Cosa si mangia in Coazia

Da Lollychant @rossellaneri

Cosa si mangia in Coazia

set 8 • Ingredienti • 29 Views • Nessun commento

Me lo sono chiesta spesso e anche per questo partire per la Croazia quest’anno è stato un compromesso. Deciso all’ultimo, voglia di mare, consapevolezza dei costi bassi. Io, personalmente, avrei optato per una spiaggetta della Cornovaglia, ma così è la vita.

Per questo quando mi sono ritrovata sul divano la guida del Touring ho cominciato a guardarla con ritegno e circospezione. Poi ho deciso che se questa vacanza si doveva fare sarebbe cominciata da Zagabria.

Il motivo è presto detto: avevo paura che in Croazia avrei mangiato male. Così quando ho letto che a Zagabria c’era il Dolac, il mercato contadino più grande della nazione, sono andata su Airbnb, ho preso una camera in centro e siamo partiti con un giorno d’anticipo direzione l’algida capitale mitteleuropea, che tutti i turisti snobbano.

Il Dolac è una meraviglia di semplicità. Completamente privo di tutte le sovrastrutture che connotano di equità e giustizia il più umile dei farmer’s market. Un’infinità di tavolacci di legno coperti da ombrelloni stanno pronti ogni mattina a ospitare chicchessia, basta che abbia qualche prodotto commestibile (o qualche corona di ortensie e lavanda) da vendere.
Chi primo arriva meglio alloggia. Poi si va al nolo delle bilance a pesi, anche una ogni due venditori. Si dispongono le merci sui tavolacci e si comincia.

Io invece non potevo smettere. Ho comprato taccole gialle, cipolle multicolori, cipollotti novelli e rucola un po’ appassita, patate rosse, more e lamponi e molte altre cose completamente irrazionali da acquistare se ti aspettano 4 ore di automobile sotto il sole.

Nella fila più esterna di bancarelle ho comprato “cream honey” (kremati in Croato), un miele cremoso e quasi schiumoso nella versione naturale e in quella “marmellata” unito a purea di frutti di bosco. E poi l’olio della Dalmazia, che costa parecchio (12 euro al litro) ma che è molto leggero e quasi rancido.

Nella parte più fresca del mercato, dei banchetti che un tempo dovevano essere refrigerati, ma che chiaramente non lo sono più, ospitavano donne sulla sessantina, col fazzoletto sulla testa e pochi denti in bocca che vendevano una specie di ricotta in forme pericolanti, bottiglie di latte fresco e forme di formaggio fatto in casa, ingiallite sul fondo e irregolari. Qualcuna aggiungeva al corredo di latticini un pollo appena spennato e qualche uovo.

Bucolico, lo so, ma reale. Ho ritrovato il Dolac, in versione rivista e adattata, in ogni piccolo paesino che ho visitato. Compresa l’isola in cui stavamo, che aveva un tavolo pubblico all’ingresso del porto su cui i pescatori al rientro dalla pesca notturna vendevano, dalle 6 alle 8 del mattino, il pesce pescato. Temo non sia legale, ma ho comprato piccoli scorfani e pesci San Pietro, ancora cuccioli, a meno di 10 euro al kg.

Insomma se si tralascia la grigliata mista di pesce che fanno in tutti i ristoranti, bar, pizzerie chioschi sulla spiaggia, può diventare vera l’affermazione che in Croazia ho mangiato proprio bene.

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