Certo che la riduzione dei costi della politica è necessaria. Certo che tutti auspichiamo, anzi, pretendiamo una drastica diminuzione dei redditi dei nostri rappresentanti, dei loro privilegi, degli sprechi legati al loro mantenimento. Ma il vero cancro che attanaglia il Paese, senza il quale potremmo pagare molto ma molto meno in tasse e imposte ed avere servizi più efficienti è sempre stata, è e, vista la tendenza, sarà la corruzione.
Ogni giorno, scorrendo tra le cronache, riusciamo a trovare notizie relative a episodi di corruzione. Dico scorrendo con attenzione perché ormai non fa più notizia, tanto siamo tutti infervorati sulla questione dei costi della politica da dimenticarci di chi ruba letteralmente dalle nostre tasche. La nostra attenzione è focalizzata sui politici e sui loro redditi. Sembra non ci interessi più quanto ci rubano corruttori e corrotti e quanto danno loro facciano al Paese e agli Italiani.
E non sembrano curarsene nemmeno i neo eletti parlamentari, siano essi di vecchia che di nuova generazione. Non sembra una priorità nemmeno per i tanti rivoluzionari virtuali e della tastiera, indignatissimi per lo stipendio del parlamentare ma che non battono ciglio, ad esempio, per l’inchiesta sul porto di Fiumicino. Né il Savonarola del ventunesimo secolo, il Fra Dolcino della politica o, meglio, dell’antipolitica, fa cenno nelle sue invettive a questa piaga. Come mai? Ad essere maligni verrebbe da pensare che sono tutti lì pronti a prendersi la loro fetta di torta. E a pensar male… com’è che si dice?
Luca Craia