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Coprifuoco a Scampia tra realtà e spettacolarizzazione

Creato il 03 febbraio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Antonio Casolaro
Coprifuoco a Scampia tra realtà e spettacolarizzazione
Stavolta ad affrontarsi sarebbero schegge impazzite di quel monopolio criminale che non sembra più stabile come una volta. 
Si dice in giro che la crisi sia arrivata anche qui e la camorra non starebbe pagando il vitalizio ai detenuti che hanno prestato servizio nel mercato dello spaccio e alle loro famiglie, almeno stando a sentire il tuttologo Saviano, e questo starebbe provocando una serie di insubordinazioni da parte della manovalanza tali che i scissionisti sarebbero ormai spaccati in più gruppi di fuoco pronti ad aprire le danze. 
Secondo l’ Ascom la situazione sarebbe gravissima a tal punto che tra Scampia, Secondigliano, Melito e Miano, il quadrilatero della faida, le saracinesche dei negozi si abbassano e le porte delle case si chiudono prima del calar del sole, vuoi per ordine esplicito di chi gestisce gli affari illeciti, vuoi per paura di un imminente bagno di sangue. 
Scampia si sa è una carta sporca e notizie di questo calibro, se anche dotate al di là della facile retorica di un fondo di verità, costituiscono ghiottissimi “panzarotti” mediatici, preconfezionati ad arte da intellettuali radical chic, e dati in pasto ad un popolo di uditori terrorizzato dalla crisi e bisognosi di individuare il nemico nel cattivo che non sia, preferibilmente, un governante o banchiere. In questo stormo di cornacchie starnazzanti chi ne fa le spese è sicuramente Napoli, città con un tasso di disoccupazione mai visto prima, con una economia inesistente e una percentuale di indebitamento per singola famiglia addirittura mortificante per la dignità umana. 
A Scampia i politici invece di chiamare i problemi con i loro nomi fanno grandi voli pindarici e si nascondono dietro un complesso sistema di illegalità congenita a cui lo stato sembra averla data vinta ormai da tempo. 
In questo gran vociare retorici e demagoghi ci vanno a nozze e c’è chi come Luisa Bossa, deputata del PD, propone di aumentare le attività ludiche a Scampia, per non darla vinta alla Camorra, come se il problema fosse il fatto che a Scampia la gente non sa divertirsi e non la totale assenza di opportunità lavorative da preferire alla strada indicata dalla malavita. 
La maggior parte delle famiglie qui è a reddito zero ma dovrebbe andare a divertirsi, certo che ci voleva proprio un cervellone della politica ad indicarci la via. Coprifuoco a Scampia tra realtà e spettacolarizzazione
Così intellettuali e politici fuori dal mondo fantasticano di possibili scenari, tessono trame da film hollywoodiani e affrettano soluzioni spettacolari come ad esempio gli sceriffi della legalità che auspicano l’esercito per le strade o addirittura muri di cinta per non turbare il sonno della Napoli bene; insomma una presenza dello Stato più ingombrante. 
C’è da chiedersi a questo punto di quale stato auspicano la presenza; magari di quello che in campagna elettorale viene a capo chino a chiedere il voto dei boss ? O di quello che tiene in piedi il più grande mercato di droga del mondo? O ancora di quello stato che insabbia i processi sulle ecomafie campane? Quello dei magistrati e degli avvocati che vivono dell’indotto procurato dalla camorra? 
 C’è chi Scampia la vive tutti i giorni, e non la vede solo in televisione come Saviano, ed è il caso di Franco Pozone della associazione “Centro Iniziative Sociali”. “Scampia ha bisogno non di polizia ma di opportunità, - dice Pozone - ha bisogno di alternative di vita alla solita trafila criminale, fino a quando non si capirà che la leva per scardinare la malavita è lo sviluppo e non lo stato di polizia e di paura spettacolarizzato dai media e da intellettuali che ben poco sanno di Scampia, avremo solo tante parole e poco altro”. 
Quindi per buona pace dell’emigrante Saviano non c’è nessun coprifuoco in vista ma solo tanta voglia di essere ascoltati una volta tanto.

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