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Corsera fontaniano? Io mi vergogno. Ecco perché non lo leggerò più. Torno a “Repubblica”.

Creato il 18 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Image4di Rina Brundu. Proprio così: torno a Repubblica. Come al tempo dell’Università. Per carità, neppure la creatura scalfariana, in tempi post-scalfariani, è aliena alle derive edonistiche renzistiche ma almeno lo stile è intellettualmente maturo, agossiparo, low-profile quel tanto che basta e il quotidiano non manca mai di qualche editoriale graffiante. Soprattutto, bisogna dare atto al giornale di Ezio Mauro di una vision giornalistica più cosmopolitica, moderna, a suo modo libera e liberata (non è paradossale il discorso considerando le simpatie politiche dell’editore), che se ne guarda bene dal pubblicare poster lenzuolo del capo dell’Esecutivo di turno a tutta pagina e senza limiti di tempo.

Che accadde? In realtà, nulla di diverso da quanto sta accadendo da un anno a questa parte. Solo che dopo l’okkupazione sistematica della Home del corriere.it da parte del Premier in compagnia del ciarliero Giletti (vedere sopra uno screenshot di ieri e in calce la Home del Corriere.it di oggi, adesso solo parzialmente “mitigata” nello slancio agiografico-adorante dall’occhiello di apertura), credo che per un qualunque lettore accorto si ponga un problema etico. Di fatto la “vergogna” provata in questa occasione non è una questione di coscienza “politica” ma una mera questione di awareness intellettuale.

D’accordo che il Corsera abbia necessità – per motivi di cassa, immagino – di completare la trasformazione in vetrina online nazionalpopolare, acchiappa-clic. Mi sta bene, busyness is busyness. Ciò che però io trovo deontologicamente scorretto, ma anche culturalmente scorretto se si pensa che questo quotidiano è storicamente il primo quotidiano italiano, dunque una vera e propria istituzione (con tutti i diritti e i doveri che derivano da un simile status-quo), è che il Corsera si trasformi in una sorta di PRAVDA dei nostri tempi, o per meglio dire in un mero “tool” mediatico in mano all’Esecutivo. La questione è ancora più sconcertante se – magari ingenuamente – si pensa che dietro questa riverenza politica aneuronica d’antan non ci sia un preciso diktat del Premier. Cioè io non penso che Matteo Renzi faccia chiamare Fontana dai suoi bravi per dettare la linea e la costruzione della Home, penso piuttosto che questo ruolo di totale sudditanza politica sia piuttosto un altro deleterio residuo della nostra nefasta tradizione di asservimento all’Autorità (che può essere anche il CDA – nel background), meglio ancora se questa è rappresentata da un Dominus chiaramente identificabile a cui offrire il dovuto omaggio.

Ma il giornalismo è cosa altra. Almeno nel mio immaginario e nei contesti professionistici internazionali: il giornalismo degno di questo nome dovrebbe essere il mastino, il feroce cane da guardia di ogni Esecutivo democratico, buono o cattivo che sia. Il giornalismo moderno ha inoltre una possibilità unica di fare una differenza, trovando in un popolo di internauti culturalmente dotati il suo primo alleato. Un pubblico più accorto che può sostenere un dato giornale in tutto, promuovendolo in ogni modo e maniera e dunque portando anche l’agognato-cash. L’unico errore che bisogna assolutamente evitare con questo tipo di lettori – che raramente si “accodano” come accade al bar quando il bullo del quartiere racconta la sua barzellettà – è la presa di culo intellettuale: non te la perdoneranno mai!

Di nuovo: Corsera? Io mi vergogno. E da oggi si torna a Repubblica, almeno fino a quando in Via Solferino non si penserà di rispolverare quel tipo di giornalismo che non ci fa arrossire davanti agli occhi del mondo che guarda. E ride.

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Ecco invece come la stessa notizia può essere data in maniera professionale:

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Poster Corriere delle 20.30 ora locale.

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 Contestualmente…. il dubbio amletico giornaliero:

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