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Corri ad abbeverarti, plebe!

Creato il 15 luglio 2011 da Malvino

Ci sono concetti che avrete fatto enorme fatica a penetrare e che probabilmente vi avranno richiesto mesi e mesi di studio, forse anni, per esser colti nell’interezza della loro complessità. L’ileomorfismo, per esempio, non vi ha dato problemi? E la teoria delle superstringhe? Via, non fate i presuntuosi, su qualcosa vi sarete senza dubbio scervellati prima di arrivare ad afferrarlo. Bene, siate umili e dite: sapreste dire cos’è lo strategismo?Facile, troppo facile, fare spallucce. Probabilmente è la complessità del concetto a spaventarvi e a farvi esorcizzare la vostra inadeguatezza nello scherno che riservate a un gigante del pensiero come l’avvocato Alfonso Luigi Marra. Non importa, fate pure, tanto poi si sa come la va: dopo morto, correrete a rivalutarlo come avete fatto con Franco e Ciccio, che da vivi schifavate e ora siete costretti a dire immensi.Per quando sarà, vi do una dritta: il Marra ha concentrato il succo del suo ingegno in una definizione dello strategismo che da sola vale tre riletture dei suoi libri. Come Heidegger lo capite meglio quando scazza fuor da tomi sontuosamente rilegati, il Marra lo cogliete al volo nell’intervista che oggi è in edicola su New Star, il “settimanale di spettacolo, cultura, attualità diretto da Massimo Maffei, giornale che mantiene aperto il dialogo con il mondo giovane, ma che guarda con rinnovato interesse a tutte le generazioni, prodotto frizzante, dinamico, allegro, colorato, ricco di contenuti che spaziano dalla tv al gossip, dal cinema alla moda, a solo un euro tutte le settimane in edicola”. È qui che il Marra si distilla e si dà – Dio, come si dà! – anche a chi finora si è ostinato a non capirlo. Corri ad abbeverarti, plebe!
“Lo strategismo è ovviamente una visione appunto strategica, furbesca, prevaricatoria, non dialogica, delle relazioni umane. L’elemento di novità è che la mia analisi sullo strategismo si inquadra nella mia teoria sul modo di formazione del pensiero e nella mia tesi circa la sessualità come strumento per addivenire all’emozionale profondo dell’altro e quindi come fondamentale forma di linguaggio. Il potere ha invece sempre istituito culture che bloccassero la sessualità allo stadio genitale, perché una sessualità di tipo dialogico innescherebbe il confronto, che poi si estenderebbe alla famiglia e alla società, e nel confronto ogni forma di prevaricazione si dissolverebbe. Strategismo che, in quanto strumento per vincere, è ineludibile e le cui radici raggiungono profondità inenarrabili, ma che è oggi divenuto straordinariamente perverso, sicché occorre che cambi di qualità e divenga compatibile a un maggior livello di civiltà. Il livello di strategismo\pazzia dell’uomo di oggi è infatti tale che, nel vano scontro su tutti i piani, tutte le forze stanno per spezzarsi, e tutte le mete, pur a portata di mano, sono sempre più irraggiungibili per i sempre più tragicamente ridicoli lottatori, che assurdamente si sono consumati al solo scopo di impedirsi l’un l’altro di raggiungerle”.
Nota So bene che qui si è violato il copyright, ma era a fine didattico e scientifico (primo comma dell’art. 10 dell’Allegato A della delibera dell’Agcom del 6.7.2011) e dunque il direttore di New Star mi fa una pippa.

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COMMENTI (1)

Da raffaele ferrante
Inviato il 15 luglio a 10:42
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Non è una questione di ostinarsi a non capire, gentile Malvino. Il problema invece e che taluni sono ormai vittime di una defunzionalizzazione del loro sistema intellettuale ad opera dei poteri che hanno interesse a rendere idiota la società e, ad esempio, non capiscono le cose, né la loro importanza, nemmeno mentre le leggono o le trascrivono. È un grave problema, che neanche con i farmaci si può più risolvere: ci vorrebbe la chirurgia della mente: bisognerebbe buttarne via una grossa parte e trapiantarne una, magari di maiale, di cane, da cercare poi di utilizzare per ricominciare dall'inizio i processi di apprendimento. Forse in futuro la scienza ci riuscirà.. Raffaele Ferrante