Magazine Diario personale

Cosa faremo da grandi

Da Mizaar

romLo so, lo so, è il sogno di tutti gli studenti: qualcuno viene a prelevarti e/o liberarti da scuola per portarti a casa. Be’, fin qui ho scherzato, ma la faccenda del portare via una persona inerme, in maniera violenta e coatta, dal luogo dove dovrebbe sentirsi al sicuro tra pari, pare abbia fatto strada anche all’estero. Ricordo ancora con angoscia il filmato terribile del piccolo che in una mattinata come tante venne brutalmente strappato dalla quiete della sua classe, da tre poliziotti e una ispettrice, come fosse un efferato delinquente. In Francia, la civilissima Francia, patria dei rifugiati politici, della Rivoluzione Francese e tante altre belle lotte di classe, la Francia di Hollande e non di Sarko’, badate bene – che se fosse stato al governo quest’ultimo avremmo anche compreso, il gesto – allora in Francia che è successo?

Lo scorso 9 ottobre, Leonarda, 15 anni, ragazzina rom, è stata fermata dalla polizia ed espulsa dalla Francia [... ] mentre era in gita scolastica. La polizia avrebbe ordinato ai professori di fermare il pullman con gli studenti per portar via l’adolescente, davanti agli occhi dei suoi compagni. La vicenda si è svolta nell’est della Francia. ( Fonte Rai news 24 )

Questi i fatti nella loro crudezza. Cercavo di immaginare, dopo aver sentito la notizia in televisione nel pomeriggio, la reazione dei presenti. Intanto la ragazzina, di sicuro sarà stata sconvolta. Ma lei è di etnia rom, di certo abituata agli esodi forzati, alle violenze. Però quando hai trovato il modo di riscattare te stessa in una scuola, probabilmente in punta di piedi e con rispetto, non ti immagini che poi tu debba ripiombare nel nulla di una casa dove tuo padre ha tentato di usare violenza nei tuoi confronti – dunque a violenza si aggiunge violenza. Che opinione avrà mai questa piccola nei confronti degli adulti? Pensiamoci. Poi i compagni. Se dovesse capitare nella mia classe qualcosa del genere, sono sicura che tutti rimarrebbero straniti e disorientati, ma dopo qualche minuto, certamente, qualcuno di quelli che solitamente amano esibirsi in improbabili atti di forza con gli adulti – chi sei tu, chi sono io – be’ quelli reagirebbero, proteggendo una qualsiasi compagna in difficoltà – saranno cafoni, ma hanno un cuore, accipicchia! E quei ragazzi che hanno fatto? Pensiamoci. E i professori che accompagnavano i gitanti? Cosa avranno fatto o detto che io stessa non avrei tentato di dire e fare? Ma l’hanno fatto? Pensiamo anche a questo. Un mondo adulto che dovrebbe offrire esempi educativi, ma alla fine dei conti mostra solo il lato più misero e becero e violento ai danni di una bambina. E’ questo il biglietto da visita che abbiamo da presentare, per mostrare che siamo diventati adulti senza esserlo e incapaci di prenderci cura delle persone più giovani? Pensiamoci.


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