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Cosa resterà di Florens 2012

Creato il 11 dicembre 2012 da Archeologo @archeologo
Cosa resterà di Florens 2012 Qualche settimana fa ho fatto parte del Team Florens, il gruppo di blogger internazionali che ha seguito giorno per giorno la biennale di Firenze dedicata ai beni culturali e ambientali, Florens 2012. L'esperienza è stata gratificante sotto diversi punti di vista, come l'intervista al ministro Ornaghi, ma probabilmente questo interessa meno: sono ben altri gli aspetti di questo avvenimento da tenere in considerazione.

Innanzitutto l'attenzione al web e ai social media, fondamentale e non scontata, è stata molto alta. Oltre al fatto stesso di aver investimento su un gruppo di blogger per raccontare gli incontri sotto tanti punti di vista – c'erano esperti di enogastronomia, turismo, arte, comunicazione – ogni aspetto della comunicazione è stata curata come in poche altre occasioni. Professionisti per le foto, un ufficio stampa, un sito web sempre aggiornato con pubblicati i contenuti degli studi appena discussi, pagine dedicate sui principali social media, da Facebook a Pinterest con tanto di hashtag ufficiale (che ha ricevuto oltre 1.500 menzioni).


Cosa resterà di Florens 2012Nonostante alcune critiche (di chi era stato invitato e chi no), che sono sempre le benvenute quando costruttive, mi sembra che l'obiettivo dell'evento sia stato raggiunto: avvicinare i mondi della cultura e dello sviluppo. Potrebbe sembrare che ci sia stata una comunione di idee nei partecipanti, mentre è stato l'opposto: si sono scontrate visioni diverse del nostro futuro – da chi crede nella necessità di un ritorno economico dell'investimento culturale e chi pensa che i beni culturali debbano restare fuori da dinamiche finanziarie – ma tutte con uno sguardo oltre questo momento di crisi. 
Il programma è stato davvero ricco, affrontando tematiche molto diverse ma collegate tra loro dal filo comune della cultura come elemento fondamentale della qualità della nostra vita. Non mancano ovviamente possibilità di miglioramento: l'assenza dello streaming ha costituito un limite per i molti interessati che non hanno potuto partecipare. Ma l'evento di Firenze, una città internazionale che si presta facilmente a queste tematiche fornendo tutta l'attenzione che meritano, può costituire una base solida per una riflessione sugli scenari culturali nei prossimi anni. Si può pensare che sia uno sperpero di risorse – eppure, è bene ricordarlo, la Fondazione da cui tutto nasce è finanziata da enti privati come banca Intesa Sanpaolo e Confindustria, con un contributo pubblico secondario – ma troppo spesso si rinuncia ad una discussione seria per la disillusione del passato. Naturalmente non è possibile sapere quanto influirà un evento come Florens nei prossimi anni, ma per la prima volta ho visto applicate molte idee che aspettavo da tempo (una su tutte, un Tweet Wall che si rispetti). La speranza è che presto si realizzino anche le altre

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