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Cosa Nostra: maxi inchiesta nel messinese, tutti i nomi di Gotha III

Creato il 24 luglio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Cosa Nostra: maxi inchiesta nel messinese, tutti i nomi di Gotha IIIAncora sequestri e consegne di custodia cautelare per per associazione di stampo mafioso.

Sono i  carabinieri del Ros e del comando provinciale di Messina  hanno eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Messina nei confronti di 15 persone indagate per associazione mafiosa, omicidio, estorsioni e intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose.

Insieme alle ordinanze di custodia sono stati anche sequestrati bene oltre 15 milioni di euro riconducibile agli indagati, tutti appartenenti, secondo gli investigatori alla criminalità organizzata barcellonese. Al centro delle indagini l’attività estorsiva nel settore imprenditoriale e le infiltrazioni negli appalti pubblici del messinese della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, da anni principale riferimento nella provincia per cosa nostra palermitana e catanese.

La nuova inchiesta, Gotha III nasce dalle ceneri dell’inchiesta Gotha che ha teso ad individuare i sodalizi mafiosi in corso ne, messinese, basandosi anche sulle istanze presentate nei processi e nelle deposizioni avvenute al seguito di Mare Nostrum e successive inchiesta.

L’operazione ovviamente nasce anche a seguito di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Le inchieste, riporta il settimanale Centonove,  hanno permesso di definire altri episodi estorsivi finalizzati al controllo di appalti pubblici e di attività economiche nella provincia di Messina attribuibili alla responsabilità di RAO Giovanni, cl. ’61, ISGRO’ Giuseppe, cl. ’65, TRIFIRO’ Carmelo Salvatore, cl. ’72, RUGGERI Giuseppe, cl. 65 e CAMPANINO Salvatore, cl. ‘64.

Dalla lettura dell’accurato articolo di Centonove sembra che le indagini risalgano già a qualche anno fa, infatti già nel 2003 una indagine aveva portato dei provvedimenti di custodia ad alcuni degli attuali indagati.

Le nuove indagini hanno portato ulteriori risultati ed hanno evidenziato alcuni aspetti rilevanti l’efferato triplice omicidio commesso a Barcellona Pozzo di Gotto  nella notte fra il 3 ed il 4 settembre 1993 che aveva visto la morte di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino e Giuseppe Geraci, per i quali sarebbero già stati assolti con sentenza definitiva Carmelo D’Amico E Salvatore Micale.

La nuova inchiesta ha trovato gravi indizi per   Antonino Calderone.

La nuova inchiesta dei Ros, riporta Centonove, avrebbe rilevato l’appartenenza alla mafia del noto avvocato barcellonese CATTAFI Rosario Pio. Sono state infatti meticolosamente riscontrate le dichiarazioni rese da alcuni recenti ed importanti collaboratori di giustizia della mafia barcellonese e catanese, i quali hanno indicato il CATTAFI come soggetto apicale dell’organizzazione barcellonese e collettore fiduciario dei proventi illeciti conseguiti dai membri apicali e storici delle due citate organizzazioni mafiose.

Ci sono sarebbero alcuni riscontri a quello che già era stato scoperto in passato, ovvero, l’indagato sarebbe organicamente inserito nella famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto ed intraneo alla famiglia mafiosa catanese di Cosa Nostra riconducibile a SANTAPAOLA Benedetto.

L’inchiesta ha reso possibile leggere anche quel che accadeva a Barcellona Pozzo di Gotto immediatamente dopo l’arresto di Bernardo Provenzano. Quando, a quanto pare, Salvatore e Sandro Lo Piccolo avrebbero lavorato per ricostruire le trame di Cosa Nostra.

Non solo, sempre a quel periodo ci sarebbero delle informazioni investigative che dimostrerebbero alcuni fatti ed atti commessi da  BONTEMPO SCAVO Sebastiano, cl. ’52 e Tindaro Calabrese che avrebbe vigilato su alcune attività mafiose, arrivando ad infiltrare anche degli enti locali ed in particolare il comune di Mazzarà Sant’Andrea dove lavorava Roberto Ravida anch’egli indagato.

L’attuale inchiesta ha portato alla luce alcuni fatti in merito alla latitanza di Gaspare Pulizzi a Capo D’Orlando, scrive Centonove

Risulta dalle indagini che costui sia stato ospitato per alcuni giorni del mese di luglio del 2007 nella citata località turistica con il pieno appoggio e la copertura logistica del CALABRESE Tindaro, individuata tramite il noto imprenditore BONTEMPO Giovanni, anche quest’ultimo tratto in arresto con l’odierna misura cautelare. Il BONTEMPO, oltre a fornire appoggio per conto di Cosa Nostra, ha operato imprenditorialmente in sinergia con il sodalizio mafioso barcellonese e con quello tortoriciano mettendo a disposizione la propria attività professionale al servizio della criminalità organizzata durante il periodo della reggenza del CALABRESE Tindaro ed in epoca successiva, anche grazie all’intervento di MARINO Tindaro, altro imprenditore già tratto in arresto nel giugno del 2011 con l’operazione Pozzo II del R.O.S. Per tali ragioni il BONTEMPO è stato raggiunto altresì da una misura cautelare di tipo patrimoniale che ha interessato buona parte degli illeciti profitti accumulati nel corso degli anni grazie alla mafia ed alle connivenze di alcuni importanti funzionari di banca, tra i quali D’ARGENIO Sergio della Banca Popolare di Lodi, anch’egli arrestato.

Oltre ai succitati l’ordinanza di custodia cautelare riguarda anche Carmelo Giambò, indagato anche in Gotha, ritenuto responsabile della morte per omicidio di Antonio Ballarino, la moglie di Giambò, Giusi Lina Perdichizzi e  Triolo Giuseppe.


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