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Coraggio

Creato il 15 novembre 2012 da Timoretremore

Se, nel capolavoro manzoniano, Don Abbondio è la personificazione della viltà, Fra Cristoforo rappresenta, per converso, l’emblema del coraggio: nella sua figura e nelle sue azioni prendono forma i tratti quintessenziali della nostra virtù, dall’altruismo al disinteresse, dal sacrificio di sé per il bene all’inizio che dura rinnovandosi, dalla libera scelta al timore disciplinato. L’antititesi tra il suo agire e quello di Don Abbondio è interamente racchiusa nel loro opposto modo di relazionarsi con i potenti: ossequioso e incapace di “dire-di-no”, il primo; in perenne conflitto con il potere e con le asimmetrie che esso instaura, il secondo. Alla docile accettazione dei rapporti di forza da parte di Don Abbondio fa da contraltare l’inesausto tentativo di rovesciarli di Fra Cristoforo, che della dissonanza con lo stato di cose fa la ragione del proprio esistere.

CoraggioAd accomunare Don Abbondio e Fra Cristoforo è la consapevolezza di essere quelli che sono. Vile Don Abbondio, coraggioso Fra Cristoforo: come il primo è conscio di non essere un “cuor di leone” e di non poterlo diventare, così il secondo è cosciente del proprio valore, ma anche della responsabilità che ne trae nell’agire concreto.
Secondo Sören Kierkegaard “ci vuole più coraggio per soffrire che per agire”. Qualche volta il coraggio, per William Faulkner, si presenta solo nel momento in cui non si vede altra via d’uscita.
“Dio mi destinò al mare e mi diè l’ardore e l’azione” scriveva Cristoforo Colombo. “Si potrebbe fissare un prezzo per i pensieri. Alcuni costano molto, altri meno. E con che cosa si pagano i pensieri? Credo con il coraggio” sembra fargli eco Ludwig Wittgenstein.
Il coraggio è la prima caratteristica della nostra virtù, quella che resiste di più all’intellettualismo lasciandosi spesso definire in modo vago…
“Si può sostenere, in prima battuta, che l’indefinibilità del coraggio sta in rapporto diretto con l’elemento irrazionale e passionale che lo abita intimamente, facendone una virtù costantemente in bilico tra ragione e passione, tra dimensione intellettuale e sentimentale: prova ne è, del resto, che la scienza non basta a infondere coraggio, né – come si diceva – a definirlo.”

Diego Fusaro, Coraggio, Raffaello Cortina, collana Moralia, 2012.



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