Corruzione
La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico. Nonostante questo le norme approvate in Parlamento sono un compromesso al ribasso tra istanze politiche contrapposte. Se questa legge sarà definitivamente varata, per molti anni rappresenterà il quadro normativo di riferimento nella lotta alla corruzione nel nostro paese, senza incidere sulle condizioni che rendono questa attività redditizie e poco rischiose.
Secondo il Corruption perception index (Cpi) di Transparency International, l’Italia è al 69º posto nel mondo in quanto la corruzione è profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione, nella società civile, così come nel settore privato. La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico che influenza la società nel suo complesso. All’opposto nel 2011 la Finlandia è il primo paese in Europa per livelli di integrità del settore pubblico. Ci dovremmo quindi aspettare che tra il Paese è più trasparente e il quarto più corrotto dell’Unione Europea vi sia un abisso in termini di repressione penale. Al contrario in Finlandia e in Italia ci sono le stesse percentuali di procedimenti penali per corruzione rispetto alla popolazione. E le sanzioni penali colpiscono i colpevoli per reati di corruzione con una frequenza quasi identica in Italia e in Finlandia.
Questo è un indicatore dell’inefficacia dell’azione penale in Italia, dove un cittadino all’incirca le stesse la probabilità di un finlandese di trovarsi coinvolto in un’inchiesta per corruzione e condannato, malgrado il ricorso alle tangenti sia presumibilmente molto più frequente. Quello che manca in Italia è una legge capace di rompere il patto di ferro che lega corrotti e corruttori, a partire dalla depenalizzazione dei cosiddetti “reati di sentinella” come l’abuso d’ufficio e il falso in bilancio, i quali permettevano spesso di avviare le indagini che portavano alla scoperta della corruzione sottostante. Un’altra causa dell’inefficacia della repressione penale della corruzione è il fatto che molti procedimenti aperti vanno vanificati per la scadenza dei termini di prescrizione: c’è un’alta probabilità che questa scatti prima che il processo possa concludersi anche quando vi sono forti indizi di colpevolezza. Dei termini di prescrizione possono beneficiare anche i soggetti già condannati in primo secondo grado cosa condivisa a livello europeo solo dalla Grecia. Sempre in uno studio di Trasparency International, “l’attuale regime costituisce un grave motivo di impunità”.
Partendo da queste considerazioni l’attuale disegno di legge anticorruzione approvato il 14 giugno 2012 alla Camera dei deputati e modificato successivamente in Senato presenta molte lacune ed è configurabile ad un compromesso al ribasso tra istanze politiche contrapposte. È molto probabile che le nuove norme non riescono a incidere sulle condizioni che in Italia rendono il coinvolgimento nella corruzione per molti redditizio e poco rischioso. Questo ha fatto sì che il Financial Times abbia definito questa legge anticorruzione un “brodino”.
Sono state dimezzate le pene previste nel caso di concussione per induzione. A quale scopo? Con questo sistema il concussore riesce a farla franca, la sua pena è ridotta ed inoltre le norme sono retroattive per cui molti processi arrivati in Cassazione verranno annullati.
Nel caso del traffico di influenze, cioè quando i potenti si mettono d’accordo per darsi un aiuto illecito, la pena prevista per questo reato è stata ridotta a tre anni di reclusione, il che non permette le intercettazioni telefoniche. Questo vuol dire che potremo scoprire questi reati solo quando ci verranno a raccontare.
Aumentare i termini di prescrizione da 7 anni e mezzo 11 anni per i reati di corruzione, concussione e traffico di influenze non è la soluzione, in quanto il problema è che in Italia la prescrizione non decorre dalla scoperta del reato, ma da quando il reato è stato commesso, considerando che è difficile prendere il criminale in flagrante. Inoltre in molti paesi una volta che il processo comincia i termini per la prescrizione non decorrono più.
In definitiva l’elenco di quello che manca in questa legge è infinito. Ma cosa possiamo aspettarci da una legge fatta e discussa in un Parlamento dove ci sono 100 persone già condannati in primo o il secondo grado per reati che la legge stessa dovrebbe punire?
Sarà populista ma in un paese civile prima ci liberiamo dei legislatori corrotti o corruttori e poi facciamo una legge anticorruzione!
Sono necessari dei tecnici per realizzare tutto questo?
No, servono cittadini onesti, che mettano insieme le loro competenze e nella più assoluta trasparenza diano avvio ad una vera democrazia partecipativa! Solo questa è la rottamazione di un sistema politico corrotto e inaffidabile.
La Democrazia partecipata è così utopistica? Essendo l’unica cosa che fa paura ai politici corrotti: riempiamo il Parlamento di Cittadini incorruttibili!!!