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Cosa sta succedendo in Siria?

Creato il 05 agosto 2011 da Coriintempesta
Articolo inviato al blog di: Salvatore Santoru INFORMAZIONE CONSAPEVOLE Dopo la repressione delle proteste da parte delle truppe di Assad a Hama,che secondo fonti dell’opposizione  ha causato 142 morti,la questione siriana è giunta a un bivio:Londra  e Berlino non escludono  l’intervento militare,così come l’asse USA-Francia-Italia,e dunque si prospetta una nuova guerra imperiale con la “benedizione” dell’ONU come avvenuto per la Libia.Stando ai notiziari mainstream(i vari tg)da una parte c’è il solito cattivo dittatore,il “nuovo Hitler” di turno che massacra il suo popolo e dall’altra pacifici e innocenti critici del tiranno che non aspettano altro i “liberatori” con le loro bombe li salvino in cambio dell’adozione della “democrazia” e della “libertà” made in USA,più la costruzione di qualche base militare e Mc Donalds vari.Naturalmente le cose stanno diversamente da come vengono presentate alla cosiddetta “opinione pubblica”  e le semplificazioni in questi casi servono a poco,se non alla propaganda guerrafondaia che ha funzionato alla perfezione nel caso libico. Cosa sta succedendo in Siria? Chi sono gli oppositori del regime siriano? Iniziamo subito col dire che il regime  degli Assad,sia padre che figlio,si è caratterizzato da sempre per la sua ferocia repressiva e il “pugno di ferro” contro i dissidenti e le voci critiche(cose abbastanza risapute tra l’altro). Esso è stato ed è una sorta di  ”stato di polizia” permanente dove la politica è dominata dal monopolio del partito Baath e di pochi altri movimenti e partiti vicini ad esso,in campo religioso è dominato dagli aluiti ,minoranza  sciita a cui appartiene la dinastia Assad,mentre la popolazione è in maggioranza sunnita.Ci sono state e ci sono giustamente numerose voci critiche di opposizione al regime degli Assad ,molto differenti sia nell’ideologia ,sia negli interessi e negli obbiettivi:si va dall’estrema sinistra e dunque comunisti,anarchici e così via,agli stessi dissidenti baathisti e ai nasseriani,a certe frange delle classi meno abbienti,sino a parti del ceto medio,vari intellettuali e artisti sino ai gruppi di ispirazione religiosa.Come si è appena visto ci sono molte tendenze e differenti modi di pensare nella galassia dell’opposizione siriana.Comunque,come sempre ci sono i pro e i contro.
Lo spettro del fondamentalismo islamico  Mentre la libertà politica è abbastanza limitata,la libertà di religione,di culto,durante il regime degli Assad è stata sempre un cardine di esso:minoranze cristiane, islamiche sciite e altre  sono sempre state tollerate a differenza di molti altri paesi del Medio Oriente.Per questi e altri motivi Assad,così come Gheddafi,è odiato dal network fondamentalista islamico,che in Siria si manifesta politicamente sopratutto con i Fratelli Musulmani(divisi tra correnti più aperte e laiche e altre più fondamentaliste e intolleranti)e i salafiti,questi ultimi decisamente schierati nelle frange più estremiste del radicalismo islamico.Questo spettro del fondamentalismo islamico è decisamente da non sottovalutare,cosa che fanno per ovvi motivi i paesi occidentali,tanto bravi a insegnare odio e diffondere propaganda razzista antislamica  in patria e a  creare e finanziare gruppi estremisti  e terroristi nei paesi arabi.Non solo:c’è da ricordare che molti gruppi che fanno riferimento all’ideologia islamista sono finanziati dall’Arabia Saudita o meglio dalla dinastia degli Al Saud,che come è risaputo è la quinta colonna dell’imperialismo statunitense dell’area nonchè fornitore maggiore del petrolio alle compagnie dello Zio Sam.Certamente ci sono molti tipi di islamismo politico e di gruppi islamici diversi da quelli appena citati,ma il pericolo della conquista della Siria da parte del fondamentalismo islamico non è per nulla da sottovalutare,anche per via del fatto che questo fenomeno gode di  ampia copertura internazionale,e sempre più di credibilità agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. I Neocolonialisti vogliono la Siria Un altro pericolo,oltre al già citato fondamentalismo islamico,è rappresentato dal desiderio neocolonialista delle potenze occidentali di conquistare la Siria:infatti Francia,di cui la Siria è un’ex colonia,Gran Bretagna,USA hanno intenzione di mettere gli  artigli su quel paese dall’importanza strategica e geopolitica tutt’altro che relativa nello scacchiere mediorientale e internazionale.Così come successo per la Libia,l’imperialismo  pensa di cavarsela con la solita propaganda della “protezione dei civili” e con il beneplacito dell’ONU.Un’altro elemento importante per gli imperialisti  è la “protezione” di Israele: con la Siria eliminata dal “gioco” verrebbe meno il maggior nemico dell’area per i sionisti.Non solo:come ben si sa la Siria è il paese più vicino politicamente all’Iran e agli Hezbollah libanesi,e senza di essa gli USA e gli “alleati” avrebbero la strada spianata nel’accerchiare l’Iran,e nel trasformare il Libano in colonia israeliana.Interessante è il solito coinvolgimento del filosofo sionista    Bernard Henry Levy (presente in quasi tutti i scenari di guerra voluta dall’Occidente per divulgare il messaggio neocolonialista)nel convegno dell’opposizione siriana più oltranzista a Istanbul(mentre un’altra parte dell’opposizione si era  riunita in Siria). Cosa succederà La rivolta siriana dura ormai da sei  mesi.Inizialmente collegata al fenomeno della cosiddetta “primavera araba” con il tempo è andata diversificandosi e andando a perdere il suo intento originario,anche grazie all’infiltrazione e alla strumentalizzazione di essa da parte di gruppi fondamentalisti islamici  e pro —occidentalisti(comunque sempre in minoranza anche se sono i più sentiti e elogiati da parte della propaganda occidentale).Ora le potenze occidentali hanno intenzione di spingere verso un’intervento militare(in tal caso tenteranno  di mettere fine alla guerra in Libia con la divisione del territorio e il petrolio saldamente nelle mani delle loro compagnie)sia diretto oppure usando il loro “agente” mediorientale,cioè lo stato di Israele.Non è improbabile comunque anche un tentativo estremo di conciliazione con il regime degli Assad(stato canaglia amico-nemico da sempre molto ambiguo per l’Occidente)in cambio di una rottura con l’Iran e gli Hezbollah e un’avvicinamento-riavvicinamento con Israele e l’Occidente.Invece per il popolo siriano la migliore ipotesi sarebbe il rifiuto di qualunque coinvolgimento militare e politico da parte dell’Occidente e il riconoscimento dei suoi diritti e delle sue libertà,e se possibile la fine della dittatura degli Assad ,o almeno un cambiamento radicale di essa,e maggiore (vera)democrazia e (vera)libertà.

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