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C’è da chiedersi cosa accadrebbe in Russia se un gruppo di autonomisti provasse a fermare una colonna di blindati, in Ucraina è accaduto che i blindati siano tornati indietro o addirittura che siano finiti nelle mani dei rivoltosi.
SCENE INCREDIBILI - I militari di una colonna ucraina bloccata da manifestanti filorussi a Kramatorsk hanno deposto le armi prima di fare marcia indietro. Scene analoghe nella vicina Slaviansk, dove 300 soldati si sarebbero arresi, secondo fonti filorusse citate da Interfax. «Bravi, bravi» ha gridato la folla. Pochi chilometri più in là invece gli ucraini avrebbero addirittura lasciato sei blindati nelle mani dei «nemici» prima d’andarsene a piedi.
UNA GUERRA INVISIBILE - A differenza dei confronti in Crimea, nella parte orientale dell’Ucraina il confronto si traduce in uno show di forza da parte dei militari ucraini, che hanno messo in campo i blindati e fatto sorvolare la regione dai caccia, quasi del tutto frustrato dalla decisione di non ricorrere alla forza contro i manifestanti, spesso armati, che dovrebbe rimuovere.
I RUSSI NON SI SPAVENTANO - Questo i russi lo sanno e quindi ne approfittano, almeno fino a che gli ucraini non decideranno d’intervenire sul serio, si è visto nel caso dell’aeroporto di Kramatorsk ce le improvvisate milizie filo-russe non offrono molta resistenza all’esercito ucraino, che non sarà gran cosa, ma che rimane nettamente superiore ai miliziani. Il timore di Kiev è che l’uso della mano pesante offra a Mosca il pretesto per intervenire, un intervento che gli ucraini non avrebbero la forza di bloccare.
LE DIPLOMAZIE AL LAVORO - Nel frattempo procedono i contatti multilaterali per giungere a una soluzione negoziata tra Mosca e Kiev, perché è chiaro che i manifestanti russi in Ucraina non sono nessuno senza l’appoggio del Cremlino, che deve chiarire se ha interesse ad ulteriori annessioni territoriali ai danni dell’Ucraina o se in qualche modo accetta che possa avere una sovranità priva da ingerenze russe sulle provincie orientali a maggioranza russa. Lavrov cerca di porre la situazione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU come se il Cremlino fosse preoccupato per la salute dei russi in Ucraina e invoca per loro protezione e un regime federale che non può certo essere imposto al paese dall’esterno.
NEMMENO I RUSSI RIDONO - Richieste difficilmente accettabili da parte di un altro paese sovrano, che però la Russia a continua a trattare come se fosse governato da una sanguinaria dittatura golpista nonostante l’evidente prudenza del governo di Kiev. I prossimi giorni diranno qualcosa di più sull’evoluzione del confronto, che però a differenza di quanto visto in Crimea sembra godere di un consenso locale molto più modesto, sia quantitativamente che qualitativamente.
Fonte: Giornalettismo
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