Cosa mi mancherà della Germania*

Creato il 25 marzo 2013 da Luciusday
Mancano pochi giorni al mio ritorno, ma mi piacerebbe già buttar giù una serie di cose e di circostanze che hanno reso il mio soggiorno qui in Germania indimenticabile e - non mi stancherò di ripeterlo - il periodo della mia vita più bello e intenso, almeno finora.
- L'internazionalità delle amicizie: parlare e incontrarsi con gente proveniente da tutta Europa semplicemente facendo due passi da casa e, a volte, anche dal resto del mondo; l'ambiente multi-kulti e la curiosità dei tedeschi per chiunque venga da un altro paese; imparare a conoscere culture completamente diverse dalla nostra, vedere da vicino le persone e scoprire che, oltre le differenze apparenti e i luoghi comuni, siamo davvero molto più simili di quanto si possa credere; farsi amici in giro per il mondo e abituarsi a coltivare tali rapporti scrivendo o viaggiando;
- le conversazioni in lingua straniera o addirittura multilingua: il parlare in una lingua e, vedendo che l'interlocutore è in difficoltà, "switchare" da una lingua all'altra per metterlo a proprio agio (qua quasi tutti i tedeschi parlano anche un buon inglese), e nello stesso tempo correggere e imparare dai propri errori divertendosi; ragionare secondo un'ottica più ampia in senso in prima battuta linguistico oltre che culturale;
- La praticità della vita: la si vede per quanto riguarda l'organizzazione: in termini universitari, e non solo dal punto di vista di lezioni e burocrazia, ma anche da quello "culturale in senso lato" ovverosia l'organizzazione di eventi (anche più o meno alcolici) in cui si ha la possibilità di conoscere gente "autoctona" o meno, incontri culturali per scambi di opinioni fra studenti e professori, edifici situati in posizioni strategiche e facilmente accessibili; in termini generali, tutto è fatto, costruito e ideato in modo da poter essere utilizzato al meglio, tanto in una città universitaria come Mainz quanto in metropoli del calibro di Berlino e Francoforte;
- La semplicità delle persone: in parte collegabile al punto precedente, sia fra Erasmus che fra Tedeschi ho conosciuto persone semplici, che non si fanno mai troppi problemi, nel parlare (se un tedesco pensa una cosa, te la dice senza troppi giri di parole), nell'agire, es. nel vestirsi (rimando all'apposito post già scritto tempo fa), nel vivere insomma. I rapporti umani sono meno complicati; si risparmiano un sacco di problemi inutili, e ci si guadagna in gioia di vivere; e alla gente che mi contrappone il calore umano "mediterraneo" alla "freddezza" e efficienza "teutonica", la invito a trascorrere un anno qua e vedere come spesso non di sola efficienza si tratti, bensì di civiltà delle persone;
- La sacralità della cosa pubblica: trasporto pubblico funzionante, come in genere è funzionante tutto ciò che è pubblico, dalla burocrazia al netturbino; la res publica in questo preciso senso non è mai vista come qualcosa da cui sfuggire, qualcosa che si può e si deve "fregare" o, almeno, evitare, un mostro ingovernabile; no, qui ciò che è pubblico è sacro, rispettato, inviolabile, e allo stesso tempo pratico, economico e alla portata di tutti;
- Lo status privilegiato di studente: come scrissi quasi appena arrivato, l'essere studente universitario consente di avere numerosi sconti e agevolazioni su sport, cinema, teatro, oltre che la possibilità di usare gran parte dei servizi pubblici gratuitamente, oltretutto a fronte di tasse universitarie ben inferiori rispetto a quanto paghiamo in Italia, per ricevere (quando succede) servizi spesso inutili o sconosciuti o non funzionanti.
- L'ecosostenibilità completamente integrata: università con pannelli solari, servizio pubblico di biciclette con stazioni a ogni nodo di scambio fondamentale, vuoti a rendere (oltre che guadagni a prendere).
Può sembrare una mitizzazione della Germania, ma chi di voi lettori ha vissuto qua si accorgerà che effettivamente non lo è. Ciò che ho sperimentato qui proverò a portarlo con me a Roma, cercando di riviverlo in loco e di diffondere i germi di qualcosa di funzionante, di un etwas mehr all'interno della giungla romana, per certi versi molto più "monotematica" rispetto a quanto lo possa essere una città universitaria con 300.000 abitanti.
Pulchra vobis;)
LuciusDay
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*never-ending-post: ogni volta che mi viene in mente qualcosa di nuovo a buffo, lo aggiungerò e vi toccherà risorvirbelo. Ecco.

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