È notizia di pochi giorni fa: Liberos, la comunità dei lettori sardi, ha vinto il premio per la Cultura CheFare indetto dalla rivista Doppiozero. Perché, come dice la giuria di CheFare: “Lìberos [...] è una proposta che parte dal basso per rispondere concretamente ad una situazione di crisi della cultura, e svolge questo compito facendo emergere ed interpretando in modo innovativo le richieste della comunità a cui si rivolge”. Ed è proprio così: l’ho sperimentato io stesso nel mio tour della Sardegna come Scrittore a Piede Liberos. Cooperazione, entusiasmo e serietà. Qualità di cui tutto il mondo editoriale italiano ha bisogno.
Cos’è Liberos
Liberos è un circuito virtuoso di operatori del settore del libro, dalle associazioni culturali agli scrittori, i quali “sottorscrivono un codice etico e insieme promuovono la lettura nel territorio sardo sostenendosi a vicenda”. Il codice etico evita situazioni fastidiose in cui ad essere promossi siano autori a pagamento, libri di bassa qualità o case editrici discutibili. La cooperazione all’interno del circuito produce sul territorio sardo “un festival letterario diffuso e permanente”, come dicono quelli di Liberos in questo video.
La mia esperienza con Liberos
Il mio romanzo, Zagreb, è pubblicato da Aìsara, una casa editrice sarda. Per questa ragione mi è stato proposto di entrar a far parte di Liberos – questa la mia pagina autore. Dopo mesi di organizzazione, a fine ottobre 2012 è cominciato il mio tour della Sardegna, come Scrittore a Piede Liberos. Una settimana, accolto, quasi come una diva, dai bibliotecari, dai librai, e dai lettori. Ho viaggiato in sei città, da Nuoro a Cagliari, e ho presentato cinque volte Zagreb, più una partecipazione al festival di Macomer per discutere di eBook insieme a Alessio Pia, di Edizioni di Karta.
Non tornavo in Sardegna da due anni, cioè dai tempi in cui vivevo a Cagliari, in una casupola cadente con una splendida terrazza. La sera, verso le dieci, vedevo i fenicotteri attraversare il cielo della città. Frequentavo un corso di scrittura organizzato da Giorgio Todde e ogni settimana partecipavo alle letture al Caffè Savoia. Ecco, ritornare sull’Isola da scrittore è stata un’esperienza unica.
A parte l’esperienza personale, il sostenersi a vicenda di cui parlano quelli di Liberos io l’ho visto con i miei occhi. Ricordo la notte trascorsa dagli amici dell’assessore alla cultura di Samugheo, perché l’hotel in cui avevano riservato una stanza per me era quella sera inspiegabilmente chiuso; la presentazione con Gianni Zanata e gli scrittori di Piciocus e Piciocas al festival di Macomer; l’incontro con Régis de Sá Moreira a Cagliari (scrittore Aìsara, anche lui in giro per la Sardegna a presentare Il Librario e Moglie è Marito); la libraia della libreria Messaggerie Sarde che mi ha guidato per le strade di Nuoro, mostrandomi il bello (e il brutto) della città; e Francesca Casùla, sempre presente, che mi ha scortato da Nuoro a Cagliari facendo in modo che tutto andasse per il verso giusto.
Un sogno: Liberos in tutta Italia
Liberos funziona perché è fatto su misura per la Sardegna. In Sardegna, esiste un fortissimo senso di appartenenza alla Terra, di protezione di ciò che è sardo, protezione che, in alcuni rari casi, può diventare chiusura verso l’interno (in due anni a Cagliari ho sperimentato i due risvolti della medaglia). In Sardegna si legge tanto, si comprano tanti libri, ci sono tanti bravi scrittori: la letteratura funziona in Sardegna, o, almeno, funziona meglio che in altre regioni di Italia. In Sardegna c’è Michela Murgia: la scrittrice di Accabodara è il motore aggiunto che spinge l’intero network di Liberos.
Eppure, di un Liberos nazionale ce n’è tanto bisogno perché noi dei libri dobbiamo prendercene cura, da quando nascono fino a quando finiscono nelle librerie dei lettori. Perché dobbiamo difendere i libri onesti contro le truffe dell’editoria a pagamento. Perché dobbiamo sostenere le piccole realtà, quelle case editrici davvero indipendenti, che ogni giorno lottano con poche armi contro le corazzate nazionali. Perché dobbiamo difendere quegli autori bravi, ma ancora fragili, contro un’editoria veloce e cinica.
Ci vorrebbe un Liberos in ogni città, e poi una rete di Liberos, un super Liberos nazionale. È un sogno, ma se funziona in Sardegna – e sta funzionando – allora ci è permesso sognare.
Editoria Liberos Michela Murgia Sardegna ZAGREB