Fra buchi neri e "singolarità", fra quasar e pulsar, fra fotoni emessi da stelle c'è stato anche lui. Protagonista di un "grande balzo per l'umanità", fatto a fronte di un suo "piccolo passo", se ne è andato Neil Armstrong, primo "uomo della luna". Quale "estremo passo" può lasciare in eredità una figura come la sua? Stando a citazioni attribuite alla scrittrice Oriana Fallaci, la figura di Neil Armstrong era solita mascherare la timidezza con una forma di arroganza senza quartiere alcuno: "[...]Io, quando lo conobbi cinque anni fa, me ne sentii respinta e molta gente m’ha detto d’aver provato la medesima cosa. Anche a causa della sua timidezza che è enorme e che egli combatte con l’arroganza.[...]" Cosa riusciva ad "infiammare" ed appassionare la personalità ed il carattere di questo astronauta che riuscì a camminare sull'unico satellite della nostra piccola Terra? "[...] Niente lo interessa fuorché volare, conoscere le macchine che servono a volare. Niente lo seduce fuorché la tecnica necessaria ad andare sulla Luna, e la Luna stessa per lui non è che uno strumento per applicare quella tecnica.[...]" Spazio all'ingegneria, dunque. Spazio all'astronomia, allo studio dei corpi celesti e della progettazione di macchine adatte al raggiungerli. Spazio agli astronauti che arriveranno, spazio agli altr(ettant)i Curiosity che dovranno "smistare" verso nuovi lidi le ambizioni di un genere umano mai troppo consapevole dell'infinitesimo in cui si trova a "brancolare", quotidianamente e spesso troppo inconsapevolmente. Stando sempre all'opinione di Oriana Fallaci, quali erano le sole cose che sapevano accendere in lui un contatto umano migliore della normalità? "[...] parlare con lui è una sofferenza che sfiora l’incubo. Io, che l’ho visto più volte in questi anni, non sono mai riuscita a stabilire con lui un contatto che assomigliasse a un contatto umano, a farlo mai indulgere a un attimo di cordialità, di curiosità, di calore, ammenoché non pronunciassi le parole Mercury, Gemini’, Apollo, LM. [...]" Spazio allo spazio, dunque: verso l'infinito ed oltre, si potrebbe dire. Quale lezione potrebbe lasciare questo 82enne astronauta che ha saputo incarnare una nuova fase di sogni, speranze e progetti? Riuscirebbe forse a liberare la troppo compressa consapevolezza umana? Saprebbe forse insegnare all'umanità ed a coloro che detengono quella cosa chiamata "potere" l'infinita inconsistenza di moltissimi deliri di onnipotenza anche quotidianamente esercitati? Ieri Neil Armstrong, oggi e domani chissà: quali frontiere attendono la sete di conoscenza (e progresso scientifico) del genere umano? Dove riuscirà ad arrivare una creatura che ha "scoperto" l'ingegneria con selce ed utensili? L'universo respirato da Neil Armstrong e da pochi(ssimi) altri fortunati racchiude un'infinita serie di segreti che, forse, mai riusciremo come umanità a capire pienamente: resterà un 95% di "sconosciuto", all'interno di quello che chiamiamo "universo". Resteranno per molte vite le luci di stelle che, all'interno di un romantico cielo di mezza estate, saranno in realtà già spente a troppi anni luce di distanza dai nostri occhi. Resteranno e continueranno altrettanti "piccoli passi" compiuti da uomini che, come Neil Armstrong, cercheranno di fornire un contributo per fare compiere all'umanità i "grandi passi" di cui ha bisogno per non sentirsi sola e dispersa, su una altrettanto sperduta astronave chiamata "Terra". Rimarranno altrettante possibilità di migliorare e progredire, smentendo forse parte della "relatività" che avvolge e pervade questo mistero che chiamiamo "universo". Neil Armstrong è stato, è e rimarrà per sempre un eroe che è riuscito a compiere importanti passi all'interno di questa immensità straordinaria e straordinariamente capace di suscitare paura e dubbi. Quel primo passo sulla Luna nient'altro dovrebbe essere che parte della chiave con cui continuare ad aprire la grande "serratura" di quella stessa "porta" chiamata "Universo". Quanti altri Neil Armstrong serviranno, forse, nei millenni a venire? Se l'umanità non dovesse riuscire nella (negativamente) straordinaria missione di estinguersi da sola, potrebbero servire ancora miliardi di "piccoli grandi passi". Laddove c'era freddezza, forse, "abitavano" anche una passione ed una sterminata volontà di "toccare con piede" tutto quello che (soprav)vive, totalmente indifferente all'uomo, oltre lo strato di ozono che tutto contribuisce a rendere più blu e meno scuro. Rimarranno stupende leggi, capaci di imprimere all'astronomia una sorta di "irrazionale razionalizzazione". Resteranno lì, studiate sui libri di scuola e verificate nell'infinito che ci circonda. Resteranno, per sempre, altrettanti eroi che hanno consegnato all'umanità qualche "arma" in più per provare a "guardare oltre": Galileo, Copernico, Keplero e Tycho Brahe, solo per citarne alcuni. Da quando l'uomo ha ricordo (e storia), ha sempre cercato di capire cosa ci sia nell'infinitamente grande e, successivamente, di cosa sia fatto quell'infinitamente piccolo che fa altrettanto paura. Oltre questi binari, oltre questi "piccoli grandi passi", rimangono le più grandi lezioni che Neil Armstrong possa regalare, intatte, all'umanità intera: ricerca, consapevolezza delle proprie "dimensioni esistenziali" di umanità, capacità di guardare oltre il "velo di Maya" imposto dall'atmosfera di turno, conoscenza e, non certo da ultimo, amore ed ammirazione per quella cosa terribilmente difficile ma incredibilmente affascinante chiamata "Scienza". Per il resto, infatti, anche questi "elementi" potrebbero riuscire a comporre un "one small step for [a] man, one giant leap for mankind".





