alle fondamenta.
Se quindi nemmeno la possibilità di essere una coppia aperta regala la felicità (vedi il caso sopracitato, con il marito dubbioso su questa proposta) è ovvio che qualche partner extra non dona al nucleo le basi di cui necessiterebbe.
Conviene aprire il proprio mondo, la sfera dell’intimo per l’ebbrezza di qualcosa così effimero ma così deleterio per l’armonia di coppia? Forse no.
Marco