Questi i vincitori della novantanovesima premiazione dell’ambito Premio Pulitzer, il riconoscimento giornalistico più prestigioso degli Stati Uniti.
L’amministratore del Premio Pulitzer Mike Pride ha annunciato ieri alle ore 15 (le 21 in Italia), con una conferenza stampa in diretta dalla World Room della Columbia University di New York, i nomi dei vincitori per le 14 categorie in materia di giornalismo e per le 7 categorie di “letteratura, teatro e musica”.
La premiazione
«Oltre 1.200 lavori giornalistici, 1.400 libri, 2.000 composizioni musicali e 1.000 drammi teatrali».
Sono questi i numeri che l’amministratore del Premio Pulitzer Mike Pride ha snocciolato nella conferenza stampa con cui ha annunciato i nomi dei vincitori. I 19 membri della giuria, provenienti dal mondo dell’informazione, accademico e letterario, hanno dovuto operare una dura selezione a partire da tutto questo materiale pervenuto negli ultimi mesi ed accuratamente esaminato. Una prima scrematura ha limitato a 3 i finalisti per ogni categoria, tra i quali poi si è votato a maggioranza il più meritevole. I nomi sono stati resi noti solo al momento dell’annuncio, nel rispetto della tradizione che vuole che sia mantenuto il più stretto riserbo. I vincitori di tutti i premi hanno ricevuto 10.000$ tranne quello per “Public Service”, che riceve una medaglia d’oro.
Public Service
La medaglia d’oro per il “servizio” reso all’opinione pubblica è stato assegnato al The Post and Courier, maggior quotidiano di Charleston, South Carolina, che ha pubblicato nell’agosto del 2014 un’inchiesta in cinque capitoli sulla condizione delle donne nello stato dell’unione con uno dei più alti tassi di mortalità femminile. L’indagine, dal titolo “Till Death Do Us Part” (“Finché morte non ci separi”), ha fatto luce sul fenomeno e spinto l’amministrazione del South Carolina a porre allo studio provvedimenti in tal senso. Candidati a questo premio erano anche The Boston Blobe (con un reportage sulle condizioni abitative precarie cui sono costretti gli studenti a Boston) e The Wall Street Journal (con servizi riguardanti i rischi di cancro per donne sottoposte a interventi chirurgici comuni).
Breaking News Reporting
Il Premio Pulitzer per questa categoria è andato allo staff del The Seattle Times per articoli su una frana che ha colpito la città uccidendo 43 persone nel marzo del 2014. Gli altri finalisti erano The Buffalo News (per aver efficacemente riportato gli effetti di una tempesta di neve sulle comunità colpite) e Los Angeles Times (per la copertura minuto per minuto di una sparatoria).
Investigative Reporting
In questo caso sono stati premiate due testate: The Wall Street Journal (che ha reso pubbliche pratiche prima segrete sull’azione di chi presta servizi sanitari) e The New York Times (in particolare Eric Lipton, autore di uno studio sui modi in cui l’influenza dei lobbisti possa far pendere la giustizia dalla parte di chi ha il denaro e le conoscenze giuste). Sul gradino più basso del podio si è piazzato The Chicago Tribune (con un’inchiesta condotta da David Jackson, Gary Marx and Duaa Eldeib sui pericoli corsi dai bambini che hanno subito abusi ed ospitati in centri residenziali di cura nell’Illinois).
Explanatory Reporting
Il Premio Pulitzer per il giornalismo divulgativo è andato a Zackary R. Mider di Bloomberg News, autore di una dettagliata inchiesta sull’evasione fiscale delle grandi corporations americane e sulle difficoltà incontrate dai legislatori nel fermarle. Nominati per il premio anche John Ingold, Joe Amon e Lindsay Pierce del The Denver Post (per un approfondimento sull’uso della marijuana nel Colorado) e Joan Biskupic, Janet Roberts e John Shiffman della Reuters (per un’analisi sulla Corte Suprema che ha sollevato dubbi sull’equità delle sue sentenze).
Local Reporting
Rob Kuznia, Rebecca Kimitch e Frank Suraci (The Breeze, Torrance, California) hanno ricevuto il riconoscimento per il loro lavoro sulla corruzione dilagante nel distretto scolastico locale. Per aggiudicarsi il Premio Pulitzer hanno battuto la concorrenza di Joe Mahr, Joseph Ryan e Matthew Walberg del Chicago Tribune (corruzione cittadina e conseguenze) e di Ziva Branstetter e Cary Aspinwall del Tulsa World (esecuzioni capitali in Oklahoma).
National Reporting
Per questa categoria, il Premio Pulitzer è andato a Carol D. Leonning di The Washington Post per aver indagato sulle falle nella protezione del Presidente degli Stati Uniti, compito del Secret Service. Dietro di lui sono giunti Marisa Taylor, Jonathan Landay e Ali Watkins del McClatchy Newspapers (che, nonostante i tentativi di insabbiamento, hanno riportato i casi di tortura commessi dalla CIA) e la coppia Bogdanich-McIntire di The New York Times (che ha denunciato i trattamenti di favore riservati a giocatori di football della Florida State University accusati di stupro e altri reati gravi).
International Reporting
Tale importante sottocategoria Premio Pulitzer è stato conferito allo staff di The New York Times per il coraggio con cui ha raccontato l’evoluzione dell’epidemia di ebola in Africa. Ha battuto Richard Marosi e Don Bartletti del Los Angeles Times (per aver indagato sugli abusi nell’industria multimiliardaria che porta ortaggi dai campi messicani ai mercati statunitensi) e Ned Parker e un team della Reuters (per un reportage sull’ascesa dell’ISIS in Iraq e Siria).
Feature Writing
Diana Marcum del Los Angeles Times è stata insignita del premio per aver raccontato il modo in cui la siccità condiziona la vita dei californiani. Ha battuto la concorrenza di Sarah Schweitzer di The Boston Globe (autrice di un reportage sulla storia di uno scienziato e dei suoi tentativi di salvare una rara balena) e Jennifer Gonnerman di The New Yorker (per aver ricostruito la storia della prigionia di un detenuto a Rikers Island).
Commentary
Il Premio Pulitzer di questa specialità è stato vinto da Lisa Falkenberg dello Houston Chronicle, per il suo lavoro riguardante gli abusi del Grand Jury in materia di immigrazione. Nominati per questo riconoscimento anche David Carr di The New York Times (ha studiato l’uso intimidatorio dei media fatto dall’ISIS) e Matthew Kaminski di The Wall Street Journal (con articoli dall’Ucraina).
Criticism
Il Premio Pulitzer alla critica va a Mary McNamara del Los Angeles Times per aver studiato a fondo l’impatto della televisione sul paesaggio culturale americano. Finalisti con lei anche Manohla Dargis (The New York Times) e Stephanie Zacharek (The Village Voice).
Editorial Writing
Kathleen Kingsbury di The Boston Globe ha vinto accompagnando i lettori nei ristoranti per mostrare loro il reale prezzo e il costo umano di questa discrepanza nei guadagni. Erano stati nominati anche Tony Messenger e Kevin Horrigan del St. Louis Post-Dispatch (per editoriali sulla tragedia di Ferguson) e Jill Burcum dello Star Tribune, Minneapolis (che ha mostrato le condizioni in cui versano le scuole governative per Nativi Americani).
Editorial Cartooning
Il Premio Pulitzer al miglior vignettista americano è andato ad Adam Zyglis di The Buffalo News, che ha vinto contro Kevin Kallaugher del Baltimore Sun e Tom Tomorrow (nome d’arte di Dan Perkins) del Daily Kos.
Breaking News Photography
Vincitore per questa categoria è stato il St. Louis Post-Dispatch per aver saputo raccontare in immagini quanto accaduto a Ferguson, Missouri. Per questa specialità erano stati nominati Mauricio Lima, Sergey Ponomarev e Uriel Sinai di The New York Times per ritratti dall’Ucraina e Tyler Hicks, Sergey Ponomarev e Wissam Nassar, sempre di The New York Times, con immagini dalla Striscia di Gaza.
Feature Photography
Daniel Berehulak, fotografo freelance, ha pubblicato The New York Times un foto-reportage sull’epidemia di ebola, premiato dalla giuria del Premio Pulitzer. Si è conteso il primo posto con Bulent Kilic of Agence France-Presse in Washington, D.C. (immagini di attacchi dell’ISIS a piccoli villaggi curdi) e Bob Owen, Jerry Lara e Lisa Krantz del San Antonio Express-News (raccontando la storia di immigrati centroamericani in fuga verso gli Stati Uniti).
Letters, Drama and Music
Il Premio Pulitzer non valuta solo le performance giornalistiche, ma premia anche le tendenze artistiche. Per la narrativa vince “All the Light We Cannot See” di Anthony Doerr. Nel teatro eccelle Stephen Adly Guirgis, con il suo “Between Riverside and Crazy“. Il lavoro storiografico migliore è stato “Encounters at the Heart of the World: A History of the Mandan People ” di Elizabeth A. Fenn. Per le biografie ha vinto “The Pope and Mussolini: The Secret History of Pius XI and the Rise of Fascism in Europe” di David I. Kertzer. In poesia primeggia “Digest” di Gregory Pardlo. Per la saggistica viene premiato “The Sixth Extinction: An Unnatural History” di Elizabeth Kolbert. E, infine, in campo musicale la giuria ha consacrato “Anthracite Fields” di Julia Wolfe, qui sotto il video di una sua rappresentazione.
Breve storia del Premio Pulitzer
Il Premio Pulitzer, più alto riconoscimento nel campo dell’informazione negli Stati Uniti, è nato nel 1917 per volontà di Joseph Pulitzer, l’ungherese che, sul finire del XIX secolo, ha contribuito a definire il giornalismo quotidiano americano. L’intento dichiarato del giornalista era quello di incentivare i colleghi a una produzione d’eccellenza. In quasi un secolo di attività il Premio Pulitzer (amministrato dalla Columbia University di New York su desiderio del fondatore) è stato conferito a personaggi del calibro di Ernest Hemingway, John Fitgerald Kennedy e Bob Dylan (solo per citarne alcuni). Nel 2016, in occasione della centesima premiazione, sono previsti eventi e dibattiti in tutto il paese sul ruolo del giornalismo nella società odierna.
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